Chi conosce com’è fatto lo stemma di Canino alzi la mano

 

 

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di Anzio Risi

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Nei miei ricordi giovanili lo stemma di Canino era di un bel celeste, con un cane che correva sormontato da tre gigli, ora non è più così. A farmi notare il particolare (sembrerà strano ma a volte alcune cose evidenti possono sfuggire), è stato l’amico Giovanni Caprari che sta conducendo un’indagine sugli stemmi comunali presenti lungo le vie e i monumenti del paese. Egli ha voluto farmi partecipe della documentazione avuta dagli uffici comunali che riguarda, appunto, il percorso che ha portato il nuovo stemma ad avere il fondo di un brillante color rosso, con un cane rampante sormontato da tre gigli d’oro.

Nel lontano 1996 l’allora amministrazione comunale diede incarico a tale Studio Araldico Nobiliare di Genova, dietro pagamento di un discreto corrispettivo in denaro, di rintracciare lo stemma ed il gonfalone comunale mediante ricerche negli archivi locali e nazionali al fine di ottenere il riconoscimento del Presidente della Repubblica.

Un incarico, dunque, di grande prestigio e responsabilità in quanto avrebbe identificato in maniera indissolubile lo Stemma al suo Comune. 

Lo Studio Araldico inviò alcune lettere ad Enti ed Istituzioni (Archivio Centrale dello Stato, Consorzio delle Biblioteche di Viterbo) chiedendo notizie sullo stemma comunale, ma soltanto l’Archivio di Stato di Viterbo fornì in fotocopia uno stralcio di un catalogo sui sigilli comunali, edito dallo stesso Istituto nel 1989, nel quale era rappresentato un sigillo su carta aderente ovale con intorno al bordo la scritta “UNIVERSITAS TERRE CANINI” ed all’interno un cane, nella movenza della corsa, sormontato da tre fiori di giglio, presente in un documento dell’Archivio Notarile di Viterbo del 5 luglio 1633.

Il 18 aprile 1997 il Consiglio Comunale di Canino, con deliberazione n.16, approvò lo stemma civico e il gonfalone disponendo l’inoltro della documentazione “… al Presidente del Consiglio dei Ministri per il riconoscimento dello stemma civico suddetto, conservato nell’Archivio di Stato come da sigillo del 5 luglio 1633”.

Di grande interesse è l’analisi della “documentazione” trasmessa a sostegno di tale richiesta e che avrebbe dovuto contenere la prova che lo stemma e il gonfalone comunali erano così come li vediamo oggi. 

In un primo incartamento, costituito da n. 5 fogli in fotocopia dell’Enciclopedia dei Comuni d’Italia, Primo Volume, Il Lazio paese per paese, Canino, Edito da Bonechi, si possono leggere, a proposito dello stemma, queste parole: “Un piccolo cane rampante sotto tre gigli farnesiani: è questa la descrizione dello stemma di Canino”.

Un altro fascicolo, costituito da n. 33 fogli recante il titolo di Cenno storico corografico e blasonature dello stemma civico e del gonfalone municipale di Canino, è totalmente anonimo in quanto scritto su carta senza alcuna intestazione e privo di timbri o firme in calce. Tale documento illustra la corografia del Comune di Canino, procedendo con alcuni cenni storici, artistici, soffermandosi brevemente sull’economia del paese, citando alcuni dei suoi uomini più illustri, descrivendo le più importanti tradizioni religiose. Tutto questo sembra essere stato integralmente tratto da pubblicazioni a tutti note, quali quelle di Gismondo Galli, Andrea Donati, Giulia Petrucci, Giancarlo Guerra, Gino Celli, Roberto Selleri senza, per altro, citare le fonti.

All’ultima pagina di questo documento l’Anonimo estensore in appena 8 (otto) righe ci svela il mistero dello stemma del Comune di Canino, che vale la pena riportare integralmente: “Lo Stemma di Canino è stato rintracciato nell’Archivio di Stato di Viterbo, come da fotocopia del Sigillo del 5 luglio 1633 che si acclude e relativa lettera del Direttore dell’Istituto Statale stesso.

Arma: di rosso, al cane, corrente, d’argento, sormontato da tre gigli d’oro, male ordinati

Gonfalone: drappo di colore bianco caricato dall’Arma sopra descritta ed ornato di ricchi fregi d’argento.

È doveroso precisare che il sigillo conservato all’Archivio di Stato di Viterbo non riporta alcun colore, né dello sfondo, né dei gigli, per cui non si riesce a comprendere da dove l’Anonimo abbia tratto le sue conclusioni e bisogna perciò fare un esercizio di fede ed accettare l’affermazione così come è.

Che si trattasse di un lavoro fatto da dilettanti (per usare un eufemismo) ci è chiaro dal contenuto di una nota inviata al Sindaco del Comune di Canino, il 7 agosto 1997, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Segretariato Generale Ufficio Araldico, che con fine sarcasmo irride al contenuto della documentazione trasmessa. Si riportano integralmente alcune parti della missiva omettendo qualsiasi commento:

[]… I bozzetti inviati dalla S.V. recano un cane di lamentevole piccolezza rispetto all’area (campo) in cui è posto. Anche i gigli sono troppo piccoli. Reca meraviglia che la persona o l’istituto che ha realizzato i detti bozzetti non abbia ricordato un principio fondamentale del blasone, principio per il quale l’oggetto araldico deve avere “pienezza” nel suo “campo”.

Conseguentemente si restituiscono alla S.V. i detti bozzetti e si invia un sommario schizzo in bianco e nero e in duplice copia dello stemma; esso dimostrerà alla S.V. il detto principio della “pienezza” [] … Per quanto concerne la blasonatura espressa a pag. XXXIII del “Cenno storico corografico ecc.” giova specificare che il cane è si corrente, ma è posto in banda abbassata: invero un “cane corrente” senza specificazione si disegnerebbe con andamento orizzontale.

Pertanto si blasonerà: di rosso, al cane corrente, posto in banda abbassata, d’argento, sormontato da tre gigli, male ordinati, d’oro.

Storicamente sarebbe stato pregevole che i detti gigli fossero di azzurro essendo stato Canino per lungo tempo feudo farnesiano (i gigli dei Farnese erano di azzurro), ma se l’uso ha consolidato per i gigli l’oro, resti tale metallo.”

In conclusione cosa dire?

Lo stemma del Comune di Canino ha il fondo rosso?
I gigli sono d’oro?

Nessuna certezza al riguardo.

L’indagine su come sia o debba essere lo stemma comunale, si arricchisce di altri dettagli, questi si piuttosto misteriosi.

Bisogna sapere che lo stemma comunale fu approvato il 10 novembre 1997 con Decreto del Presidente della Repubblica che recava la seguente blasonatura: “di rosso, al cane corrente, posto in banda abbassata, d’argento, sormontato da tre gigli, male ordinati, d’oro.

Nello Statuto comunale approvato con deliberazione n.41 del 7 giugno 2002 troviamo una significativa modifica al Decreto Presidenziale, in quanto il cane non risulta più “corrente” ma bensì “rampante” che vuol dire avere un altro stemma (e siamo almeno al terzo).

C’è stato un altro Decreto del Presidente della Repubblica che ha modificato il precedente?
È intervenuta un’altra Autorità?
Si è trattato di un atto di autonomia del Consiglio comunale?

Grande confusione regna sotto il cielo e non c’è pace per il cane di Canino.

Clicca QUI per scaricare tutta la documentazione in un file Zip

Stemma approvato con Decreto del Presidente della Repubblica
Stemma approvato con Decreto del Presidente della Repubblica il 10 novembre 1997



Stemma approvato con lo Statuto comunale del 2002
Stemma approvato con lo Statuto comunale il 7 giugno 2002



Sigillo dall’Archivio Notarile di Viterbo del 5 luglio 1633
Sigillo dall’Archivio Notarile di Viterbo del 5 luglio 1633



Stemma in P.za Vittorio Emanuele
Stemma in P.za Vittorio Emanuele
Drappo esposto lungo la scalinata del Palazzo Comunale
Drappo esposto lungo la scalinata del Palazzo Comunale
P.za Valentini Teatro Comunale 1889
P.za Valentini Teatro Comunale 1889
Manifestazione pubblica Giugno 2004
Manifestazione pubblica Giugno 2004

Manifestazione pubblica Giugno 2004
Manifestazione pubblica Giugno 2004

Manifestazione pubblica Giugno 2004
Manifestazione pubblica Giugno 2004

Veduta di P.za Vittorio Emanuele
Veduta di P.za Vittorio Emanuele

 

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