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L'ombra di Olimpia
Dialogo privato con donna Olimpia Pamphili, la principessa di San Martino

Atto unico


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Presentazione dell'opera

 

di Daniela Eritrei


Sul fondo della scena sono già sistemati gli orchestrali, davanti a loro e ai lati della scena sono state collocate due poltrone, una girata verso il pubblico (lato sinistro) e l’altra di spalle (lato destro) sulla quale è seduto un personaggio che indossa un lungo mantello nero con cappuccio. Al centro della scena due leggii, poi c’è n’è un altro di lato. 

                                                                                                    musica

Alla fine del brano musicale il personaggio incappucciato, che interpreta il narratore, si alza dalla poltrona e raggiunge il centro della scena 

                                                                                                    narratore

“Io Olimpia Maidalchini Pamphili - principessa di San Martino - consapevole dell’umana mortalità - prevenendo l’ultimo giorno - col pensiero della immortalità spirituale - qui prescelsi ed eressi il mio sepolcro - come religiosa pietà mi suggeriva - per sentirmi protetta - in vita e in morte - dal perenne aiuto del Santo tutelare - e chiedere in pari tempo - abbondanti preci e suffragi presso il Signore - agli abitanti del mio feudo - da questo monumento invitati a ricordarmi - e tra i quali io - con l’ampliamento e il maggior decoro - del civico abitato - con l’amorosa cura della beneficenza - universalmente elargita - fui certa di stabilire - durevoli testimonianze di affetto.” (si abbassa il cappuccio)

Entra Innocenzo X avvolto da una sontuosa vestaglia da camera e va a sedersi sulla poltrona ( a sinistra), di fronte alla finestra attraverso la quale guarda fuori.
 
Olimpia : (entrando) 
“Perdonatemi se vi disturbo ... ”

Innocenzo
“Voi non disturbate mai, Olimpia, accomodatevi ve ne prego ” 

Olimpia
“Ho pensato che avreste gradito una tisana ... La poso qui, sul tavolino, bevetela finché è calda, vi farà bene”

Innocenzo :
“ Un vero toccasana. Siete così prodiga di premure ” 

Olimpia
“Nelle vostre condizioni ne abbisognate, e maggiormente di riposo e di svago ...” 

Innocenzo
“Se alludete alle distrazioni e ai passatempi che avete escogitato per me (lei annuisce) direi che da quando sono qui a San Martino, non vi siete risparmiata in nulla” 


Olimpia
“ Se potessi farei ancora di più.”

Innocenzo
“Siete in pena per me, è così ?”

Olimpia
“ No affatto, è solo che vorrei vedervi scoppiare di salute !”

Innocenzo ( ride) 
“ Olimpia, Olimpia ... Sento di nuovo scorrere un guizzo di vita fra queste mie membra appassite ...” 

Olimpia : ( lei sorride) 
“ Ed io sono felice perché adesso la fine mi appare più remota di quanto temessi ...” 

Innocenzo : (serio) 
“ Ora potete scrollarvi di dosso ogni ansietà, e lasciarmi bere questa tisana, prima che si freddi.” 

Olimpia : (indicando la tisana) 
“ ...Vi ho aggiunto anche del miele .” 

Innocenzo :
“ Grazie, la gusterò attardandomi ancora un poco qui alla finestra, si gode un così bel panorama! qui tutto mi parla di voi, dei vostri gusti ...”

Olimpia :
“ ... Sarà perché qui ho affondato le mie radici ”

Innocenzo :
“E anche quelle povere anime che avete raccolto sotto la vostra protezione. Mi ha stupito notare quanto vi siate presa a cuore il proposito di fare di questo posto un riparo per chi ha vissuto ai margini della decenza. avete concesso un tetto perfino alle donne di facili costumi ... A volte mi chiedo ... chi siete voi veramente ?”

Olimpia (sorride enigmatica) 
“ Ci sono molte donne in me.”

Innocenzo
“ E una di queste donne ha compassione per coloro le quali la vita non ha concesso nulla se non il suo più squallido aspetto ”

Olimpia
“ Come potrebbero ravvisare la speranza se non hanno mai conosciuto la spensierata giovinezza ?”

Innocenzo :
“...E così avete pensato che la dignità di una vita semplice, avrebbe donato loro questa nuova consapevolezza ”

Olimpia
“E la libertà, che è cosa grande e preziosa”
(si ode il rintocco di una campana)

Innocenzo
“ Dovete andare ?”

Olimpia: (annuisce) 
“ Già... Ma ricordatevi di chiudere bene le imposte prima di mettervi a letto, dopo il tramonto soffia un vento freddo ...e voi sapete che domani verrà a farvi visita Monsignor Acquaviva, egli viene qui per manifestarvi la sua riverenza e non vorrei che incappasse nella sfortunata circostanza di trovare un papa troppo malandato per ricevere” 

Innocenzo
“ Non temete, lungi da me sciupare i vostri piani per un raffreddamento ... Anzi, domani abbiate la cura di informare il governatore di Viterbo, che grati della sua devozione, ci impegniamo fin d’ora a ricambiare la sua visita ...” 

Olimpia :
“... Nella tenuta di Bagnaia ?” 

Innocenzo
“ Sì, certo. Ora andate pure Olimpia”

Olimpia
“ Buonanotte Santità” 

narratore :

“ Ad Innocenzo X Pontefice Massimo, che si reca ai giardini di Bagnaia, vengano elargite le grazie del cielo e l’ubertà della terra ; al suo appressarsi, questa acqua - viva, fragrante di contenuto amore, erompe, divaga per le fontane, esulta, ribolle e con devoto mormorio terreno rende omaggio al nume al quale, mentre lambisce i sacri piedi, l’umile acqua - viva dedica questa lapide incisa con le proprie gocce, affinché la memoria di tanta vista non si perda.”

Musica 
(passaggio di tempo – qualche giorno dopo)

Olimpia
“ Oggi vi vedo pensieroso, qualcosa vi affligge ?”


Innocenzo
“ Più di una cosa. Quando ti accorgi che sei prossimo alla fine, una miriade di pensieri ti si accavallano nella testa, come se una parte di muta coscienza si ribellasse al silenzio impostole per lungo tempo ed esplodesse, di colpo, con quella temibile forza che solo la verità possiede.” 

Olimpia
“Confidatemi uno di questi temibili pensieri , ve ne prego ”

Innocenzo
“ Uno qualunque ?”

Olimpia : “ Sì ”

Innocenzo
“ Penso a l’Ameyden, per esempio, al suo esilio, qual’è stata infondo la sua colpa ? Di aver tentato, con uno scritto, di difendere la corte e la dataria dagli attacchi dei protestanti.”

Olimpia: (stizzita)
“Sapete bene che in quell’occasione egli ha sfruttato la sua posizione di corrispondente, per parlare a sproposito sulla curia...”

Innocenzo : (pacato)
“ Piuttosto ha mostrato d’averla ben conosciuta e capita. E per quanto motivato, il suo non è uno sfogo di rabbia per la delusione subita, no, egli malgrado tutto, nelle sue parole, mi tributa devozione, rispetto e ammirazione ...”

Olimpia
“ Certo, ma tra tante belle e sincere parole, s’insinua, infida, come un morso di serpente, l’accusa di esservi servito della vostra conoscenza delle leggi per maneggiarle a piacer vostro ...”

Innocenzo : (amaro)
“Una capacità tanto utile ad un avvocato quanto imperdonabile ad un papa .” 

Olimpia
“ E’ un giudizio che non meritate !” 

Innocenzo
“ Così come l’Ameyden non meritava il suo, ma non ho avuto altra scelta al di fuori della menzogna.”

Olimpia : (veemente)
“ Per la ragion di Stato essa è purtroppo, spesso, una strada obbligata.”


Innocenzo
“E in qualunque caso, sconveniente da percorrere, poiché le bugie hanno le gambe corte e la verità prima o poi si palesa ... Questo, ora lo dico per il vostro bene Olimpia, con voi non posso mentire, conoscete tutto del mio passato, mi siete stata al fianco nell’ascesa del mio pesante destino ....E l’esempio che vi ho offerto non è stato dei migliori, ma voi ch’eravate così giovane e inesperta, così bisognosa di risposte, avete aderito all’immagine che io ho voluto darvi della vita.” 

Olimpia :
“ Se mai abbia cercato di emularvi, non c’è nulla di strano in questo, della famiglia siete il più vicino alla mia generazione come adesso anche allora.... Vostro fratello era talmente anziano e voi invece così pieno di vita. La prima volta che vi ascoltai, pensai di non aver mai udito, in vita mia, una conversazione tanto interessante, fui conquistata dall’attenzione e dal garbo con cui a me vi rivolgevate.” 

Innocenzo : (acre)
“ Non fui io a conquistarvi, ma l’arte dell’adulazione appresa nella cortigianeria romana.” 

Olimpia
“Eppure senza alcun pregiudizio, mi avete subito capita ed apprezzata, non vi importava nulla della mia scarsa cultura, ne dei miei modi grossolani, anzi, ammiravate in me la volontà di migliorare.” 

Innocenzo
“ Non è stato difficile decifrarvi e poi chiunque altro, al mio posto, vi avrebbe compresa se avesse agito come me ... Voi mi avete sempre sopravvalutato Olimpia.”

Olimpia
“... Agito come ?”

Innocenzo
“ I primi tempi, vi ho osservata con attenzione, a volte spiata al riparo dagli sguardi altrui, quando vi aggiravate, anima inquieta, per le stanze del palazzo. Io mi accorgevo che un profondo senso di insoddisfazione vi attanagliava il cuore, forse troppo esigente per accontentarsi di un amore riscaldato dal tenue chiarore di un focolare domestico ; tutto ciò che un uomo dell’età di mio fratello poteva offrirvi.... E percepita quest’intima verità, ne ho approfittato, facendo leva proprio su quella vostra fragilità.” 

Olimpia
“Perché ?” 

Innocenzo
“ Ditemelo voi.”

Olimpia :
“... Per convenienza, per passatempo ? (lui non risponde) ... Non capisco !”

Innocenzo
“ Davvero non capite ?”

Olimpia
“ No ”

Innocenzo. (accenna un sorriso)
“ Questo pregio non perdetelo mai Olimpia.” 

Olimpia
“ Quale ?”

Innocenzo
“ La curiosità di ben capire, anziché fingere di aver capito, una civetteria che non vi siete mai concessa.”

Olimpia :
“ La civetteria è una bassezza”

Innocenzo
“ Già. Quando ve l’ho sentito affermare ho compreso fino a qual punto vi intendeste con l’Universo maschile, questa affinità esaltava la vostra volontà ed il coraggio, oggi siete una donna forte, sincera e senza tanti veli, proprio come un uomo.”

Olimpia
“ E’ uno dei meriti vostri”

Innocenzo : (sarcastico) 
“ A me va il solo merito di aver contribuito a soffocare la vostra femminilità.” 

Olimpia
“ Che voi crediate o no di aver fatto bene non importa adesso. Ciò che conta è che siete stato un punto di riferimento per me, un sostegno ! Proprio come avrebbe dovuto esserlo mio padre, mi avete donato l’affetto e la fiducia che egli non mi ha mai voluto concedere.” 

Innocenzo
“ Ecco, avete appena pronunciato un’altra verità dalla quale ho succhiato nutrimento per la mia ambizione. Mi era nota l’ostinazione con la quale vostro padre si era accanito su di voi nel proposito di rinchiudervi in un convento, avete sofferto a tal punto, che pur di impedirvi una sorte tanto ingiusta, siete riuscita a beffarla, inventando uno stratagemma che vi liberasse ...”





narratore :

“ Era famoso nell’ambiente dell’epoca , un confessore agostiniano, molto lodato da tutti per la proverbiale pazienza e disciplina che lo distinguevano, fu così che Sforza Maidalchini pensò che affidando alle sue cure l’animo ribelle della giovane figlia Olimpia, egli avrebbe potuto piegarla all’obbedienza. La fanciulla dovette acconsentire alla volontà paterna e recarsi ogni giorno in convento per conferire col frate.” 


Olimpia
“Avete riflettuto, padre, su quanto vi ho confidato ieri ?”

confessore
“ E tu figliola, hai riflettuto sul dolore che stai procurando alla tua famiglia ?”

Olimpia
“Sì, il loro dolore è anche il mio, ma non posso fare altrimenti.”

confessore
“ Potresti agire diversamente da ora”

Olimpia
“Dovrei assecondarli solo per farli contenti ? E alla mia di felicità perché nessuno ci pensa?” 

confessore
“ Ma anche tu saresti più serena, se solo riuscissi a fartene una ragione, ascoltami figliola, devi cercare in te stessa, un motivo per il quale valga la pena farlo.”

Olimpia
“ Non c’è niente al mondo che valga quanto il libero arbitrio.”

confessore
“ Se è la libertà che cerchi, non è così che la troverai, stai imboccando il sentiero sbagliato, non possiedi i mezzi necessari per attraversarlo, esso ti porterà solo alla fonte della disgrazia, ad umilianti privazioni alle quali non sei abituata. L’esigua dote di cui disponi non ti consentirà di aspirare ad un matrimonio degno della tua condizione.”

Olimpia
“ Quand’è così, vi dirò quanto ho già riferito alla cara zia badessa... Sarà meglio che si perda la mia casa, piuttosto che il mio corpo si bruci !” 

musica



Innocenzo
“... Anche con il passare degli anni, il senso di colpa non vi lasciava mai al ricordo di quel confessore innocente che attraverso un espediente, avevate imputato di sevizie ... Poi una volta raggiunta la vetta suprema del potere, il vostro primo pensiero è andato a quel prete. Avete voluto ripagarlo del torto subito concedendogli un privilegio al quale non avrebbe mai potuto aspirare ... Mentre mi pregavate di nominarlo vescovo, mi stavate chiedendo di assolvervi entrambi dal vostro peccato. Ma se mai colpevoli vi siano stati, l’unico da imputare era vostro padre.” 

Olimpia
“ Già! Con quella sua cieca ostinazione ! Negli anni trascorsi in convento, 
sapete qual’ era la cosa che più di tutte mi faceva soffrire ?” 

Innocenzo
“ Qual’ era ?”

Olimpia : 
“ La consapevolezza che la mia esistenza era governata da una regola inflessibile, che non permetteva al futuro possibilità diverse da quelle che altri avevano stabilite, un assurdo destino tramandato di generazione in generazione. E’ per questo che non potrò mai assomigliare a quelle donne frivole e vuote che il bel mondo mi preferisce. io non rinnegherò mai me stessa.”

Innocenzo : 
“ lo so ”

Olimpia : 
“ Io non sono come le altre !” 

Innocenzo : 
“ Di questo, potete esserne certa”

Olimpia : 
“E’ proprio questa certezza che mi ha dato la forza di sperare anche nei momenti più bui, quando nubi enormi e annunciatrici di tempesta si addensavano nel cielo della mia solitudine .” 

Innocenzo : 
“ Come quando morì il vostro primo marito ?”

Olimpia : ( annuisce) 
“ Nell’arco di poco tempo, la morte ha bussato due volte alla mia porta. Si è portata via anche l’unico bene che mi era rimasto, il più prezioso ...” 

Innocenzo :
“... Vostro figlio.” 

Olimpia : 
“ Sì. La sera dopo il funerale, mi sono chiusa nella mia stanza ad aspettare che scendesse la notte e che l’oblio del sonno mi sollevasse dal peso che mi opprimeva. Mi sembrava di portare sulle spalle tutto il dolore umanamente sopportabile ... Da fuori arrivavano i bagliori delle torce che si riflettevano sulle pareti e in quelle ombre deformi mi sembrava di riconoscere i volti degli affetti che mi circondavano ... Sentivo una struggente pena per me stessa . Ero sola .”

Innocenzo : 
“ Sovente accade che i vorticosi giri della vita ci riportino al punto di partenza ...” 

Olimpia : 
“ ... Ero sola, mi ripetevo : mi resto solo io.”

narratore
“ Poi un lampo squarciò il cielo ”

Olimpia. 
“ In quel momento fui colta da un pensiero ...”

narratore
“Repentino e luminoso come solo una folgorazione sa essere ”

Olimpia : 
“ Questa volta è diverso, ora sono ricca, Paolo mi ha lasciato un patrimonio di cui ora sono la padrona assoluta.”

narratore
“ Qualche passante notturno ha raccontato di aver visto la giovane Olimpia affacciata alla finestra.”

Olimpia : 
“ Non c’e’ altra donna qui a Viterbo in grado di vantare la mia stessa condizione : la preziosa facoltà di governare da sola il corso degli eventi.”

narratore
“ ... Dicono sembrasse attendere l’alba di un giorno nuovo ”

Innocenzo : 
“ Avete amato Paolo Nini ?”

Olimpia : 
“ Lui mi adorava, era un marito affettuoso e mi ricopriva di mille attenzioni, era capace di mostrarmi una devozione talmente appassionata che io non potevo far altro che ricambiarla, tutte le notti, offrendo il mio corpo a quelle labbra insaziabili, a quelle mani imperiose che mi percorrevano la carne...” 

Innocenzo : 
“ Nutrivate per lui una profonda gratitudine”

Olimpia.
“ Sì, per avermi voluta con se, pur sapendo che non avevo nulla da offrirgli ....” 

Paolo Nini : 
“ Olimpia, devo confessarvi che da quando mi sono perso nei vostri occhi, sono facile preda della passione più violenta ...non c’è stato un momento, seppur breve, in cui non vi abbia pensata e da quel giorno ho perso la pace ed il mio sonno.”

Olimpia : 
“ Ma voi sapete, Paolo, che io non posso offrirvi nulla al di fuori del mio amore.”

Paolo Nini : 
“ E’ più di quanto, in cuor mio, potessi sperare di ottenere.”

Olimpia : 
“ Il giorno delle nozze, un coro di angeli aveva accompagnato il mio ingresso in cattedrale, ero inebriata dal profumo degli addobbi floreali e mi sembrava di camminare su una strada lastricata d’oro, così come mi appariva il mio futuro... ”

musica

Olimpia : 
“ Ho vissuto momenti di profondo scoramento ... prima”

Innocenzo : 
“Prima di entrare a far parte della nostra famiglia. ?”

Olimpia : 
“ ... Prima d’incontrare voi Gian Battista ”

Innocenzo : 
“ Era da tanto che non sentivo più pronunciare il mio nome” 

Olimpia : 
“ Che effetto vi fa ?”

Innocenzo : 
“ Lontano, irraggiungibile.”

Olimpia :
“Come il giorno in cui io lo sentii per la prima volta, fu lo zio Gualtieri a pronunciarlo, in una di quelle visite di cortesia che la sua compassione per la mia vedovanza, lo muoveva a farmi di tanto in tanto ...” 

zio Gualtieri :
“ Nipote cara, la mia non è soltanto una visita di cortesia, oggi sono qui perché avrei una proposta da farvi e vorrei che la valutaste con attenzione.”

Olimpia :
“ Certo zio, vi ascolto.”

zio Gualtieri : 
“ Olimpia, voi sapete che mia moglie appartiene ad una fra le più prestigiose casate romane ; la nobile famiglia Phamphili?”

Olimpia : “ sì ” 

zio Gualtieri : 
“I Pamphili estendono le loro proprietà un po’ ovunque, a Roma specialmente, lo sapevate questo ?”

Olimpia : “ em ... Sì” 

zio Gualtieri : 
“ ...Dunque, mia moglie ha due fratelli, uno è ancor giovine e l’altro è ormai anziano, insieme abitano in piazza Navona, ma possiedono palazzi anche a via Giulia, in piazza della Pigna e a Fontana di Trevi. Ultimamente purtroppo sono stati colpiti da una grave sciagura, la prematura scomparsa dello zio cardinal Geronimo, che ha ahimè inciso molto sul benessere derivato dai proventi che la sua carica gli procurava .” 

Olimpia : ( sospira) 
“ Una tremenda disgrazia !” 

zio Gualtieri : 
“ Eh sì, terribile ! Ma sia chiaro, non si può certo parlare di povertà, giacché , entrambi i fratelli, non sono dei perditempo, esercitano stimate professioni che gli procurano adeguati compensi, addirittura uno dei due è un giurista ecclesiastico già molto apprezzato in Vaticano .... Arrivo al punto ; Pamphilio Pamphili vorrebbe ammogliarsi.”

Olimpia : 
“ Il più giovine ?”

zio Gualtieri : 
“ No, l’anziano, il giovane è Giovan Battista ... e ha preso i voti .

Olimpia : 
“ ah ! ...e Pamphilio è quanto più anziano di me ?”

zio Gualtieri : 
“ Una trentina d’anni circa ( Olimpia si passa lievemente una mano fra i capelli) ... Mia cara nipote ; con tutto il rispetto per il dolore causato dalla perdita dei vostri affetti più cari, voi sapete meglio di me che quindici mesi di lutto rappresentano un tempo fin troppo lungo per una giovane vedova, in special modo se sola e desiderabile come voi ... Mi affido alla vostra capacità di valutazione Olimpia, siete una ragazza sveglia e sono certo che saprete decidere per il meglio circa il vostro futuro... ma ricordate ; mai negar la fronte al bacio della dea fortuna ”

Olimpia :
“ Grazie zio, farò tesoro dei vostri consigli.” 

Innocenzo : 
“ Guardate fuori Olimpia, sta albeggiando .” 

Olimpia : 
“ Abbiamo trascorso l’intera notte a parlare ... come facevamo un tempo !”

Innocenzo : 
“ Già, proprio come allora, ora scostate le tende e lasciamo che la luce del sole illumini i nostri cuori” 

Olimpia : 
“ ... E le nostre menti confuse.”

musica
Innocenzo va al leggio 
narratore :

“ Un anonimo estensore del tempo raccontò che “ trascorso poco tempo dalle nozze con Pamphilio, andava la giovane sposa più spesso in carrozza col cognato che col marito, si tratteneva molto più nello studiolo con quello che nel letto con questo, e ben spesso lo stesso marito non sapeva ritrovare né il fratello né la moglie, il che vuol dire a buon lignaggio, che dove andava l’uno andava l’altra.”

Olimpia: 
“ Ve ne sarei riconoscente, Gian Battista, se mi consigliaste sul contegno che una nobil donna dovrebbe assumere in certe occasioni ...E rivelatemi ve ne prego ... Se volessi suscitare su di me l’ammirazione del bel mondo cosa dovrei fare ?” 

Giovan Battista : 
“ Qualcosa che faccia accrescere la vostra reputazione di gran dama” 

Olimpia : 
“Avrei pensato a tal proposito di abbellire il palazzo, di migliorarne l’aspetto, come si conviene ad una prestigiosa famiglia e poi dar qui ricevimenti per la corte romana. Voi che l’avete vissuta in prima persona, raccontatemi com’è fatta. Vorrei conoscerne i segreti, le abitudini, i gusti, desidero calarmi interamente in essa ...” 


Giovan Battista : 
“...Vi affascina a tal punto ?”

Olimpia : 
“ Sì! E più di tutto i privilegi che ne derivano ; gli inchini ossequiosi della gente, i primi posti alla tavola dei grandi ricevimenti, i fasti delle cerimonie ufficiali. Mi domando come Pamphilio abbia potuto rinunciarvi ... La sua muta rassegnazione è per me un dolore costante e incomprensibile !” 

Giovan Battista : 
“Dopo la morte del cardinale nostro zio, non poteva essere altrimenti”

Olimpia : 
“ Non è giusto ! La posizione di rilievo dei Pamphili ci spetta per diritto di discendenza !”

Giovan Battista : (si scrolla nelle spalle)
“ Purtroppo questo non basta”

Olimpia :
“ Ma Pamphilio dovrebbe lottare per riconquistarsela! E se lui non intende farlo lo farò io, sono disposta a pagare molto pur di riaverla.”

Giovan Battista : 
“Pensate che con il denaro si possa recuperare la dignità perduta ?”

Olimpia : 
“ Ne sono sempre più convinta ! Anch’essa ha un prezzo, basta avere i mezzi per pagarlo.” 

Giovan Battista :
“ Cosa volete dimostrare ?” 

Olimpia : 
“ Che col denaro si ottiene tutto , anche la strada per arrivare al papato !”

musica
narratore :

“ Correva l’anno 1644 e sedeva sul soglio, da più di vent’anni Urbano VIII Barberini ... Ma il 29 luglio rese l’anima a Dio . Al suono della campana maggiore del Campidoglio esultaron quei sudditi romani che per così lungo tempo furon schiacciati dall’esosa tirannia del vicario di cristo ... 
- QUESTO D’URBAN SI SCRIVA AL MONUMENTO : INGRASSÒ L’API E SCORTICÒ L’ARMENTO.
Altre voci si unirono al coro di indignazione dovuto alle molte barbarie commesse pur di arraffar denari. Narra in un suo scritto un giurista tedesco ... ”

Friedrich Von Spee :
“ Io Friedrich Von Spee , apostolo delle prigioni Pontificie, dichiaro sotto giuramento che di tutti gli sfortunati che ho assistito fino al rogo, accusati di commercio col diavolo, nessuno era colpevole del crimine di cui era imputato ... continuando così, nessuno sarà più al sicuro da simili accuse. Infelicità a quei giudici che intentano i processi di stregoneria, solo per far man bassa sui beni dei condannati !”

Innocenzo :
“ ... Della corte romana, sappiate Olimpia, che è in uso adulare con soverchia viltà i principi dominanti e maledire con incredibile sfacciatezza i decaduti e i defunti ”

narratore

“ ... E con la collera del volgo si scatenarono oltremisura gli artifici dei cardinali per la conquista del Soglio ... Di coloro che imbarcati nel papato si fingon d’ essere quel che non sono ; parlano di quello in cui non credono ed in mille figure d’inganno si trasformano.”

Olimpia : 
“ Noi due eravamo amici ?”

Innocenzo : 
“ Certo che lo eravamo”

Olimpia : 
“ Cos’è per voi l’amicizia, complicità ?”

Innocenzo : 
“ Non soltanto, l’amicizia è un reciproco scambio di favori”

Olimpia : 
“ No, è il profondo contatto fra due anime”

Innocenzo : 
“ Come l’amore ?”

Olimpia : 
“ E che differenza fa ? Fra noi c’era unione d’intenti ”

Innocenzo : 
“ E’ vero, per noi due nessuna. Ma voi, nella scala dei valori di una vita , che posto date all’amore? ”

Olimpia : 
“ Primario ”


Innocenzo :
“ Ossia l’amore prima del potere ?”

Olimpia : 
“ Mi sembra di averlo più volte dimostrato.”

Innocenzo :
“Ne siete certa? Eppure dopo la scomparsa di mio fratello Pamphilio non avete mai voluto sentir parlare di matrimonio. Dicevate che risposarvi corrispondeva ad un inutile sperperamento del patrimonio famigliare, il che a parer mio denota un attaccamento più devoto al denaro che ai sentimenti amorosi” 

Olimpia : ( irritata)
“ Ciò che è valso per me, non deve esser parimenti il destino d’altri ! Mia figlia Maria, vostra nipote, ha potuto coronare il sogno che ogni giovane donna conserva in cuor suo ; un matrimonio d’amore , senza impedimenti ! E amore genera amore ... giacchè il frutto ch’è nato porta il mio nome, ed Olimpiuccia è per me una fonte di gioia infinita, che ha riempito di fierezza il mio cuore di nonna !” 

Innocenzo : (umile)
“ Perdomatemi Olimpia, non era mia intenzione ferirvi in alcun modo, mi capita a volte, come più d’uno ha detto, che il mio animo contumace e restio ... Finisca con l’offendere chi non lo merita” 

musica

narratore

“ Dieci giorni dopo la morte di Urbano VIII, sua Eminenza il Cardinale Gian Battista, lasciava il palazzo per recarsi in conclave. Taluni fra quelli che accorsero ad assistere raccontano ch’ egli, prima di salire in carrozza, strinse più volte a se e con particolare commozione la piccola Olimpiuccia, quasi avesse, il futuro Papa Innocenzo, il presentimento che nella lontananza dalla famiglia avrebbe, più di tutto, sentito la mancanza di quell’affetto infantile e disinteressato. 
La sera del 14 settembre 1644, dopo averlo eletto, tutti i cardinali e i conclavisti si recarono nella sua cella per congratularsi col Pontefice ... E tanta fu la moltitudine delle genti che si accumulò in suddetta cella che gli rubaron tutta l’argenteria.”

Innocenzo :
“ Una volta asceso al soglio, mi sono accorto ben presto che l’Europa era ormai troppo grande per un sovrano così piccolo. Ed io mi son dovuto adattare alle circostanze, accettando di buon grado di essere snobbato dalle grandi nazioni, ho riversato tutta la mia politica nel chiuso dello Stato Pontificio e della mia bella Roma. ... E buttandomi sui parenti per elevarli agli alti ranghi del potere ho agito proprio come il mio predecessore, la cui condotta avevo giudicato deprecabile ! Ma fra i nepoti , non c’è ne stato uno capace di affiancarmi , solo voi Olimpia , vi siete rivelata una autentica papessa !”

Olimpia : (seria)
“ Dovrei prenderlo come un complimento ?” (ma poi sorride) 

Innocenzo :
“ Non nego che mi ha sempre impressionato il modo in cui vi siete imposta di arrivare ai grandi vertici, soprattutto riservati ai soli uomini. Permettete una domanda ?”

Olimpia : 
“Chiedete pure in tutta libertà.” 

Innocenzo :
“ Perché tanto accanimento ?” 

narratore :

“ DELLA GRASCIA E DELL’ANNONA TOLTE VIA LE LEGGI AVARE,
VEDEREBBE OGNI PERSONA L’ABBONDANZA RAVVIVARE,
L’ABBONDANZA CH’È DISTRUTTA, PERCHÉ TROPPO A QUALCUN FRUTTA”

Innocenzo : 
“Cosa vi ha spinta ad accanirvi così tenacemente nella conquista del potere ?” 

Olimpia : 
“L’ingordigia ! ... Un carattere avido ed insaziabile! Non è così che mi hanno sempre giudicata ?”

Innocenzo : 
“ Sì è così.”

Olimpia :
“ E ora ... giudicatemi voi ”

Innocenzo :
“Nella mia condizione, io potrei solo giustificarvi”

Olimpia :
“Al dunque Santità ditemi ... Con quale attenuante avete inteso assolvermi ?” 

Innocenzo : 
“ Che a muovervi non fu l’avarizia, ma il desiderio di rivalsa ! Vostro fratello Andrea, fu l’unico erede designato a concentrare su di se l’intero patrimonio famigliare, nonché il solo beneficiario di tutte le aspettative paterne” 

Olimpia : 
“ E’ vero, ma di una cosa potete esserne certo, che malgrado tutto, io non ho mai odiato mio fratello, poiché ho sempre ritenuto anch’egli, come me, una pedina del regime.” 

Innocenzo : 
“ Lo so, voi non siete capace di odiare”

(si odono rumori di zoccoli di cavalli)

Olimpia :
“ Avete sentito ? E’ la vostra carrozza ... Roma vi attende .”

Innocenzo : 
“ Voi non venite con me ?”

Olimpia :
“ No, io resterò ancora qui ... nella pace che solo San Martino mi sa dare. ” 

Innocenzo : 
“ Sentirò la vostra mancanza”

Olimpia : ( è commossa, ma cerca di non darlo a vedere) 
“Vado ad avvisare la servitù di caricare i vostri bauli.” (fa per andarsene) 

Innocenzo : 
“ Aspettate Olimpia ! (lei si ferma, si volta a guardarlo) ... Non c’è motivo di affrettarsi a quella carrozza ”

Olimpia : 
“ Ma ... i cardinali ; sono già molti giorni che reclamano la vostra presenza ” 

Innocenzo : 
“Ma dubito che metterò a dura prova la loro pazienza se tarderò ancora di un poco il mio rientro. Fate preparare un alloggio per il cocchiere e poi se vorrete farmi cosa gradita, promettetemi che prima di partire, passeggerete con me per le vie di San Martino ”

Olimpia : ( scoppia in una risata liberatoria)
“ Accetto di buon grado la vostra richiesta” 

Innocenzo : 
“Ed io sono ben lieto di suscitare la vostra ilarità”

Olimpia : (ancora tra le risa)
“ Vi prego di perdonarmi ... E’ che ... riuscite sempre a cogliermi di sorpresa !”

Innocenzo :
“ Voi mi lusingate, ben pochi su questa terra possono vantare tale privilegio...”

Olimpia : (più seria)
“ Ve lo assicuro... voi soltanto.”

Innocenzo : 
“ ... Or su andate Olimpia. Ma tornate presto a donarmi il conforto della vostra presenza”

Olimpia : 
“ Sì ... (esita un attimo) ...Gian Battista” 

musica
passaggio di tempo

Il narratore va a sedersi sulla poltrona che ha lo schienale di spalle al pubblico. Innocenzo resta nella sua postazione. Olimpia si adagia sulla poltrona rivolta verso il pubblico, appare affaticata, respira con difficoltà e qualche volta trascina le parole.

Olimpia : 
“ Volete concedermi l’onore di porgermi il vostro braccio Santo Padre ?” 
( allunga il braccio verso l’alto)

Innocenzo : 
“ L’onore è tutto mio ”

Olimpia : ( sorride, ma sembra più una smorfia di dolore)
“Ora tocca a me farvi da cicerone ... Proprio come voi ... Rammentate le nostre passeggiate romane ? 

Innocenzo : 
“ Sì”

Olimpia : 
“ Vedete com’è buffa la vita? Allora non avrei mai osato tenervi sotto braccio come adesso ...Avevo troppa paura delle malelingue”

Innocenzo: 
“... La memoria mi riporta a quel giorno trascorso alla riscoperta di antiche bellezze ” 

Olimpia : 
“ ... Voi mi camminavate al fianco, quando a un tratto vi fermaste e mi prendeste la mano”

Innocenzo : 
“ Tutti e due chiudemmo gli occhi”

Olimpia : 
“ Per me quel contatto fu come un’ustione. Poi mi lasciaste la mano e indifferente riprendeste a camminare ...come prima ”

Innocenzo : 
“ Anche se nulla per me poteva più essere come prima .” 

Olimpia : 
“ ... Ed io vagavo col pensiero alle infinite possibilità che la nostra intesa ci avrebbe procurato”

Innocenzo : 
“ E così è stato”

Olimpia : 
“ Ieri vi ho fatto una domanda alla quale non avete risposto”

Innocenzo :
“ Ieri ?”

Olimpia : 
“ Sì ... quando avete detto di aver approfittato di certe mie debolezze ... Lo so, avete aggiunto che toccava a me farlo, ma ...”

Innocenzo : 
“ Ma non ne capivate il perché. Ora lo sapete ? ”

Olimpia : 
“ Sì ( dopo un attimo di silenzio) Voi ... mi volevate ? ”

Innocenzo : 
“Me lo impediva la ferma convinzione che se avessi ceduto agli impulsi della carne, avrei negato la mia e la vostra dignità ”

Olimpia : 
“ Lo credete ancora ?”

Innocenzo : 
“ Quanto tormento per le nostre anime ! Perdonatemi Olimpia” 

Olimpia :
“ Non avete nulla da rimproverarvi. In tutta la mia vita mi sono sentita sempre sola ... tranne che con voi.” 

( Olimpia si addormenta)

Innocenzo : 
“Dormite Olimpia , può farvi solo bene un lungo sonno ristoratore ”

musica ( una ninna nanna)

Innocenzo e il narratore si scambiano la postazione : Innocenzo va a sedersi sulla poltrona di spalle al pubblico e il narratore prende posto al leggio centrale, ha indossato di nuovo il cappuccio nero, da questo momento in poi interagirà con il nome di “ombra” 

ombra :
“ Che struggente visione è un letto di morte, il tuo volto è livido e tumefatto ; tu non sospettavi neanche i risvolti dell’ignobile malanno che ti divora la carne ... Davvero credevi che rifugiandoti qui , saresti scampata al flagello divino ? La peste mia cara, non si tira mai indietro ; è sempre generosa e non guarda in faccia nessuno che sia papa o villano! E non c’è mai peccatore che ne venga risparmiato. Arrivando qui., quale sorte avversa hai trovato ad accoglierti! La peggiore delle pene: morire in solitudine sul filo dei ricordi ... Non sai che la memoria beffarda si prende gioco dei morenti ? Ah povera Pimpaccia ! Che scherzi meschini architetta la febbre ! Non vedi le nubi oscure radunate nel cielo della tua solitudine ?... Non lo senti il silenzio riecheggiare tra le stanze desolate di San Martino? Mi senti Olimpia ?” 

Olimpia : (ancora assonnata)
“ Santità ... siete ancora qui!”

ombra : (fa no con la testa)
“Il dolore ti ha offuscato la mente ”

Olimpia : ( ridestandosi) 
“Chi sei tu?”

ombra : 
“ Un umile servo altezza” 

Olimpia. (allarmata)
“ Dove sono le mie ancelle ?”

ombra : 
“Rifugiate nelle campagne viterbesi, non ricordi ? Ci siamo solo noi due qui, soltanto io e te”

Olimpia : 
“ ... Però tu non sei fuggito con gli altri , non hai paura del contagio ?”

ombra : 
“ Il mio posto e’ qui con te”

Olimpia : 
“ Perché ? ”

ombra : 
“ Devo prendere qualcosa che mi appartiene ”

Olimpia : 
“ Che cosa ?”

ombra : 
“Ciò che hai di più prezioso”

Olimpia : 
“Ora capisco ... vuoi derubarmi ! ”



ombra : 
“Mi credi un ladro ? beh’ forse ... se mi costringerai, ma sappi che non mi limiterò a ghermire” 

Olimpia. 
“ Ladro maledetto !... Non ti darò il mio forziere !”

ombra : 
“ Come preferisci, non te l’ho chiesto”

Olimpia : 
“ Allora prenditi l’argenteria e vattene”

ombra : 
“ Troppo facile, io non posso andarmene, noi due siamo legati, indissolubilmente”

Olimpia : 
“ Ma io non ti conosco”

ombra : 
“ Oh sì invece ! Per lungo tempo hai finto di non accorgerti di me, mi hai costretto ad assistere impotente alle tue malefatte ! la tua indifferenza mi impediva di intervenire”

Olimpia : 
“ Tu vaneggi ! Sei un folle !”

ombra : 
“ Direi piuttosto il frutto della tua follia”

Olimpia : 
“Lasciami stare, ma non hai pietà di chi sta morendo ?”

ombra : 
“ Ora mi parli di pietà. Perché tu, sai cos’è la pietà ?” 

Olimpia : 
“ Io mi sono sempre prodigata per i più bisognosi”

ombra : 
“Alludi a quelle che chiami opere di carità cristiana ? 
(lei annuisce) Piccole donazioni officiate al solo scopo di esibire il tuo prestigio !” 

Olimpia : 
“ Come osi ? Chi ti da il diritto ...”

ombra : 
“ Tu ! Ora dimmi : sicura di non riconoscermi ?” 

Olimpia : 
“ Non ti ho mai visto prima d’ora”

ombra : 
“ Va bene, ma sappi che un giudizio inesorabile ti attende, e dal quale peso, sembra che la peste abbia voluto sollevarti ...”

Olimpia : 
“ ... Tutto questo è pazzesco !” 

ombra : 
“ E’ giunto il momento di portare a degna conclusione il processo intentato contro di te da Santa Romana Chiesa. sei pronta a confessare le tue colpe ?” 

Olimpia : 
“ No! E tantomeno a te ” 

ombra : 
“ Come vuoi. Prima di procedere alla lettura degli atti, come intendi dichiararti; colpevole o innocente ?”

Olimpia : 
“Quegli ipocriti principi della chiesa ! Mi accusano di essermi prestata ai loro stessi intrighi ! macchinazioni atte ad elevarli alle più alte cariche”

ombra :
“ Non sei tu l’artefice di quelle infime bassezze ? ”

Olimpia : 
“ Si sono serviti di me senza farsi tanti scrupoli”

ombra : 
“Ci sono ben nove capi d’accusa a tuo carico” 

Olimpia :
“...E una volta raggiunto l’obbiettivo, vogliono crocifiggermi per mettersi in pace con la coscienza ”

ombra : 
“Non ti dice niente questo ? : ... per chi vuole qualche grazia dal sovrano, aspra e lunga è la via del Vaticano ; ma se è persona accorta, corre da Donna Olimpia a mani piene e ciò che vuole ottiene ...”

Olimpia : 
“ Sono solo illazioni !”


ombra : 
“ Tu hai estorto denaro alla patria, per il tuo giovamento” 

Olimpia : 
“ Mai per me ! Prima ho sempre pensato al bene della mia famiglia !”

ombra : 
“ Sottraevi i salari, usando violenza ai funzionari” 

Olimpia : 
“ Non ho mai fatto del male a nessuno”

ombra : 
“Olimpia Maidalchini ; riconosci la gravità delle accuse mosse a tuo carico?”

( si odono delle campane a morto)

Olimpia : 
“ Senti ? Sta suonando la mia ora !”

ombra : 
“ Riconosci le tue colpe, prima che sia troppo tardi !”

Olimpia : 
“ ... Non le mie colpe ; ma i miei peccati. ( poi gridando) ho bisogno di un prete ! Mi devo confessare! ”

Il narratore va a collocarsi in piedi accanto alla poltrona sulla quale è adagiata Olimpia

ombra : ( tono suadente) 
“ Eccomi, sono qui figliola ” 

Olimpia : 
“ Padre, mi minacciano di scomunica ...quelli che mi accusano, spinti dall’ invidia son ricorsi alla calunnia, ma ... poi ce ne sono altri, che io temo di più, perchè costoro dicono il vero”

ombra: 
“ Confessa ... per la salvezza dell’anima tua ” 

Olimpia : 
“ sì ... ho peccato di superbia, avidità... e cupidigia ! 

ombra :
“ Libera la tua coscienza, ti ascolto”



Olimpia : 
“In molti modi ho assecondato la mia natura ambiziosa e vanesia ; più volte, per il gusto del lusso, su mia istanza, ho imposto tasse e gabelle ... io abbellivo Roma mentre affamavo il popolo!”

ombra : 
“ Hai affamato il popolo ”

Olimpia. 
“Sì, inoltre ho sottratto alla chiesa le sue pietre più preziose e altri sacri tesori secondo il mio piacere ”

ombra : 
“ Ti sei impossessata dei beni della Santa Sede !”

Olimpia : 
“ E non è tutto... ho approfittato della mia influenza sul pontefice per elevare a cardinali degli uomini politici ... la mia è stata una condotta indegna della sua fiducia ... fino allo scadere dei suoi ultimi giorni ... ”

ombra : 
“ Ora ti penti delle tue azioni ?”

Olimpia : ( dopo un attimo di silenzio)
“ e Dio mi perdonerà ?”

ombra. 
“ Figliola, non si scende a patti con Dio !”

Olimpia : 
“ Mi prostrerò ai suoi piedi ... per implorarne la pietà ” 

ombra : 
“ Beh’, così facendo egli accoglierà la tua supplica”

Olimpia : 
“ Datemi l’assoluzione padre, il mio tempo sta per scadere !”

ombra : 
“ Ora sei pronta per la verità ? ”

Olimpia : 
“ sì”

ombra : 
“ Allora guardami bene Olimpia, (lei alza gli occhi su di lui) cosa vedi ?”



Olimpia : 
“ Oh mio Dio ! ( si alza, allunga il braccio verso l’ombra, poi si tocca la faccia con le mani) che struggente pena per me stessa ! Sono sola, mi resto solo io !” (avanza lentamente verso l’ombra)

Innocenzo : (dalla sua postazione)
“ ... Mi sono chiusa nella mia stanza ad aspettare che l’oblio mi sollevasse dal peso che mi opprimeva ... da fuori arrivavano i bagliori delle torce che si riflettevano sul muro, in quelle ombre deformi mi sembrava di riconoscere i volti degli affetti a me più cari ... ero sola, mi ripetevo, mi resto solo io.” 

ombra : ( che ha allargato le braccia, ed ha accolto Olimpia a sé , avvolgendola dentro il mantello) “ E’ giunta l’ora di andar via, tu a morire, io a vivere eternamente, (facendo un giro lento su se stesso si volta di spalle) chi di noi vada incontro a una sorte migliore, ci è ancora del tutto ignoto, fuorché al buon Dio.” 

Buio