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di Giacomo Mazzuoli

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Cortona


Particolare del Lampadario di Cortona. Bronzo etrusco del VI secolo a.C. La decorazione presenta al centro un’orrida gorgone circondata da una fascia di animali lottanti e da una con onde e delfini. Cortona, Museo dell'Accademia Etrusca

 

Cortona fu una delle più importanti città etrusche dell'Etruria interna. Lo testimonia il dibattito sulle sue nobili origini che è persino sfociato nel mito: secondo Dionigi di Alicarnasso la città, di fondazione umbra, sarebbe stata conquistata dai Pelasgi guidati dal re Nanas, un eroe da taluni identificato con Ulisse. Le fonti storiche confermano comunque l'importanza di Cortona che resistette all'attacco di Annibale del 217 a.C. e combattè contro Roma insieme a Perugia e Arezzo. L'attuale città occupa lo stesso luogo dell'antica che forse si chiamava Curtun. Le costruzioni che si sono succedute nel tempo hanno quasi completamente cancellato le vestigia etrusche ad esclusione delle mura che conservano ancora numerosi tratti dell'originale perimetro risalente al V-IV secolo a.C. Al di fuori della città si trovano le necropoli, con cinque importanti tombe: i due Meloni del Sodo, il Melone di Camucia, le Tanelle di Angori e Pitagora. I tumuli del Sodo, sono così chiamati meloni per la loro forma emisferica. Il più antico (VI secolo a.C.) ha un diametro di circa 60 metri, orientato in direzione sud-ovest, si compone di un dromos piuttosto breve che immette in un vestibolo pressoche quadrato, da cui si prosegue per altre due stanze consecutive, anch'esse quasi quadrate. Queste due stanze sono disposte come un corridoio su cui si aprono cinque camere, tutte con volte a tholos parzialmente restaurate: una, più grande, sul fondo e due per ciascun lato. Un'iscrizione ci informa che questo è il sepolcro di Arnt Mefanates e Velia Capisnei. Il tumulo più recente (VI secolo a.C.) detto il Melone del Sodo II  ha un diametro di circa 60 metri e la sua conservazione è notevolmente compromessa, anche a causa della infiltrazioni della falda acquifera. La tomba principale, già violata in antico, fu compiutamente esplorata dagli archeologi negli anni 1927-1928. Un lungo dromos d'accesso (di circa metri 8,8 x 1,8) immette, attraverso un portale con imponente architrave monolitico squadrato e rifinito, a due vestiboli rettangolari consecutivi introducenti, a loro volta, a sei celle laterali e alla camera principale sul fondo.

Il Melone di Camucia, anch’esso con 60 metri di diametro e un’altezza di circa 14 metri, contiene due sepolcri, uno dei quali scoperto da Alessandro François nel XIX secolo e presenta dromos, vestibolo e sei camere coperte a pseudo cupola. La tanella (nome locale per tomba) di Pitagora è così chiamata per la confusione fatta in passato tra Cortona e Crotone, città dove il filosofo visse realmente. La sua originale struttura, databile intorno al II secolo a.C., poggia su di un tamburo circolare e consta di un breve corridoio e di una camera rettangolare con volta a botte. La tanella di Angori, a poca distanza da quella di Pitagora, è poco più grande ma in peggiori condizioni di conservazione. A Cortona è allestito, a Palazzo Casali, il museo dell’Accademia Etrusca. I due oggetti più rappresentativi sono il cosiddetto lampadario di Cortona e la tabula cortonensis. Il lampadario è una splendida opera in bronzo datata V secolo a.C. del peso di 57 chilogrammi ed è stato rinvenuto casualmente nel 1840 in un fossato vicino la città. La decorazione presenta al centro un’orrida gorgone circondata da una fascia di animali lottanti e da una con onde e delfini. I 16 beccucci dove ardeva l’olio sono retti da otto satiri itifallici e da otto sirene o arpìe. Tra un beccuccio e l’altro è una testa di Acheloo (toro con volto umano). E’ evidente, oltre l’elevato contenuto estetico dell’opera, il forte valore simbolico, intuibile per esempio dalla fascia con i delfini, che rappresenterebbe l’Oceano che circonda il mondo; il numero dei beccucci (16) fa pensare al simbolismo cosmico degli etruschi (sedici sono le parti in cui è diviso il cielo secondo l’etrusca disciplina). Per quanto riguarda la tabula cortonensis,una lamina in bronzo con iscrizioni etrusche spezzata in otto parti scoperta nel 1992, rimandiamo al nostro servizio (clicca qui).

 

La Tanella di Pitagora ( II secolo a.C.)

Veduta da sotto del lampadario di Cortona La tanella di Angori
 
 
Interno del tumulo di Camucia Il tumulo di Camucia
 
Il melone del Sodo II, Altare
 
 
 
Il melone del Sodo II, interno

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