Particolare del Lampadario di
Cortona. Bronzo etrusco del VI secolo a.C. La decorazione presenta al
centro un’orrida gorgone circondata da una fascia di animali lottanti
e da una con onde e delfini. Cortona, Museo dell'Accademia Etrusca
Cortona fu una delle più importanti città
etrusche dell'Etruria interna. Lo testimonia il dibattito sulle sue
nobili origini che è persino sfociato nel mito: secondo Dionigi di
Alicarnasso la città, di fondazione umbra, sarebbe stata conquistata dai
Pelasgi guidati dal re Nanas, un eroe da taluni identificato con Ulisse.
Le fonti storiche confermano comunque l'importanza di Cortona che
resistette all'attacco di Annibale del 217 a.C. e combattè contro Roma
insieme a Perugia e Arezzo. L'attuale città occupa lo stesso luogo
dell'antica che forse si chiamava Curtun. Le costruzioni che si
sono succedute nel tempo hanno quasi completamente cancellato le vestigia
etrusche ad esclusione delle mura che conservano ancora numerosi tratti
dell'originale perimetro risalente al V-IV secolo a.C. Al di fuori della
città si trovano le necropoli, con cinque importanti tombe: i due Meloni
del Sodo, il Melone di Camucia, le Tanelle di Angori e Pitagora. I tumuli
del Sodo, sono così chiamati meloni per la loro forma emisferica. Il più
antico (VI secolo a.C.) ha un diametro di circa 60 metri, orientato in
direzione sud-ovest, si compone di un dromos piuttosto breve che
immette in un vestibolo pressoche quadrato, da cui si prosegue per altre
due stanze consecutive, anch'esse quasi quadrate. Queste due stanze sono
disposte come un corridoio su cui si aprono cinque camere, tutte con
volte a tholos parzialmente restaurate: una, più grande, sul fondo
e due per ciascun lato.
Un'iscrizione ci informa
che questo è il sepolcro di Arnt Mefanates e Velia Capisnei.
Il tumulo più recente
(VI secolo a.C.) detto il Melone del Sodo II
ha
un diametro di circa 60 metri e la sua conservazione è notevolmente
compromessa, anche a causa della infiltrazioni della falda acquifera. La
tomba principale, già violata in antico, fu compiutamente esplorata dagli
archeologi negli anni 1927-1928. Un lungo dromos d'accesso (di
circa metri 8,8 x 1,8) immette, attraverso un portale con imponente
architrave monolitico squadrato e rifinito, a due vestiboli rettangolari
consecutivi introducenti, a loro volta, a sei celle laterali e alla
camera principale sul fondo.
Il Melone di Camucia, anch’esso con 60 metri di
diametro e un’altezza di circa 14 metri, contiene due sepolcri, uno
dei quali scoperto da Alessandro François nel XIX secolo e presenta
dromos, vestibolo e sei camere coperte a pseudo cupola. La tanella
(nome locale per tomba) di Pitagora è così chiamata per la confusione
fatta in passato tra Cortona e Crotone, città dove il filosofo visse
realmente. La sua originale struttura, databile intorno al II secolo
a.C., poggia su di un tamburo circolare e consta di un breve
corridoio e di una camera rettangolare con volta a botte. La tanella
di Angori, a poca distanza da quella di Pitagora, è poco più grande
ma in peggiori condizioni di conservazione. A Cortona è allestito, a
Palazzo Casali, il museo dell’Accademia Etrusca. I due oggetti più
rappresentativi sono il cosiddetto lampadario di Cortona e la
tabula cortonensis. Il lampadario è una splendida opera in bronzo
datata V secolo a.C. del peso di 57 chilogrammi ed è stato rinvenuto
casualmente nel 1840 in un fossato vicino la città. La decorazione
presenta al centro un’orrida gorgone circondata da una fascia di
animali lottanti e da una con onde e delfini. I 16 beccucci dove
ardeva l’olio sono retti da otto satiri itifallici e da otto sirene o
arpìe. Tra un beccuccio e l’altro è una testa di Acheloo (toro con
volto umano). E’ evidente, oltre l’elevato contenuto estetico
dell’opera, il forte valore simbolico, intuibile per esempio dalla
fascia con i delfini, che rappresenterebbe l’Oceano che circonda il
mondo; il numero dei beccucci (16) fa pensare al simbolismo cosmico
degli etruschi (sedici sono le parti in cui è diviso il cielo secondo
l’etrusca disciplina). Per quanto riguarda la tabula cortonensis,una
lamina in bronzo con iscrizioni etrusche spezzata in otto parti
scoperta nel 1992,
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