di Giacomo Mazzuoli

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San Giovenale




 


Veduta dell'abitato
di San Giovenale
La tomba della sedia (necropoli di Casale Vignale)
Veduta dell'abitato
di San Giovenale
La tomba della sedia (necropoli di Casale Vignale)

Interno di una tomba della necropoli di Casale Vignale

Interno di una tomba della necropoli di Casale Vignale
Interno di due tombe della
necropoli di Casale Vignale
  L’abitato etrusco di San Giovenale, posto sul pianoro dove sorgono i resti della chiesetta consacrata a Giovenale, vescovo di Narni, prende il nome dal santo poiché non si conosce quello dell’antico insediamento. Potrebbe trattarsi di Contenebra o Cortuosa, entrambe conquistate dai Romani nel 388 a.C., ma non ci sono dati certi che possano confermare tale attribuzione. E' questa una delle rare aree archeologiche etrusche di cui sono rimaste consistenti testimonianze dell'originario abitato. Gran parte del merito delle scoperte va all'Istituto Svedese di Studi Classici ed allo stesso re Gustavo di Svezia che a partire dal 1956 hanno portato avanti numerose campagne di scavo. I lavori portarono alla luce grandi quantità di ceramiche del periodo e in diversi casi anche piccoli canali di forma ovale scavati nella roccia.    

Filmato sull'attività dell'Istituto Svedese di Studi Classici negli scavi di San Giovenale
 




Veduta dell'insediamento abitativo di San Giovenale (1)

 


Grande tomba a tumulo
 


Ingresso della grande tomba a tumulo
 
Grande tomba a tumulo e ingresso

Interno della grande tomba a tumulo

La tagliata delle Poggette
Interno della grande tomba a tumulo La tagliata delle Poggette
  In questi canali poggiavano le pareti esterne delle capanne realizzate di rami intrecciati e fango e rivestite di argilla. Le capanne ovali scompaiono - forse vengono distrutte - intorno al 700-675 a.C. e nella fase successiva troviamo case di forma rettangolare, anch’esse definite capanne, in quanto ancora costruite di rami e fango con tetto di canne. Intorno al 625 a.C., all’inizio del cosiddetto periodo arcaico, sorgono nell’intera area di San Giovenale abitazioni ben costruite, a pianta rettangolare ed in numero notevole. E’ in questa fase che si può cominciare a parlare di una cultura etrusca. Queste abitazioni erano costruite con blocchi di tufo regolari e dotate di tetto spiovente in tegole. Nella parte orientale, nel Borgo, si trova l’area più vasta di abitazioni preservate. Gli edifici sorgevano ai piedi di una parete di tufo verticale, probabilmente scavata dall’uomo, che ha ne protetto i resti.  
 
  Sono ancora visibili resti di focolari e vasche. Sembra che la città sia stata distrutta da un terremoto intorno al 550-530 a.C., come mostrano alcune spaccature nella parete di tufo. Intorno all'insediamento abitativo, come consuetudine, sorsero le necropoli: Grotte Tufarina, Porzarago, Le Grotticelle, Le Poggette, Cammerata, Montevangone e il Terzolo. La più notevole e facilmente visitabile in quanto immediatamente prossima all'acropoli è quella di Casale Vignale con una notevole varietà di tipologie delle tombe, da quelle ipogee a camera e sezione ogivale di ascendenza tarquiniese, ai grandi tumuli di ispirazione ceretana per finire a quelle rupestri a dado e semidado. Una strada tagliata nel tufo conduceva dalle necropoli al Borgo, si tratta della cosiddetta Tagliata delle Poggette ai cui lati furono scavate delle tombe rupestri. L'area archeologica è interessante anche per i resti medioevali della Cappella di San Giovenale che qui vene sepolto nel 386 e per il Castello dei Di Vico del XIII secolo.   
 


 


Resti della cappella di San Giovenale


Il castello dei Di Vico (XIII secolo)
Resti della cappella di San Giovenale Il castello dei Di Vico (XIII secolo)
 

Tutte le foto esclusa la (1) sono di G. Mazzuoli  

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