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di Giacomo
Mazzuoli |
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Tuscania |
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Piantina
delle necropoli
di Tuscania(1) |
Disegno
che ricostruisce il giardino dei fratelli Campanari con i sarcofagi
delle tombe di Tuscania (2) |
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Ci sono molte leggende sull'origine di Tuscania: le più
note la vogliono fondata o da Ascanio, figlio di Enea,
o da Tusco figlio di Ercole e di Araxe, mitica
regina degli Sciiti. In ogni caso le origini sono molto antiche, con
testimonianze riconducibili all'Età del Bronzo. L'abitato antico
occupava probabilmente l'odierno colle di San Pietro, dove si
conservano strutture romane e medievali. Anche a Tuscania nel corso
del VI sec. a. C. i sepolcri si dispongono ad occupare le pendici
dei pianori già interessati da tombe ipogeiche per lo più con
copertura a tumulo. L'area ove insisteva l'abitato etrusco
corrisponde assai verosimilmente al colle della città moderna, con
propaggini sino a quello di San Pietro, mentre a sud del moderno
abitato si sviluppò la città romana, in corrispondenza delle due
alture ove si situano le chiese romaniche di San Pietro (le mura
della quale poggiano su quelle etrusche) e di Santa Maria.
Scavi condotti negli anni Settanta sul colle di San Pietro hanno
infatti portato alla scoperta di un villaggio di capanne
protostorico al quale, dal VII secolo a.C., si sovrappose l'abitato
etrusco destinato a occuparne l' area sino ad epoca ellenistica.Le
numerose necropoli disposte a corolla per un raggio di alcuni
chilometri costituiscono tuttavia una sicura testimonianza della
vitalità di questo centro a partire dall'epoca Orientalizzante (VII
secolo a.C.).
Tuscania mantenne una sua identità culturale e politica anche in epoca
ellenistico-romana (IV-I secolo a.C.): tale fioritura coincise anche
con l'istituirsi di significative relazioni politiche e culturali
con la vicina Tarquinia, con la quale membri della locale
aristocrazia stabilirono saldi legami grazie a vincoli matrimoniali.
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Particolare della tomba a dado in loc.
Pian di Mola
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La rilevanza di Tuscania nei secoli della romanizzazione è
evidente anche dagli epitaffi rinvenuti in alcuni complessi tombali,
nei quali si celebrano i cursus honorum di personaggi della famiglia
che giunsero a rivestire cariche politiche e sacerdotali di alta
rilevanza. Di alcune di queste famiglie, quali i Curunas,
sono state scoperti i sepolcri ancora intatti, con corredi funebri
ricchissimi e le deposizioni in sarcofago, esposti oggi al Museo
Archeologico Nazionale di Tuscania.Oltre ai Curunas, altre
famiglie magnatizie locali erano quelle degli Statlanes, la
cui tomba conteneva in origine ben cinquanta sarcofagi (un tempo
nella Collezione Campanari), dei Vìpinanas, con ventiquattro
(o ventisette) sarcofagi, scoperta nella prima metà dell'Ottocento,
e dei Trepties, con venti sarcofagi in terracotta e in nenfro.
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L’uso massiccio del sarcofago, che caratterizza fortemente la
Tuscania etrusca, è testimoniato anche nelle piccole necropoli
rustiche del territorio circostante e ciò dimostra una nuova
politica economica nello sfruttamento agrario da parte delle
famiglie aristocratiche della città. La costruzione della via
Clodia, che pose stabilmente Tuscania in collegamento con altri
centri dell'entroterra etrusco, dovette costituire un fattore non
trascurabile al fine della mobilità di questo comparto territoriale.
In epoca romana il centro, come la metropoli tarquiniese, fu ascritto
alla tribù Stellatina. Nel Medioevo fu ribattezzata
Toscanella e nel 1837 le sue tombe divennero note anche nel mondo
anglosassone grazie all'Esposizione, di risonanza europea, che si
tenne a Londra nel quartiere del West End: la mostra fu organizzata
dagli archeologi fratelli Campanari (Carlo, Secondiano e Domenico) e
in quell'occasione Tuscania si guadagnò la fama di "città dei
sarcofagi etruschi", poiché furono proposte le ricostruzioni
nell' ambito delle quali i sarcofagi fra i quali quelli ellenistici
dei Vìpinanas venivano suggestivamente riambientati.
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La
necropoli della Madonna dell'Olivo |
L'interno
della tomba della Regina |
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Ricostruzione
della tomba a Portico |
Tomba
a casa nella
necropoli della Peschiera |
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Reperti
conservati al museo di Tuscania |
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Le necropoli
Le necropoli tuscanesi sono numerose e concentrate soprattutto a
nord e a sud del colle di San Pietro. Le necropoli settentrionali -
Peschiera, Pian di Mola, Castelluccio - si distribuivano
lungo le valli del Maschiolo e del Marta, mentre sul versante
opposto erano i plessi cimiteriali di Ara del Tufo, Madonna
dell’Olivo, Scalette, Carcarello e Sasso Pizzuto.
Altri nuclei di tombe sono stati rinvenuti a San Lazzaro e San
Giusto (VIII-VII secolo a.C.), Castelluzza (V-IV secolo
a.C.), Doganella, Sughereto, San Giuliano, Rosavecchia e Val
Vidone. Complessi funerari ellenistici di rilievo si trovano, in
particolare, a Madonna dell'Olivo (tombe dei Curunas e la
cosiddetta "Grotta della Regina", le quali hanno entrambe
restituito oltre trenta sarcofagi, alcuni esposti all' aperto nelle
adiacenze della chiesa di San Pietro).
La necropoli di Pian di Mola consta di un settore monumentale
costituito da un intero allineamento di tombe a casa dal suggestivo
effetto scenografico.
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Tra queste ultime emerge per eccezionalità di impianto e
di apparato decorativo una tomba con Portico dotata di un
colonnato sulla fronte e arricchita da cippi, sculture ed
altri elementi collocati sul tetto (statue di sfingi e
leoni, acroteri a disco) e sulla modanatura della copertura
del portico (piccole sculture di felini). Una scala laterale
permetteva l'accesso al terrazzo-piattaforma per le esigenze
del culto funerario. Di fronte, nella necropoli della
Peschiera, si conserva un bell'esempio di tomba del tipo a
casa con tetto displuviato, sviluppatosi dal più comune tipo
a semidado o a dado.
Il museo
Nell'ex convento di Santa Maria del Riposo, di aspetto rinascimentale, è
allestito il Museo Archeologico che, nelle quattro sale del
piano terreno, custodisce gli arredi tombali delle famiglie
Curunas e Vipinanas. Al piano superiore sono disposte tre
sale, la prima con acroteri a figure di animali rinvenuti
presso la tomba con Portico, la seconda con tre coperchi di
terracotta della fine del III sec., la terza con i corredi
funerari provenienti dalla necropoli dell'Ara del Tufo
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(1) dal sito del Comune di Tuscania (2) dal sito
http://www.penelope.uchicago.edu |
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