IL TEMPIO ETRUSCO

 Terza parte: i templi di Tarquinia, Fiesole e Marzabotto


 

Stampa

Prima parte
Seconda parte
 
 

di Giacomo Mazzuoli

Clicca sull'immagine per corrispondere con l'autore


TARQUINIA

Il resti del tempio denominato Ara della Regina sorgono sul pianoro detto di Pian di Civita dove si trovava l'antica acropoli tarquiniese. Le dimensioni del tempio (m. 44 x 25) sono notevoli, anche se i resti visibili si riferiscono alle modifiche di età romana. Il tempio, nelle forme grandiose che si possono ammirare, risale al IV secolo a.C. Fu costruito su un enorme basamento ed è fiancheggiato da due strade, provenienti dalla città e dal fondovalle e convergenti verso l'accesso al monumento, orientato all'incirca est-ovest. l tempio è decentrato verso il Nord rispetto al grande basamento, cosi da lasciar spazio ad oriente e a mezzogiorno ad un ampio terrazzo interrotto sulla fronte da una scalinata incorniciata da due avancorpi; dal terrazzo una rampa centrale tra due ali a gradini conduce al podio dell'edificio sacro la cui pianta ricalca liberamente quella del "tempio tuscanico" ad alae, e consistente in una cella preceduta da uno spazio con colonne e fiancheggiata da due corridoi (alae) aperti sulla fronte. Le colonne ed il paramento esterno, arricchito con cornici modanate, erano realizzati in nenfro mentre le strutture lignee del tetto erano decorate con una serie di rivestimenti di terracotta policroma: tra questi la celebre lastra ad altorilievo con coppia di cavalli alati applicata, secondo la moda etrusca, ad uno dei travi principali del frontone e conservata al Museo Nazionale di Tarquinia. Gli scavi più recenti hanno mostrato che questo fastoso edificio aveva incorporato un altro preesistente tempio della prima metà del VI secolo.

  Il tempio dell'Ara della Regina nell'acropoli di Tarquinia

Il tempio dell'Ara della Regina nell'acropoli di Tarquinia 

Ricostruzione del tempio di Tarquinia

I cavalli alati di Tarquinia che decoravano il tempio Ara della Regina

 

 IL TEMPIO DI FIESOLE

 
  L'area archeologica di Fiesole   Le due are poste di fronte al tempio di Fiesole   Il tempio di Fiesole
L'area archeologica di Fiesole Le due are poste di fronte al tempio di Fiesole Il tempio di Fiesole

 

Ciò che rimane del tempio etrusco-romano di Fiesole, risalente al IV - III secolo a.C., sorge nella parte nord dell'area archeologica. La pianta dell' edificio è rettangolare con una sola cella centrale e due antae* coincidenti con la linea esterna dello stilobate**. Fra queste avevano posto le colonne, di cui oggi non si ha alcuna traccia. La parte anteriore del tempio era completamente vuota; alla cella si accedeva tramite un gradino; il tetto copriva anche le alae senza sporgere eccessivamente. Davanti alla scalinata d' ingresso del tempio vi era un altare con cornice ad ovoli. La ricostruzione dell' edificio in età romana vide la creazione di un nuovo piano, della copertura della scalinata, dell' altare e della nuova scalinata. Nei pressi dell' ara etrusca si pose la più grande ara romana. Il tempio cadde in disuso nel V sec. d.C. e tra le rovine venne creata una grande necropoli longobarda.


* Elementi architettonici che costituiscono l’estremità aggettante dei muri della cella  ** Piano di posa delle delle colonne di un tempio

I TEMPLI DI MARZABOTTO
In una piccola altura che domina l'acropoli di Marzabotto sono stati ritrovati, nella seconda metà del XIX secolo, i resti di sei edifici sacri. Attualmente sono visibili quattro di questi sei templi e sono stati denominati con le lettere A, B, C e D. Procedendo da est si incontrano le tracce di fondazione e parte dell’alzato in travertino di un tempio (A), probabilmente a cella unica, accanto al quale è conservato un pozzo con imboccatura rialzata entro podio quadrato, con scala d’accesso e vasca laterale (B). Al centro dell'area sorge l’edificio C, il tempio più grande tra quelli dell’acropoli, gravemente danneggiato nella parte anteriore e laterale est dai lavori ottocenteschi. Restaurato più volte nel corso di oltre un secolo, è stato integrato nelle parti lacunose mediante ghiaia e cemento a livello del piano di campagna. Il tempio C, suddiviso internamente in tre celle, era un tipico tempio tuscanico con la parte posteriore occupata dalle celle e quella anteriore aperta, con doppia fila di quattro colonne. L’alzato, in legno o in mattoni crudi, sosteneva un tetto coperto di tegole e coppi; le tegole di gronda dipinte e i coppi terminali chiusi da antefisse con palmette a rilievo, ravvivate dal colore, costituivano la decorazione dell’alzato. A ovest del tempio è situato un altare (D), di pianta quadrata, costruito con ciottoli a secco e rivestito esternamente da modanature in travertino: l’accesso avveniva  tramite una scalinata di cinque gradini. Nel punto più alto dell’acropoli, a ovest dell’altare (D), si trovava una quinta struttura (Y) composta da un podio rettangolare preceduto da una rampa di almeno tre gradini: tale costruzione, di cui oggi non resta nulla sul terreno, è stata interpretata come auguraculum, una sorta di osservatorio rituale, posto ai margini dell’area urbana e in posizione elevata, dal quale l’Augure, doveva essere in grado di osservare l’intera città e parte della campagna circostante.
A mezza costa lungo il pendio di Misanello, a una quota inferiore rispetto al pianoro dei templi, sporgono porzioni di muri pertinenti a un sesto edificio (E), il cui orientamento differisce sia dai restanti monumenti dell’acropoli, sia dalla città bassa.


 

  Pianta degli edifici sacri di Marzabotto

  Veduta laterale del tempio D di Marzabotto

Pianta degli edifici sacri di Marzabotto

Veduta laterale del tempio D di Marzabotto

Resti del Tempio D di Marzabotto

 

 


 

TORNA SU