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La Necropoli di Ponte Rotto

  Deriva il suo nome dai resti del grande Ponte a cinque arcate che poneva in comunicazione la porta Est della città di Vulci con la consolare Aurelia, e con l'antica viabilità etrusca che conduceva verso le spiagge tirreniche.
  Il cosiddetto Ponte Rotto di Vulci era, in epoca etrusca, la via di transito tra la città dei vivi e quella dei morti. Oltre la Porta Est il Decumano Massimo si prolungava verso le Necropoli Orientali, quelle della Polledrara e, appunto di Ponte Rotto. Proprio qui si trovano il tumulo della Cuccumella la famosissima Tomba François, vero monumento dell'arte e della storia etrusca, i cui materiali più pregiati, gli affreschi che la decoravano, non si trovano in loco, nè sono fruibili al pubblico. Oggi è possibile visitare il famoso sepolcro su prenotazione e in gruppi. Nei pressi si trovano poi la Tomba delle Iscrizioni e quella del Delfino, ma non sono visitabili per cause statiche e di conservazione. L'esterno dei due sepolcri è visibile proprio nei pressi della Tomba François. Esiste però un vasto settore della necropoli di Ponte Rotto che non solo non è visitabile, ma versa nel degrado e nell'abbandono più totale.

 

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Pianta della necropoli di Ponte Rotto


L'interno della Tomba dei Tori

La Tomba dei Tutes o dei Sarcofagi

Lasciando il Piazzale dove si trova la François si scende di livello e si supera un ponticello di legno, si scavalca una recinzione danneggiata e, sulla rupe che costeggia il sottostante fiume Fiora, si rendono visibili gli ingressi di numerosi ipogei di epoca ellenistica (IV-III secolo a.C). Il primo, chiuso con un cancello, e recentemente restaurato all'esterno, sembrerebbe riferirsi a quello scoperto dall'archeologo Bendinelli, che operò a Vulci nei primi anni del secolo scorso. Di seguito si trova la Tomba delle Due Anticamere, scoperta invece nel corso degli scavi Mengarelli. Questa è caratterizzata da un avancorpo in opera quasi reticolata che assolveva molto probabilmente al contenimento del costone roccioso e che potrebbe essere anche indizio di utilizzo del sepolcro anche in epoca romana. La tomba, pur esistendo un cancello di ferro, è accessibile liberamente ma l'interno versa in condizioni disastrose. Proseguendo verso Nord si raggiunge in breve la piazzetta dove si affacciano gli ipogei più monumentali, quelli dei Tori e dei Sarcofagi.


  La Tomba dei Sarcofagi, appartenuta alla famiglia dei Tutes, è chiusa da un cancello e quindi inaccessibile. E' dotata, oltre che di un lungo corridoio d'ingresso, di un vestibolo sul quale si apre la porta di accesso al sepolcro. L'interno è articolato in una pianta complessa a T rovesciata, simile a sepolcri coevi e alla stessa François, il soffitto è inciso ad imitazione delle abitazioni reali. Sull'atrio si aprono tre porte che immettono in altrettante camere funerarie e quella di sinistra è di particolare pregio, con soffitto a doppio spiovente e columen, alte banchine funerarie. Sulla parete di fondo si conservano ancora tracce di una decorazione pittorica che raffigura una sorta di baldacchino da cui pendono ghirlande vegetali. La camera di sinistra è crollata e inagibile, ma potrebbe aver ospitato in origine i famosi Sarcofagi dei Tutes, appartenenti attualmente alla collezione Torlonia. Adiacente e coeva alla Tomba dei Sarcofagi è quella dei Tarnas o dei Tori. Anche questo sepolcro è caratterizzato da una pianta a T rovesciata e conserva un bel soffitto decorato ad imitazione di modelli reali. L'ingresso è libero se pur avvolto da una fitta vegetazione. Oltre le banchine funerarie all'interno si trovano numerosi sarcofagi frequentemente iscritti; uno di questi era sostenuto in origine da due grandi basi parallelipipede di nenfro anteriormente conformate a protome di toro e oggi conservate nell'atrio del Museo Archeologico di Vulci. Un fitto canneto ci impedisce di proseguire lungo il viale sul quale si affacciano altri ipogei: la tomba o gruppo delle Cinque Camere, rinvenuto praticamente inviolato dal Mengarelli nel 1928 e i cui reperti si trovano conservati nel citato Museo Archeologico; la Tomba dei Due Ingressi, che appartenne alla famiglia dei Tetnies e che presenta, in una delle camere, resti di due figure (forse demoni)scolpite a grandezza naturale nel masso tufaceo, e di una protome umana; la Tomba del Vestibolo o del Pronao Arcuato. Come si vede si tratta di un patrimonio notevole, interessante e pregiato e che, una volta restaurato e reso fruibile costituirebbe un felice completamento della visita alla Tomba François.

Probabile Tomba "Bendinelli"

L'ingresso della Tomba dei due ingressi
L'ingresso della Tomba dei Tori coperto dalla vegetazione Il vestibolo della Tomba dei Sarcofagi L'interno della Tomba dei due ingressi
L'ingresso della Tomba dei Tori coperto dalla vegetazione Il vestibolo della Tomba dei Sarcofagi L'interno della Tomba dei due ingressi