La prima guerra di Castro
 

Cronologia della prima guerra di Castro (1641-1644) nelle Carte Barberini presso la Biblioteca Vaticana


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di Renzo Chiovelli

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  Quella che viene definita come "Prima guerra di Castro", scaturì dagli impedimenti che Odoardo Farnese, duca di Parma, Piacenza, Castro e Ronciglione, poteva arrecare alla politica espansionistica familiare dei Barberini. Gli occasionali contrasti verificati si tra membri delle due casate e soprattutto il deciso proposito del pontefice Urbano VIII, Maffeo Barberini, coadiuvato dai tre nipoti Francesco, Antonio e Taddeo, di sottrarre ad Odoardo il ducato di Castro, creato su parte dei territori del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e dei cui privilegi la famiglia Farnese godeva da alcuni secoli, molto prima di papa Paolo III, portarono inevitabilmente al conflitto, scoppiato nel 1641 e protratto si fino al 1644.
  L'azione dei Barberini contro gli interessi del Farnese, prima dell'invasione e dell'occupazione del ducato castrense, iniziò proprio con l'abolizione dei privilegi commerciali sulle vie di comunicazione e sull'esportazione del grano dai territori farnesiani compresi all'interno dei confini storici dello Stato pontificio.

 
 



Veduta di Castro
[Castrum] lyrae formam imitatur da J. Blaeu, Theatrum civitatum et admirandorum Italiae, Amstelaedami 1663, p.521
 

 
 



Odoardo Farnese (1612 - 1646)
figlio di Ranuccio I.
 

  I mancati introiti di quelle che costituivano le maggiori rendite del ducato di Castro e che permettevano ad Odoardo di assicurare in gran parte i monti di pegno dei Farnese in Roma, dettero vita ben presto alle lamentele dei creditori dei 'Monti farnesiani'. Le rimostranze dei montisti furono subito raccolte dal pontefice che si preoccupò di garantirsi, con ogni mezzo, dal possibile fallimento di questi monti; fino a giungere all'occupazione del ducato castrense ed al successivo sequestro dei beni allodiali dei Farnese nello Stato pontificio.
  L'occupazione del ducato di Castro da parte delle truppe pontificie, incominciò il 27 settembre 1641, dando inizio a quella che può essere considerata la prima fase della guerra. Il conflitto proseguì con l'ingresso dei farnesiani nello Stato della Chiesa, sino alla presa di Acquapendente, che fece temere al pontefice addirittura un possibile nuovo sacco di Roma. La tregua tra i belligeranti imposta dalle trattative di pace di Castelgiorgio ed il successivo ritiro delle truppe farnesiane, segnano la fine di questa prima parte della guerra. Ma i negoziati del trattato di pace fallirono definitivamente il 26 ottobre 1642, a discapito di Odoardo che vide vanificata la sua avanzata nei territori pontifici ed a tutto vantaggio dei Barberini che trovarono così il tempo di riorganizzare le proprie difese.
 
  Dopo alcuni tentativi dei ducali, falliti in partenza, per tentare di riconquistare Castro tramite spedizioni militari via terra e via mare, si giunse alla seconda fase del conflitto, che vide ben presto entrare in azione una lega, costituitasi tra il granduca di Toscana, la repubblica di Venezia e il duca di Modena, favorevole alla restituzione del ducato al Farnese e preoccupata dalle mire espansionistiche dei Barberini. I collegati, che si erano limitati sino ad allora ad appoggiare Odoardo evitando di scontrarsi direttamente con l'esercito pontificio, mossero le proprie truppe contro i barberiniani agli inizi del giugno 1643, dopo che Odoardo era già penetrato in territorio ecclesiastico, occupando Bondeno e Stellata. La prima guerra di Castro terminò con il trattato di pace sottoscritto il 31 marzo e pubblicato il 10 maggio 1644, che restituì il ducato castrense ed i vecchi diritti al Farnese, mentre poco dopo moriva Urbano VIII.
  Sarà il successore di Urbano sul soglio di Pietro, Innocenzo X Pamphili, contrapponendosi al duca Ranuccio II Farnese, ad annettere definitivamente allo Stato pontificio il ducato castrense. Questo nuovo conflitto che va sotto il nome di "seconda guerra di Castro", si concluse il 2 settembre 1649 con la capitolazione del capoluogo del ducato castrense e la successiva demolizione dell'intera città.

  
 



Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini)

  La cronologia che segue, è costituita in gran parte da notizie desunte dalla corrispondenza barberiniana custodita nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Negli archivi vaticani è difatti conservata una considerevole parte del carteggio barberiniano, relativo, soprattutto, all'attività del cardinal nipote Francesco Barberini. Il nucleo più consistente è quello dei codici della biblioteca Barberini, che fu acquistata da Leone XIII ed è conservato nella biblioteca Vaticana dal 1902. Sono stati consultati in particolar modo i codici segnati Barb. Lat. e Vat. Lat., facenti parte degli inventari: "Stato Pontificio. Sezione Militare" "Stato Pontificio. Sezione Civile”; «Stato Pontificio. Sezione Ecclesiastica» e «Inventarium Codicum».

Articolo tratto dalla rivista Biblioteca e Società, edita dal Consorzio per la gestione delle Biblioteche di Viterbo, Inserto allegato al N. 2, Giugno 1994, Anno XIII - Si ringrazia il Presidente del Consorzio per l'autorizzazione alla pubblicazione.
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