Uomini e donne di casa Farnese

Giulia "La Bella", la cortigiana pia


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di Giuseppe Moscatelli

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Qualcosa di Giulia

  Giulia nacque nel Palazzo Farnese di Capodimonte nel 1474. Il luogo di nascita è stato però in questi ultimi tempi messo in discussione da alcuni studiosi (Buda, Panetti) i quali ritengono che la nascita di Giulia avvenne a Canino. Ciò in astratto non può essere escluso, considerato che in questa cittadina ebbe i natali suo fratello Alessandro, il membro più illustre di tutto il casato: colui che nel 1534 diventerà papa con il nome di Paolo III. Non riteniamo tuttavia di doverci discostare da quanto generalmente ritenuto: la famiglia, a quella data, si era ormai "romanizzata" e i luoghi di origine valevano, al più, un soggiorno feriale. E Canino, dove tra l'altro imperversava la malaria, non era certo il più invitante tra i feudi farnesiani. 

  Non conosciamo il giorno e il mese in cui Giulia è nata. Ma ciò non deve sorprenderci: basti pensare che di suo fratello Alessandro, che è stato uno dei papi più importanti della storia della Chiesa, solo nel 2002 è stata ufficialmente riconosciuta la nascita a Canino! Il fatto che Giulia vide la luce a Capodimonte ci fa però presumere che sia nata nel periodo estivo, quando la famiglia tornava in questo "amenissimo luogo" sul lago di Bolsena, antico possedimento farnesiano, per passarvi le ferie. Giulia stessa vi trascorse le estati della sua infanzia e prima giovinezza soggiornando nel castello di famiglia, situato in splendida posizione a picco sul lago, conservandone per tutta la vita un ricordo indelebile.

  Il nonno paterno di Giulia era Ranuccio Farnese "il vecchio", il capostipite della dinastia: colui che nel 1449 edificò sull'isola Bisentina il sepolcro di famiglia realizzato da Isaia da Pisa. Sua nonna, la moglie di Ranuccio, era Agnese Monaldeschi, di antica e nobile stirpe orvietana.
Suo padre era Pier Luigi Farnese, da non confondere con l'omonimo nipote, il dissoluto guerriero figlio di Paolo III che sarà primo Duca di Castro e di Parma e Piacenza, e del quale Giulia è quindi zia. Sua madre era Giovannella Caetani, discendente di quel Benedetto Caetani che nel 1294 divenne papa con il nome di Bonifacio VIII: la bestia nera di Dante, come ogni liceale ben sa, "lo principe d'i novi farisei", come il Poeta ebbe a definirlo, riservandogli l'ottavo cerchio dell'inferno, quello dei simoniaci. Fu proprio grazie al matrimonio tra Pier Luigi e Giovannella che i Farnese si "sprovincializzarono", e dalle rocche e castelli della Tuscia approdarono a Roma. 

  Giulia ebbe quattro fratelli: Angelo, che sposò Lella Orsini; Girolama, che sposò in seconde nozze Giuliano Orsini e del cui tragico destino abbiamo già riferito nella prima parte di questo lavoro; Bartolomeo, che non ebbe figli; e Alessandro, il fratello amatissimo al quale dedicherà la sua vita, favorendo la sua carriera ecclesiastica fino ed oltre la concessione della porpora cardinalizia, ma che non ebbe la gioia di vedere papa: Giulia morì infatti nel 1524, vale a dire dieci anni prima dell'ascesa di Paolo III al soglio pontificio.


   Giulia, come allora usava presso l'aristocrazia, fu educata in convento, a Roma. Qui apprese quanto necessario alla formazione di una fanciulla del suo rango: non solo le discipline tradizionali, ma anche i codici comportamentali ai quali avrebbe dovuto ispirare la sua vita di donna nel rispetto dei valori, usi e consuetudini della società aristocratica del suo tempo. 
Nel 1487, quando aveva solo tredici anni, Giulia restò orfana di padre. Sua madre Giovannella ritenne quindi di dar corso all'accordo già intervenuto tra il marito Pier Luigi e il signore di Bassanello circa il fidanzamento dei figli. 

   Lo sposo promesso era Orsino Orsini, rampollo di una delle famiglie più in vista e potenti del Lazio. Spesso i Farnese, nel corso della loro lunga vicenda storica, incrociarono il loro sangue con quello degli Orsini per cercar di consolidare alleanze, se non per sopire antiche rivalità. Non sempre con giovamento, come in questo caso. Giulia non amava Orsino, anzi siamo portati a ritenere che lo detestasse, anche oltre i suoi demeriti. Orsino era giovane, aveva solo sedici anni, alto di statura e magro, ma tutt'altro che bello: era affetto da una devastante forunculosi, che deturpava il suo viso, e per di più era orbo di un occhio, al punto da coprirlo con una fascia nera. Giulia non osò ribellarsi a quanto era stato deciso per lei, e del resto come avrebbe potuto?

  Si arrivò così al matrimonio, celebrato in prima persona dal cardinal Rodrigo Borgia nel suo sontuoso palazzo romano non lontano da Campo de Fiori. Era il il 21 maggio 1489: in quell'epoca Giulia, da almeno un anno, era già diventata l'amante del futuro papa. Ci sembra di vederli, gli sguardi allusivi del Borgia, vecchio e impenitente mandrillo che di Giulia aveva colto le primizie, in una sorta di anacronistico ius primae noctis. E quelli delle due gran dame, Giovannella e Adriana, che tanto avevano brigato per così poco onorevole esito; e di Giulia stessa, ragazza schietta, semplice e ingenua, se vogliamo, ma maliziosa e oltremodo seduttiva. Sguardi incrociati con quelli di tutti coloro che, probabilmente tanti, presenti alla sfarzosissima cerimonia, erano a conoscenza del torbido retroscena. Solo Orsino, con ogni evidenza, ne era del tutto ignaro, e magari mascherava la sua timidezza beandosi in cuor suo di tanto splendida consorte.
Giulia, com'era suo dovere, seguì Orsino nel feudo di Bassanello. Possiamo immaginare con quanto entusiasmo. Fatto sta che ben presto ogni pretesto fu buono per allontanarsene, e con sempre maggiore frequenza. Le occasioni non le mancarono: vuoi per recarsi nella residenza romana degli Orsini, in Monte Giordano; vuoi per far visita alla suocera, nel palazzo romano a due passi da San Pietro dove Adriana viveva insieme a Lucrezia, giovane figlia di suo cugino Rodrigo Borgia.

  E proprio a Roma, il 30 novembre 1492, Giulia - appena diciottenne- partorì la sua prima (ed unica) figlia, una bella bambina di nome Laura. Da poco più di tre mesi il cardinal Rodrigo Borgia era diventato papa, con il nome di Alessandro VI.
Sarebbe fin troppo facile pensare che il vero padre di Laura non fu Orsino ma Rodrigo, il nuovo papa. E infatti molti lo pensarono. E qualche volta anche Giulia lo lasciò credere… ma le cose non stanno così. Alessandro VI, in una sua famosa lettera a Giulia, seppur indirettamente, smentisce questa ipotesi. E poi il Borgia, per quanto perverso e crudele, era attaccatissimo ai suoi figli e sicuramente il suo atteggiamento verso Laura sarebbe stato diverso se fosse stato veramente suo padre.
La nascita di Laura costituì comunque il pretesto per il definitivo allontanamento di Giulia da Bassanello; in ciò confortata dai consigli dell'ineffabile suocera, che certo non avrà fatto mancare la sua materna premura per smorzare le resistenze e i dubbi del giovane figlio Orsino, sicuramente non entusiasta del fatto che la moglie si trasferisse a Roma sotto la protezione del papa, sulla natura del cui interesse per Giulia aveva, ormai, ben poco da dubitare.

  La vita romana esaltò lo spirito frivolo e mondano della giovanissima Giulia: vicinissima al suo Rodrigo, ormai quasi schiavo della sua senile e incontenibile passione, e al tempo stesso al centro della generale ammirazione per la sua bellezza, il suo fascino, la sua eleganza. 
Le tre dame, Giulia, Adriana e Lucrezia, insieme alla piccola Laura, vivevano dunque in grande concordia e armonia nel palazzo, assai prossimo a San Pietro, che il Borgia aveva destinato alla figlia Lucrezia. Quando quest'ultima, appena quattordicenne, andò in sposa a Giovanni Sforza, signore di Pesaro, tutta la "brigata" (come la chiamava il papa) si trasferì in quella città. Per la prima volta nella sua vita Giulia si allontanava dai luoghi dove era nata e cresciuta. Fu, molto probabilmente, anche l'unica volta. 


   Il soggiorno a Pesaro doveva comunque rivelarsi assai piacevole, tanto che si prolungò oltre il previsto. 
Fu così che Alessandro VI, trascorso poco più di un mese dalla partenza delle dame, cominciò a reclamarne il ritorno a Roma. Un fatto nuovo veniva però turbare i piani del papa: arriva infatti alla corte di Pesaro la notizia delle gravi condizioni in cui versa nella Rocca di Capodimonte Angelo Farnese, fratello di Giulia. Come sempre sensibile ai richiami del sangue, incurante di ogni preghiera e sfidando la prevedibile ira papale, Giulia parte immediatamente alla volta di Capodimonte, dove però troverà il fratello già morto. 
Si era nel pieno dell'estate: l'aria natale di Capodimonte giovava a Giulia che vi si trattenne a lungo, allontanandosene solo per trascorrere il ferragosto a Gradoli. 

   Sul far dell'autunno la situazione sembrò precipitare: alle insistenze minacciose del papa che pretendeva il ritorno di Giulia a Roma si aggiunsero le recriminazioni e le minacce di Orsino che esigeva a gran voce il rientro della moglie a Bassanello. La situazione fu affrontata dal Borgia, al solito, con arrogante determinazione: tempestando di lettere al curaro tutti i suoi interlocutori (Adriana Mila, Il cardinal Alessandro Farnese, Giulia, lo stesso Orsino…) e rinfacciando loro i grandi benefici concessi arrivò a minacciarli di scomunica e confisca dei beni, qualora si fossero opposti al suo volere. Ad Orsino fu comunque riconosciuta una cospicua elargizione per le sue truppe. 
Tutto magicamente si risolse.
Giulia poteva finalmente ritornare a Roma!

   Ma come in ogni feuilleton che si rispetti, non poteva mancare l'imprevisto e la sorpresa finale: sulla via del ritorno, poco dopo aver lasciato Capodimonte, il convoglio delle dame, scortato da ben trenta cavalieri che il papa aveva appositamente inviato da Roma, fu fermato dalle soldataglie di Carlo VIII, re di Francia, che da poco era calato con le sue truppe in Italia. I trenta cavalieri "da parata", più che da combattimento, non tentarono alcuna resistenza. I francesi, saputo con chi avevano a che fare, pensarono bene di trarne il massimo profitto: sequestrarono le tre dame (Adriana, Giulia e sua sorella Girolama) e le rinchiusero nella Rocca di Montefiascone , chiedendo al papa un forte riscatto.
Alessandro VI, oltremodo allarmato, pagò senza fiatare e intraprese immediati contatti diplomatici con il re di Francia al fine di pervenire ad una pronta liberazione delle tre donne, come in effetti avvenne. 

  Fu così che, dopo aver trascorso qualche giorno nella Rocca di Montefiascone (più come ospiti che come prigioniere), Giulia e le altre dame, scortate da un vero e proprio esercito di centinaia di cavalleggeri, entrarono trionfalmente a Roma, per la gioia del papa che in gran pompa andò ad accoglierle in prima persona con il suo fitto seguito.
Giulia, bellissima e fresca, sorrise al suo "salvatore": nulla, ormai, poteva più contrastare il loro amore la loro passione.

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Alessandro VI, amante di Giulia, in un ritratto di Cristoforo dell'Altissimo del XVI sec. (1)

Lucrezia Borgia, per tutta la vita amica di Giulia (Bartolomeo Veneto, XVI sec.) (1)

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Capodimonte, Palazzo Farnese, vi nacque Giulia (1)
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Viterbo, Palazzo Farnese, qui Giulia visse con il fratello Alessandro (futuro papa Paolo III) (2)
 
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Viterbo, Palazzo Farnese, cortile interno (1)

 
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Viterbo, Palazzo Farnese, balcone (1)
 
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Viterbo, Palazzo Farnese, scala e balcone (1)
 
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La Rocca di Montefiascone, Giulia vi fu imprigionata da Carlo VIII (1)
 
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La Rocca di Vasanello, residenza di Giulia e Orsino (1)
 
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(1) Foto di Giuseppe Moscatelli
(2) Foto di Giacomo Mazzuoli

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