Pasolini ad Orte racconta a Ninetto la forma della citta’

In un raro documentario del 1974 il grande regista celebra la città della Tuscia come esempio di struttura urbana


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di Giuseppe Moscatelli

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Pasolini e la Tuscia, un rapporto molto stretto sia dal punto di vista professionale che umano: la nostra terra infatti non solo fa da sfondo a molte importanti pellicole del grande regista (basti citare “Uccellacci e Uccellini” e “Il Vangelo secondo Matteo”), ma proprio qui, a Chia, presso Soriano nel Cimino, lo scrittore e poeta decise di venire a vivere, in quella torre medievale isolata in mezzo alla campagna che elesse a suo buen retiro e che facilmente possiamo ammirare transitando sulla superstrada Viterbo-Orte.

E proprio Orte Pasolini volle celebrare come modello esemplare di struttura urbana in un raro documentario trasmesso dalla Rai il 7 febbraio 1974. La trasmissione apparteneva alla serie “Io e...” ed era intitolata “Pasolini e... la forma della città”, per la regia di Paolo Brunatto. In apertura vediamo il regista mettere a fuoco con una macchina da ripresa la rupe di Orte con il suggestivo abitato di cui elogia la bellezza quale “forma perfetta e assoluta”. Successivamente il campo viene allargato e vediamo apparire ai piedi e ai lati della rupe grandi fabbricati moderni che deturpano e offendono il paesaggio ma che non riescono a compromettere del tutto la bellezza e il fascino dei luoghi, a differenza di quanto era avvenuto e stava avvenendo in tante altre parti d’Italia e del mondo, anche in Africa e nel vicino oriente.

Pasolini parla ininterrottamente: non si rivolge tuttavia al pubblico televisivo ma all’amico Ninetto, interprete di quasi tutti i suoi film, che lo ascolta silenzioso e che curiosamente viene inquadrato dalla regia televisiva solo nelle scene iniziali, per poi uscire definitivamente dal campo visivo... Chissà, forse una pruderie dovuta ai tempi...

Pasolini, con il suo stile didascalico, spiega a Ninetto “la forma della città”: scende anche un pò nel privato quando accenna ai loro viaggi e al fatto che l’amico lo ha seguito in tutta la sua attività, per portarlo poi a testimone del fatto di averlo visto “Soffrire, smaniare, bestemmiare...” quando la forma pura di antiche città appariva rovinata da costruzioni moderne.  Espressione di una certa durezza, pronunciata con crescente enfasi, in qualche modo contrastante con la dolcezza della sua voce: Pasolini del resto non è mai “rassicurante”, specie nelle sue appassionate e talvolta veementi argomentazioni contro la “modernità”, la società dei consumi, i media, l’omologazione culturale, di cui darà un esempio nella seconda parte del filmato, allorché passerà a considerare la “forma” della città di Sabaudia.

Ma torniamo ad Orte: dopo aver ampiamente commentato la visione panoramica, Pasolini si avvia a piedi verso il centro storico percorrendo un’antica strada irta di faticosi selci, esaltandone la bellezza e la poesia, al pari di un’opera d’arte. Il filmato (almeno per la parte che ci riguarda) si conclude proprio sulle case e su altri elementi architettonici della città di Orte che possiamo così ammirare com’era oltre trent’anni fa.

 

 

  

   
 

 

 
Pasolini e Ninetto Davoli dietro la macchina da presa
 
La rupe di Orte
Il campo allargato mostra come i palazzi moderni deturpino la rupe
La chiesa di San Silvestro a Orte
 
 
 
 

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