La chiesa di S. Maria Maddalena a Canino

Raccontiamo l'emozionante riscoperta di una chiesa medievale che merita la giusta valorizzazione

 

Stampa

di Anzio Risi

Clicca sull'immagine per corrispondere con l'autore



La volta a crociera della chiesa di S. Maria Maddalena

Particolare di colonna con capitello   Particolare di capitello   Lo stato attuale della chiesa
Particolare di colonna con capitello Particolare di capitello Lo stato attuale della chiesa

Ci è stato d'aiuto anche il toponimo della strada che dalla via d'Ischia conduce alla chiesa, ovvero la strada comunale Santa Maria; ed anche quanto scritto da Benedetto Zucchi nella sua “Informazione e cronica della città di Castro e di tutto lo Stato suo ...” redatta nel 1630, in cui egli parla di una chiesa detta S. Maria Maddalena tenuta in grandissima devozione.

Le Visite Apostoliche, in particolare quella effettuata dal Vescovo di Acquapendente Nicola Leti a Canino dal 13 al 17 maggio 1656, ci hanno riservato un'altra sorpresa: la descrizione della chiesa.

Il Vescovo Leti iniziò la Visita il 13 maggio 1656 recandosi presso la chiesa di S. Antonio Abate (situata al Ponte dell'Abbadia) proseguendo poi verso quella di S. Maria delle Mosse. Il giorno seguente, il 14 maggio, visitò la chiesa collegiata dei SS. Giovanni e Andrea, ed il 15 maggio passò a visitare la chiesa di S. Maria Maddalena (posta fuori la città di Canino) e la chiesa di S. Maria del Tufo. Quello che riportiamo è un estratto della Visita:

Die 15 May 1656

Illustrissimo et Reverendissimo... successive accessit ad ecclesiam S.Maria Magdalena que est intra terra Canini, inter Viam Montis Alti, et Corneti, et est ecclesia non valde magna sed fornicata, et bene, ac decenter structa, in qua unicum est altare cum icone in pariete depicta, scilicet Gloriosa Virgo cum Puero Jesu et S.Maria Magdalena. Est ornata Columnis, Cornicibus, aliqua structuris deauratis bene disposto. In altare est lapis sacratis bene insertus, et est omnibus necessari munitum.

La struttura era collocata sull'importante asse viario Nord-Sud, una strada che consentiva il collegamento del territorio interno del castrense con il mare. Ancora nel  1656  la chiesa appariva in buone condizioni, non molto grande ma provvista di un arco, ornata di colonne e cornici dorate. Dietro l'unico altare si trovava una parete dipinta, sulla quale si potevano ammirare le immagini della Vergine con Gesù Bambino e Santa Maria Maddalena.

La chiesa, nel corso del tempo, sembra diminuire d'importanza tanto che, durante la Visita del Vescovo Alessandro Fedeli l'8 di aprile 1693, viene emanato un editto per l'erezione della nuova parrocchia di S.Croce a cui veniva unita la chiesa di  Santa Maria Maddalena.

Questa progressiva perdita d'importanza, di cui non conosciamo i motivi, è segnalata anche dalla rarefazione del suo nome nelle Visite degli anni successivi, fino alla completa scomparsa a partire dalla seconda metà del XVIII secolo.

Questo lo stato dell'arte ad oggi, ma come al solito le domande sono più numerose delle risposte. Tanti sono i tasselli mancanti che ci possono permettere di delineare più precisamente i contorni storici, architettonici ambientali di un monumento da tanto tempo scomparso. Ci sembra doveroso, perciò, lanciare un appello a quanti volessero dedicare un poco del loro tempo allo studio di questa chiesa e del suo contesto, ma soprattutto ci rivolgiamo alle Istituzioni perché possano fare quanto in loro potere per salvare questa opera d'arte.

 

L'incontro, con quella che poi si sarebbe rivelata la chiesa di Santa Maria Maddalena, è stato fortuito ed inatteso. Eravamo andati per vedere gli importanti lavori di consolidamento della rupe ad ovest del centro storico di Canino, più precisamente del tratto che da Castelvecchio risale lungo il corso del torrente San Moro. Il disboscamento, propedeutico al consolidamento di quel tratto in frana, sta portato alla luce numerosi elementi che testimoniano una antropizzazione in precedenza soltanto immaginata e che ci costringerà a rileggere quello che fu lo sviluppo storico e urbano di Canino.

Risalendo il tratto di strada che costeggia il torrente San Moro possiamo vedere grotte, resti di murature, spazi adibiti a magazzini o ricovero di animali. Una struttura in particolare ha colpito la mia attenzione, una muratura formata da grossi blocchi di tufo perfettamente squadrati che stavano a testimoniare la presenza di un importante edificio. Abbiamo chiesto alla persona che oggi occupa quell'area di poter entrare e questi, molto gentilmente, ha acconsentito. Appena dentro mi sono reso conto di trovarmi in un posto speciale, di cui, fino ad un momento prima, ignoravo l'esistenza. Ad una decina di metri dall'ingresso s'intravvedeva, coperto dalla vegetazione, un imponente arco che appena oltrepassato mi ha proiettato in un ambiente incredibile. Ai quattro lati si elevano colonne sormontate da capitelli che sostengono una bellissima volta a crociera costolonata, alle pareti laterali due piccole aperture, la parete di fondo presenta resti d'intonaco così come le colonne. Lì tutto è in contrasto, cani che abbaiano, cataste di legna, galline, che si contrappongono ad una architettura d'incredibile bellezza ed armoniosità. E subito ecco affacciarsi la domanda delle domande: cosa rappresentava quella struttura?

La prima impressione è quella di un edificio di culto realizzato, probabilmente, attorno all'XII – XIII secolo, si ma quale?

  Blocchi di tufo squadrati all'ingresso della chiesa

Blocchi di tufo squadrati all'ingresso della chiesa

  Mappa del catasto gregoriano di Canino. La chiesa è cerchiata in rosso

Mappa del catasto gregoriano di Canino. La chiesa è cerchiata in rosso

La storiografia locale a me nota non riporta edifici di quella natura ed in quella zona. Il pensiero corre subito a Santa Croce, la chiesa più antica di Canino ancora oggi adibita al culto e risalente circa all'XI secolo, che si presenta come una costruzione molto semplice e modesta. Su questa non mancano notizie e cronache, per quale motivo allora non ne troviamo per una struttura di una ricercatezza architettonica nettamente superiore.  Non è raro, comunque, che si perda la memoria di luoghi o cose per le ragioni più diverse, ed anche un bosco che per centinaia di anni ne occulti la vista può costituire un valido motivo.

La ricerca dell'identità di questo edificio non è stata semplice, ed un contributo decisivo è venuto dall'esame della mappa topografica dell'antico catasto pontificio (Gregoriano) conservata presso l'Archivio di Stato di Viterbo. Tale verifica ha permesso d'individuare un edificio religioso ubicato esattamente in quella zona, contraddistinto in planimetria con la lettera K. La posizione coincideva, le misure perimetrali anche (la navata larga 8 metri e lunga 12, l'abside largo 5 metri e lungo 4), peccato che nei registri catastali non fosse indicato il nome. Per colmare questa lacuna è stato di fondamentale importanza l'esame delle Visite Apostoliche. Da sottolineare il grande aiuto offerto dal Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa (CEDIDO) di Viterbo e di Acquapendente, che ci ha permesso la consultazione di numerose Visite sia della Diocesi di Castro che di quella di Acquapendente. Nelle Visite sono riportati, oltre ai nomi delle chiese, molti altri particolari che possono svelare la struttura architettonica, le opere d'arte, ed altro ancora dei luoghi di culto. In questo modo si è potuto formare un elenco delle chiese presenti nel territorio caninese, poi, per sottrazione di quelle conosciute (sia perché ancora visibili, sia perché individuate con certezza nelle diverse bibliografie), si è potuto appurare che la chiesa mancante era proprio quella di Santa Maria Maddalena.

Resoconto della visita apostolica del vescovo Leti a Canino nel 1656

 

Associazione Canino info onlus 2012

TORNA SU