|
Piazza Rocca e Castelvecchio |
|
|
|
 |
|
|
|

Veduta di Castelvecchio,
l’antico Castrum Canini
(Foto Paolo Brenciaglia)
|
|
|
Oltrepassato l’arco posto a fianco di Palazzo Bonaparte, dopo pochi
metri ci troviamo all’interno dell’antica Piazza Rocca (oggi
Piazza Mazzini). Questa è la zona dove, attorno al IX secolo,
sorse il Castello di Canino (Castrum Canini), chiamato
Castelvecchio, luogo fortificato con un impianto estremamente
semplice: un cortile munito di torri, una delle quali, più
massiccia, costituiva la residenza padronale. All’interno della
piazza sorgeva l’antica Chiesa di S.Andrea costruita sotto
Eugenio II (824-827) e dedicata ai SS. Daniele, Antonio e Luca
contenente la vasca per il battesimo ad immersione, una
sagrestia ed un campanile. La chiesa fu restaurata nel 1630, poi
però cadde in abbandono. Nel 1808, Luciano Bonaparte, durante i
lavori di ristrutturazione dell’antica Rocca Farnesiana decise
di aprire una piazza demolendo i fabbricati preesistenti, e
conferendo al luogo l’aspetto attuale. |
|
Nel 2002, durante i lavori per la costruzione di un parcheggio
sotterraneo, sono ritornati alla luce i resti degli antichi
edifici, ma anche una notevole quantità di reperti che possono
aiutarci a ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di
Canino tra il XIV e il XIX secolo. Sono state individuate 11
fosse scavate nel tufo, con imboccatura circolare e profilo a
fiasca, profonde tra 1,20 e 3,00 m circa; alcune erano
intonacate internamente, e avevano probabilmente, nel basso
medioevo, la funzione di silos sotterranei per la conservazione
delle granaglie. In seguito, tra il XIV e il XVII secolo, tutte
le fosse furono riempite con materiali di scarico. |
|

Le fosse rinvenute
all'interno della Piazza
testimonianza di antichi insediamenti.
|
|
|

Un angolo di Via Palestro a
Castelvecchio
|
|
Lo scavo di questi "butti" ha restituito diverse migliaia di
frammenti ceramici, molti dei quali riconducibili a forme
intere, moltissimi oggetti metallici di uso quotidiano (lucerne,
coltelli, attrezzi agricoli, finimenti di bardatura, serrature)
numerose monete (tra cui almeno tre attribuibili alla zecca farnesiana della vicina città di Castro) e frammenti vitrei,
alcuni oggetti identificati come giocattoli (fischietti in
ceramica, micro-vasetti), oltre a centinaia di frammenti ossei
animali, resti dei pasti consumati dai caninesi di qualche
centinaio di anni fa. Di grande suggestione è la visita dei
vicoli di Castelvecchio, che ci offre anche l’occasione di
ammirare la sottostante Valle del Timone. |
|
|
|
|