I Battenti di Altavilla

Stanchi, sporchi, laceri e sudati i devoti di San Pellegrino ripercorrono ogni anno il cammino dei loro padri per testimoniare la propria fede.


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di Giuseppe Moscatelli

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Il Santo addormentato

 




Altavilla in Irpinia è una delle tante "altaville" che possiamo trovare in Italia, tra comuni, frazioni o semplici località. In effetti il nome significa semplicemente "città alta", ed è ben comprensibile che molti luoghi possano aspirare a tale denominazione, in considerazione delle loro caratteristiche geografiche. Anche se poi, come in questo caso, tanto in alto non occorre andare visto che il paese - situato circa 16 km a nord del capoluogo Avellino - sorge su una collina di poco superiore ai trecento metri. Comunque, per evitare omonimie, il nome ufficiale del comune è Altavilla Irpina, anche se è evidente che l'aggettivo lo trovate solo sulla segnaletica stradale.

La città di Altavilla (la chiameremo così, per semplicità) aveva suscitato il mio interesse per due manifestazioni che ogni anno si tengono nel periodo estivo: il palio dell'anguria e i Battenti di San Pellegrino. Ho escluso subito il primo evento: il termine "palio", di per sé, è fin troppo inflazionato e non sentivo la necessità di privilegiare quello di Altavilla rispetto ai tantissimi "palii" che si svolgono un po’ ovunque in Italia. Anche i battenti, a ben vedere, non sono una peculiarità di Altavilla: manifestazioni analoghe si riscontrano in altre città del sud. Mi ha colpito però l'immagine del Santo, cui è rivolta la particolare devozione dei fedeli e in onore del quale si celebra la festa.

Uno un santo se lo immagina in una posa solenne e ieratica: mentre impartisce una benedizione o mentre rivolge lo sguardo ispirato verso il cielo. Magari con il volto contratto per le sofferenze del martirio, denudato e umiliato, ma pur sempre sorretto e nobilitato dalla forza della fede. I santi sono raffigurati sempre in piedi: la figura è eretta e il gesto imperioso, quando non protettivo o consolatorio. Talvolta i santi sono inginocchiati: con le mani giunte e gli occhi elevati sembrano invitarci alla preghiera.  Un santo seduto no, non si è mai visto. Solo alla Vergine è dato sedersi in trono con in braccio il Bambino, affiancata da angeli e santi.

Voi capite la novità di un santo seduto e per di più… addormentato. Tale è l'effigie di San Pellegrino che possiamo venerare nel suo santuario e riprodotta in santini, cartoline, illustrazioni, spille e medagliette. Quando vidi per la prima volta questa immagine provai un senso di profonda umanità: pensai che Pellegrino (anche il suo nome non mi sembrò casuale) aveva percorso a piedi una lunghissima strada per arrivare fino ad Altavilla e, una volta giunto a destinazione, vinto dalla stanchezza, si era seduto e addormentato. E così lo avevano trovato gli abitanti, che non vollero disturbare il suo sonno e lo effigiarono in quella dolce e rasserenante posizione.

 

Non solo, al culto del Santo sono associati in modo particolare i bambini e anche questo non mi sembrò casuale. Cosa c'è di più dolce e tenero di un bambino che dorme? Pensai che San Pellegrino fosse il protettore del sonno dei bambini e dei loro sogni e che le mamme lo invocassero per proteggere il riposo dei loro figlioletti.

Del resto anche il Santo, nelle raffigurazioni, appare poco più che un ragazzo: viso glabro dai tratti delicati, aspetto quasi femmineo, accentuato dai lunghissimi capelli scuri fluenti sulle spalle. Una corona di fiori ingentilisce la sua testa, ripiegata sulla mano destra: il gomito poggia sul bracciolo di un trono marmoreo, ove il santo è seduto con le gambe incrociate. Il Santo, i cui piedi sono calzati da sandali allacciati lungo le caviglie, indossa una ricchissima veste istoriata in oro, con le pieghe che si insinuano tra le ginocchia. Sulle spalle e lungo i fianchi scende un mantello rosso riccamente drappeggiato e bordato d'oro. La mano sinistra poggiata sulle gambe sostiene la palma del martirio.

Ecco quest'ultimo particolare mi dava un po’ da pensare: trattandosi di un martire forse la storia non aveva avuto uno svolgimento così lineare come mi ero immaginato…

 

 



 


 
 


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Tutte le foto sono di Giuseppe Moscatelli e sono state scattate il 24 agosto 2004 ad Altavilla Irpina