Noi
del 1957 |
La
festa della “classe d’età” è una tradizione che si è imposta da non
più di trent’anni, ma ormai in modo generalizzato. Noi presentiamo
la festa dei cinquant’anni a Piansano |
|
|
|
 |
di
Giuseppe Moscatelli |
 |
|
Trenta, quaranta, cinquanta e anche
oltre, sessanta, settanta... Le feste delle “classi” d’età sono
ormai diffuse ovunque, ma specialmente nei piccoli centri, dove
conservare rapporti di amicizia, frequentazione o anche di semplice
conoscenza con i propri coetanei è più facile che nelle grandi
città. Si tratta di una tradizione che si è sviluppata e imposta
negli ultimi venti o trent’anni ma che ormai è entrata nel novero
dei riti sociali più partecipati e sentiti.
Alla base vi è un legame speciale che,
tendenzialmente, ci unisce in modo duraturo con i nostri coetanei,
specie i compagni di scuola, e che ci porta a reiterare a distanza
di decenni incontri conviviali, discorsi, battute, ricordi e in
generale tutto ciò che appartiene al nostro passato comune e che ci
fa sentire una “classe”. Poco importa se con quella o quelle
persone non hai più scambiato una parola dai tempi della scuola, e
forse neanche allora ti risultavano particolarmente simpatiche: il
senso di appartenenza finisce col prevalere su tutto e pochi si
sottraggono a questi nuovi doveri sociali. Non solo: col passare
degli anni la tradizione si affina e elabora nuove regole. Ad
esempio: è ormai esperienza comune che fino ai quarant’anni alle
feste non sono ammessi mogli, mariti, fidanzati o compagni. Dai
cinquanta in su invece anche i partners sono ben accetti. E se è
scontato che fino ai trenta - quarant’anni le feste finiscano
inevitabilmente in discoteca, dopo si preferisce dilungarsi a
tavola. |

Il comitato al banco di
degustazione |
|

L'assalto al buffet prima
della cena |
|
|
|

Tonino, il presidente, con le sue fans |
|

Tonino de Garibaldi, vende lupini da
cinquant'anni |
|

Giuseppina verifica la qualità del vino |
|
|
|
A Piansano tutte queste regole sono
pienamente rispettate e se n’è aggiunta qualcuna in più. Ad esempio
da qualche anno i cinquantenni sono tenuti ad organizzare la festa
del paese in onore della S.S. Madonna del Rosario, la prima
domenica d’ottobre. Quest’anno è toccato alla classe 1957 i cui
partecipanti hanno deciso di valorizzare il “senso di appartenenza”
dotandosi di una sorta di divisa: una maglia blu scuro traforata
con scritto in evidenza sulle spalle “Noi del 1957” e un bel “50”
incorniciato da “Piansano 2007” sul fronte. E certo non è stato
facilissimo: per le signore dichiarare apertamente a tutti la
propria età e per tutti girare per i tre giorni di festa in paese
con questa sorta di uniforme. Abbiamo così visto professionisti,
imprenditori, impiegati come pure operai e agricoltori appartenenti
alla “classe” bussare di porta in porta in paese per raccogliere i
fondi, servire vino e delizie gastronomiche dietro ai banchi di
degustazione, andare su e giù per il paese con i “registri” per
vendere le cartelle della tombola, come pure svolgere tutte le
altre operazioni inerenti l’organizzazione: dal montaggio dei
palchi all’allestimento di mostre di pittura. Vedremo se questa
scelta così peculiare di indossare una divisa sarà seguita negli
anni a venire fino a diventare essa stessa una tradizione.
Altri elementi caratterizzanti delle
feste della “classe” a Piansano sono un momento comunitario
costituito dalla celebrazione della S. Messa e una visita al
cimitero per depositare fiori e ricordare insieme i coetanei
scomparsi. E naturalmente la cena.
La classe 1957 non ha avuto problemi per
trovare i celebranti: ben tre infatti sono i sacerdoti cinquantenni
che la classe ha espresso e che sono appositamente intervenuti. Li
ricordiamo: Vincenzo, missionario in Corea; Giampiero, già
missionario in Albania, ora nelle Puglie; Enzo, parroco nella
vicina Arlena. La cena, memorabile, si è svolta a Canino (o, per
meglio dire alla “Bonifica”) presso l’agriturismo Rubens, in un
clima di sana, rilassata e partecipata allegria. Eravamo davvero un
bel gruppo (...si, c’ero anch’io), e la serata è stata pirotecnica,
come la torta infarcita di mortaretti con su scritto,
inevitabilmente, “Classe 1957”.
|
|
|
 |
 |
 |
Giuseppina e Pina, amiche da sempre |
Vincenzo, missionario in Corea, durante la cena |
Giampiero, sacerdote giuseppino, durante la cena |
|
 |
 |
 |
Sandra, medico, con Enzo, parroco, durante la cena |
Il presidente si lascia un pò andare |
Si balla |
|
|
|
|
 |
|