L'Italia è
ricchissima di manifestazioni storiche e folcloristiche: tradizioni
che vengono tramandate nei secoli e che esprimono l'orgoglio e il
senso di appartenenza di una comunità, la celebrazione di una
continuità di legami e di valori pur nel mutevole volgere dei
tempi.
Tra queste, le feste di ringraziamento o "del raccolto" sono tra le
più antiche e suggestive: in esse si esprime la fede e l'anima
stessa di una comunità contadina.
Marta è famosa per la sua "Barabbata" che ogni anno, il 14 maggio,
rinsalda il patto di fede e di amore tra i martani e la loro
Madonna del Monte, attraverso la salita rituale al santuario e
l'offerta dei frutti della terra e del lago, in una cornice di
esaltante e irrefrenabile vitalità.
Ci è capitato, quest'estate, di assistere ad una manifestazione che
con la Barabbata presenta più di una similitudine. Si svolge ogni
anno, il 16 agosto, a Foglianise, un paese con poco più di tremila
abitanti in provincia di Benevento, ed è conosciuta come la "Festa
del grano".
L'occasione sono i festeggiamenti popolari in onore del patrono San
Rocco (venerato tra l'altro anche nella Tuscia, ad Arlena di Castro
e a Capodimonte).
Apre il corteo il patrono
S.Rocco
Carro con battitura del
grano
Cattedrale di Chartres
Cattedrale di Reims
Cattedrale Votiva di Vienna
Sotto il sole impossibile del ferragosto e nella calura micidiale
del mezzogiorno, forse per rievocare il sudore e la fatica antica
della mietitura, un corteo di centinaia di persone si snoda
compostamente per le contrade del borgo, percorrendo vari
chilometri tra l'ammirazione della folla assiepata ai lati della
strada: schiacciata sotto tettoie o paratie per cercar di arginare
i raggi truculenti del sole o ammassata nelle poche e striminzite
isole d'ombra.
La sfilata è aperta dalla statua del Santo, interamente realizzata
in paglia, spighe e chicchi di grano, portata a spalla da quattro
giovani in costume tradizionale. Segue il lungo, rituale,
coloratissimo corteo delle donne che portano sul capo enormi cesti
di spighe disposte a mò di fontana: sembra che sfidino le leggi di
gravità con quel loro incedere calmo e sicuro, incuranti del carico
ondulante che grava sulle loro teste, semplicemente appoggiato su
fazzoletti arrotolati. Procedono in doppia fila, con abiti
sgargianti, legate a due a due da una lunga fune di paglia
intrecciata con nastri colorati. La fune, formando un ampio arco
rovesciato, discendendo unisce le "fontane di spighe", a loro volta
sormontate da svolazzanti bandierine colorate, e strascina sulla
strada con bell'effetto coreografico. Alcune donne, quelle che
aprono il corteo, al posto delle ceste portano in testa eleganti e
rifinitissimi tabernacoli con le immagini del Sacro Cuore e della
Madonna.
Il corteo delle donne rappresenta il nucleo più antico e, per così
dire, originario della manifestazione. Il culto di San Rocco a
Foglianise è infatti legato al ricordo di antichi eventi calamitosi
in cui fu propiziata l'intercessione del santo: dall'epidemia di
vaiolo del 1590 alla pestilenza del 1656. Già allora le donne,
sfilando in due lunghe file per le strade del borgo, portavano alla
cappella del Santo le offerte, costituite da covoni di grano: le
tipiche "gregne", termine per altro usato in tutta la Tuscia per
definire i fasci di spighe legati con spago nel corso della
mietitura (prima dell'avvento delle mietitrebbie…).
La festa vera e propria nacque però vari decenni dopo: nel 1727,
quando in paese si poté venerare una reliquia del Santo e per
l'occasione si organizzarono grandi e solenni festeggiamenti. Anno
per anno il corteo divenne così sempre più ricco e importante:
sfilarono i carri trainati dai buoi, le immagini del Santo
realizzate in grano e paglia intrecciata e, finalmente, all'inizio
del secolo scorso, i caratteristici carri di grano riproducenti
facciate di chiese e cattedrali che sono oggi il vanto e l'orgoglio
di Foglianise e che hanno reso famoso il paese in tutta Italia e
non solo.
Si tratta di autentiche opere d'arte, per quanto destinate ad
esistenza effimera.
Trattori con rimorchio, completamente ricoperti e sommersi di fasci di
grano, trasportano o per meglio dire sospingono perfette e compiute
riproduzioni di architetture sacre, interamente realizzate in
chicchi di grano, paglia e spighe. Si tratta di mosaici finissimi,
autentici merletti ricamati da mani abilissime, che riproducono in
ogni particolare i soggetti prescelti.
I carri incedono lentamente, guidati dalle indicazioni di due
"suggeritori" posti ciascuno su un lato del carro e che
accompagnano il pilota, completamente oscurato dalla struttura,
lungo il percorso da compiere.
Quest'anno abbiamo visto sfilare, autentica parata d'onore, la
cattedrale di Chartres, la Chiesa Votiva di Vienna, la cattedrale
di Reims, la chiesa della Madonna di Loreto, quella di San Matteo
di Lecce, il duomo di Assisi, l'abbazia di Alcobaca di Lisbona, il
duomo di Modena, vari campanili d'Italia…
E poi ancora una scultura di paglia inneggiante alla pace, alcune
composizioni ispirate alla favola di Pinocchio realizzate dai
ragazzi delle scuole di Foglianise, e ancora altro. Negli ultimi
anni, infatti, accanto alle tradizionali facciate che costituiscono
la parte più autenticamente artistica e insieme spettacolare della
manifestazione, la fantasia degli scultori del grano di Foglianise
si è esercitata nei soggetti più vari, anche in quelli strettamente
legati all'attualità.
Insomma se non è una "barabbata", è qualcosa che un po’ le si
avvicina: e allora perché non promuovere un gemellaggio? Sarebbe
bello veder sfilare il 14 maggio a Marta i carri di grano di
Foglianise e il 16 agosto a Foglianise i carri di fiori e di frutta
di Marta…
Chiesa di Loreto
Chiesa di San Matteo a Lecce
Donne con cesti di grano
Donne con i tabernacoli
Duomo di Assisi
I campanili
Il lungo corteo delle donne
I tabernacoli aprono il corteo
L'abbazia di Alcobaca a Lisbona
Mai più guerre
Tutte le foto sono di Rosalba De
Francesco e sono state realizzate a Foglianise il 16 agosto 2003.