Nel piccolo centro in provincia di Avellino la corsa
degli asini più divertente d'Italia
di
Giuseppe Moscatelli
Ci
si prepara alla mossa
Gli asini stanno per partire
Il canopo cade, gli asini
partono. O così si spera....
Altavilla Irpina, piccolo centro in provincia di Avellino di circa
cinquemila abitanti, è famosa per i suoi “battenti” che ogni anno
il 24 agosto sfilano scalzi lungo il bel corso della città
saltellando e prostrandosi a terra in occasione della festa di San
Pellegrino. A questa suggestiva espressione di fede popolare
abbiamo già dedicato un ampio articolo su questo sito.
Oggi vogliamo parlare di una manifestazione senz’altro meno
“titolata” ma sicuramente interessante e soprattutto divertente: il
“palio dell’anguria” che si corre ad Altavilla nella seconda metà
di agosto. Quest’anno la corsa si terrà il 18 agosto e il lungo
ed ampio corso del centro irpino trasformato per l’occasione in
pista, un pò come avviene nel ben più famoso palio di Siena, era al
solito affollato di paesani e turisti, assiepati lungo tutto il
percorso.
La particolarità di questa corsa è che i fantini corrono a pelo...
d’asino, sempre - s’intende – che l’asino abbia voglia di correre.
La corsa degli asini di Altavilla non è certamente l’unica di
questo tipo in Italia: anche nella Tuscia, a Bagnoregio, o più
precisamente sulla bella piazzetta della “Civita”, si corre ogni
anno “la tonna”, così chiamata perché gli asini cavalcati da
fantini girano in tondo sul circuito sterrato della piazza, ma
sicuramente quella di Altavilla è la più spettacolare e famosa.
Le origini della festa sono abbastanza recenti, quest’anno si è
corsa infatti la ventinovesima edizione: ciò nonostante il palio è
ormai considerato un classico dell’estate irpina e suscita ogni
anno maggiore interesse. La sua introduzione avvenne verso la fine
degli anni settanta ed è il frutto della felice intuizione e
dell’iniziativa di un gruppo di giovani che, recuperato un
suggestivo pretesto storico, diedero vita alla manifestazione con
la sfilata del corteo storico e la corsa dei ciuchi.
Al centro della rievocazione storica – anche se questo ha dato
luogo a diversità di interpretazioni - è Costanza di Chiaromonte,
regina di Napoli. Ripudiata dal primo marito Ladislao d’Angiò è
presa in moglie da Andrea de Capua, conte di Altavilla. E proprio
nel paese irpino gli sposi soggiornarono prima di trasferirsi a
Riccia, nel Molise. La leggenda sembra avere una base storica:
nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Riccia una lapide
ricorda infatti il luogo di sepoltura degli sposi Andrea e Costanza
di Altavilla.
Il fastoso corteo storico che precede la corsa intende così
rievocare la venuta ad Altavilla della regina Costanza, che ogni
anno viene interpretata da un personaggio noto del mondo della
televisione o dello spettacolo; la corsa degli asini con l’omaggio
dell’anguria alla regina è invece un richiamo storico all’arrivo
dei vassalli a palazzo per ossequiare con i loro doni i Signori. Il
corteo storico si compone di oltre duecento figuranti in
curatissimi costumi d’epoca: è aperto dagli sbandieratori e chiuso
dalla compagnia dei trombonieri che assordano letteralmente gli
spettatori con i fragorosi colpi dei loro schioppi.
Ma veniamo alla
corsa, alla quale partecipano asini e fantini provenienti non solo
da Altavilla ma da vari paesi del circondario: non manca
naturalmente l’asino di Riccia, paese col quale Altavilla è
gemellata. La gara per la conquista del palio è preceduta da
batterie eliminatorie che servono a selezionare i concorrenti.
Soltanto nell’ultima corsa infatti i fantini con una mano tengono
le briglie con l’altra sostengono sotto il braccio un cospicuo
cocomero (o anguria che dir si voglia) che il vincitore andrà a
depositare ai piedi della regina Costanza per sancire la sua
vittoria.
Il corso di Altavilla affollato
in attesa del palio
Si
parte al galoppo
Mantenere l'equilibrio non è
così facile
Qualcuno corre alla grande
Il corteo storico è aperto dagli
sbandieratori
Il regolamento della gara prevede anche una curiosa norma, onde
evitare pericolose bizze dei già poco docili quadrupedi: non sono
ammessi alla partenza asini in evidente stato di eccitazione
sessuale... La “mossa” non è mai troppo semplice: gli asini, a
stento trattenuti da robusti assistenti dei fantini dietro il
canapo - con il concreto rischio di essere scalciati - sbandano, si
agitano, tentano di disarcionare il fantino, barcollano
paurosamente verso le transenne che trattengono il pubblico, ma
alla fine partono, quando partono, tra le grida di incitazione del
pubblico. Intrapresa la corsa le cose filano abbastanza lisce: gli
asini corrono speditamente percorrendo in andata e ritorno, per
circa un chilometro, la “rambla” altavillese. Certo talvolta si
fermano e non vogliono più saperne di ripartire, per cui il fantino
appiedato deve letteralmente trascinarselo appresso verso l’uscita,
tra gli applausi di incoraggiamento del pubblico. Altre volte
scalciando si “liberano” del fantino: in effetti stare in
equilibrio in groppa all’asino è tutt’altro che facile e i fantini
più esperti assumono curiose posizioni per non essere disarcionati.
L’ultima gara è sicuramente la più esilarante e la più attesa: alle
difficoltà oggettive della gara si aggiunge quella ulteriore e
determinante del precario trasporto dell’anguria, ed è facile
immaginare l’allegria generale che suscita un cocomero che si
spiaccica a terra frustrando le ambizioni di successo del fantino
(e forse anche dell’asino). Soltanto a colui che per primo
riuscirà, avendo compiuto l’intero percorso, a consegnare la sua
anguria integra ai piedi della regina spetterà infatti il titolo di
vincitore e il relativo premio: un bacio della regina e un non meno
apprezzato assegno in danaro.
I
tamburini scandiscono il ritmo
Sfilano i trombonieri
Gli spari degli schioppi
producono un rumore assordante
Nel corteo storico un' elegante carrozza trainata dai cavalli