 |
|
|
Presentazione di Paola Panetti |
 |
|
|
|
 |
Lo scultore
Benito Romagnoli |
|
|
E’ nato in Eritrea nel 1930, dove i
suoi antenati si erano trasferiti da moltissimi anni. Lì è vissuto sino
al novembre 1978 quando, a malincuore, è costretto ad intraprendere una
nuova vita in Italia, a causa dell’evolversi della situazione politica
in Eritrea ed in seguito alle nazionalizzazioni decise dal Governo
Etiopico.
|
Durante la sua permanenza
in Eritrea, una volta interrotti gli studi, ha svolto varie mansioni
amministrative e - con particolare successo - nel settore alberghiero,
sino a diventare Direttore e Procuratore di una grande compagnia
alberghiera italiana.
La nazionalizzazione operata dal Governo Etiopico lo blocca in Eritrea per
circa tre anni, dove affronta notevoli disagi anche di sicurezza,
essendo ritenuto unico interlocutore con sufficiente esperienza nella
verifica contabile della Società nazionalizzata. |
 |
Un ulivo plurimillenario in
Sardegna |
|
|
|
|
Rientrato in Italia ha saputo farsi
apprezzare sempre nel settore alberghiero, ricoprendo per
circa nove anni la carica di Direttore di una attività a
Civitavecchia ed in seguito quale amministratore di una casa
di cura privata in Roma, ricoprendo la carica di Presidente
del Consiglio di Amministrazione. Oggi è in
pensione e vive a Tarquinia ed è solo dopo aver terminato
l’attività lavorativa che ha scoperto il suo talento di
artista, realizzando le sculture che andiamo a presentare.
La passione, che ha portato Benito a passare ore ed ore nel
suo laboratorio ad incidere il bellissimo legno di ulivo, è
esplosa per una semplice coincidenza. Lui stesso racconta:
“Un giorno ho aiutato un vicino a rimuovere dal suo giardino
un ulivo che si era seccato, e la vista delle venature di
quei tronchi mi ha riportato alla mente i bellissimi oggetti
che in Eritrea dei validi artigiani italiani riuscivano a
confezionare al tornio: quella è stata la scintilla che mi
ha spinto a realizzare queste mie opere”.
Totalmente autodidatta ha imparato da solo le tecniche di
incisione e di scultura utilizzando scalpelli, sgorbie e
pezzi di vetro per le ultime rifiniture.
Si
autodefinisce “tenace perfezionista” ed in pochi anni,
nonostante le difficoltà nel procurarsi il legno necessario,
ha già realizzato un discreto numero di opere dai soggetti
più disparati: segni zodiacali, figure mitologiche, soggetti
di ispirazione etrusca e romana, volti africani.
Ha in progetto alcuni lavori di cui ha già predisposto i
disegni. La prima
severa “critica” delle sue opere è Virginia Turolla, con la
quale è felicemente sposato dal 1960. |
|
|
|