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Villa la
Ruffinella di Frascati |
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Palazzo Nuñez
(1) |
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La Minerva
Giustiniani |
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Un collezionista, oltre che un amante dell’arte, deve possedere doti di
affarista ed ingenti disponibilità di denaro, tutte qualità che non
mancavano certamente a Luciano. Ancora oggi ci si interroga circa
le modalità con cui Luciano riuscì ad accumulare le sue ingenti
fortune, cosa che gli permise, dopo il 18 Brumaio, di condurre a
Parigi una vita lussuosa e di fare della sua residenza uno dei
centri mondani più importanti della capitale francese.
La sua avidità di fronte al profitto era ben nota ai suoi
contemporanei, ed a quanto sembra le prime fortune riuscì ad
accumularle, insieme al fratello Giuseppe, attraverso operazioni
commerciali altamente speculative ma anche spartendosi diversi
milioni di franchi, affidati loro da Napoleone, provenienti dalla
campagna d’Italia. Il patrimonio di Luciano crebbe a dismisura nel periodo
in cui fu ambasciatore in Spagna (1800-1801) non soltanto perché
sul trattato di Badajoz gravarono fondati sospetti di concussione,
ma anche per i cospicui regali (denaro, gioielli, quadri) ricevuti
dai reali spagnoli e portoghesi per essersi adoperato come
pacificatore tra le due Nazioni.
Al ritorno dalla Spagna, Luciano, andò ad abitare all’Hôtel de Brienne,
che acquistò poi nel 1802, e di lì a poco tempo le stanze di questa
magnifica residenza ospitarono grandi capolavori. La disponibilità
di tante importanti opere sul mercato antiquario è sicuramente da
attribuire ai rilevanti mutamenti politici che investirono l’Europa
in quegli anni, l’Italia in particolare attirava i collezionisti
per la vastità del patrimonio artistico e per una situazione di
crisi che investiva la vecchia classe dirigente e la nobiltà. |