Le passioni del Principe
Luciano Bonaparte e le donne: amante appassionato, marito premuroso e incorreggibile Don Giovanni

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di Giuseppe Moscatelli

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Il fratello dell'Imperatore

  Teneva famiglia Napoleone Bonaparte. E anche numerosa. Quattro fratelli e tre sorelle per la precisione. E tutti da sistemare. E non è mica facile, anche se sei primo console o, metti, imperatore. Ci vuole attaccamento, determinazione e un po’ di collaborazione.
Sistemare le sorelle non lo aveva impensierito: si fa presto ad accontentare le donne. L'irrequieta Paolina, maritata Borghese, era stata nominata duchessa di Guastalla, nonostante avesse procurato al fratello più di un grattacapo. La dolce sorella Elisa, coniugata in Baciocchi, era diventata principessa, che sarebbe poi il sogno di ogni donna, e poco importa se di Lucca o di Piombino.
 

 
 
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Il primo Console
al Passo di S.Bernardo
(J. L. David)
 
 


Girolamo Bonaparte
 
Palais des Tuileries
 

 
 
 

  
  Ai fratelli, poi, era andata alla grande e non si azzardassero a fiatare. Giuseppe era stato incoronato re di Spagna (ah! neanche Napoleone riuscì mai a fregiarsi del titolo di re, e Dio sa se ci teneva!). Girolamo, a sua volta, re di Westfalia, anche se avrebbe preferito un posto meno freddo, lui che era nato e vissuto sul mare. Un regno s'era pure trovato per Luigi, nella terra dei tulipani: re d'Olanda, ripeteva a se stesso, e quasi non ci credeva.
Neanche la sorella Carolina poteva lamentarsi visto che suo marito, Gioacchino Murat, era diventato re di Napoli. Un bel colpo per un semplice cognato, ma Murat era qualcosa di più: un aiutante di campo, un compagno d'armi come ce ne sono pochi, e Napoleone non dimenticava i suoi generali. Il fido Bernardotte non era forse stato dichiarato, sfidando le leggi dinastiche e un po’ anche il ridicolo, principe "ereditario" di Svezia? D'altronde cosa non poteva permettersi chi, incoronandosi da solo, aveva ridotto il papa a semplice comparsa, sequestrandolo per di più alle Tuileries?
Insomma, tutti erano felici e soddisfatti; tutti avevano da guadagnare a starsene buoni e zitti. Ma lui no, quella testamatta di Luciano non voleva proprio sentirci da quest'orecchio; non si rassegnava ad essere (scusate se è poco) il fratello dell'Imperatore.
 

  Passi che un fratello, per giunta minore, si creda più intelligente e più saggio, e non faccia nulla per non darlo a vedere. Ma dare consigli che assomigliano tanto a rimproveri no, questo non si può proprio permettere. Ma andasse al diavolo, sposasse pure chi gli pare: quella sempliciotta di Cristina Boyer e (perseverare diabolicum) quella poco di buono di Alessandrina di Bleschamp. Forse che lui, Napoleone, non aveva dovuto rinunciare alla sua adorata Josephine, che non riusciva a dargli un figlio, per impalmare la diciannovenne Maria Luisa d'Austria? E allora perché quella capatosta di Luciano si ostinava a sposare chi voleva, piuttosto che accettare di unire il suo destino con quello di qualche grande dinastia europea?
Poi non si lamentasse. Non ci sarebbe da meravigliarsi se di questo passo fosse diventato Principe di Canino!
 

 
 

 
 

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