Ali sul fondo

Cronaca della scoperta di un bombardiere americano della seconda guerra mondiale sui fondali delle Murelle a Montalto di Castro


 

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di Vittorio Gradoli

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Ci sono momenti indimenticabili nella vita di un subacqueo.

 L’eleganza esibita dal “volo” di una Lepre di mare, l’incontro con una grossa cernia, il perfetto mimetismo di un rombo sul fondale sabbioso rappresentano aspetti di per sé già straordinari.  Ma la magia offerta dalla sagoma indistinta di un relitto adagiato sul fondale costituisce forse la più grande emozione per chiunque si immerge. In quegli attimi la fantasia corre in ogni direzione e nella mente si affollano domande di ogni tipo, la cui risposta difficilmente può essere esaudita in quell’istante Poi, il desiderio di saperne di più prende il sopravvento ed inizia il paziente lavoro di ricerca che, tuttavia, non sempre sarà coronato da successo.

 La storia che stiamo per raccontarvi ha avuto invece, per noi dell’ASSOPAGURO, esito positivo. E’ una storia che parte da lontano, quando, circa 10 anni fa, nel fondale situato a largo delle Murelle, a Montalto, rimasero impigliati dei resti metallici nelle reti dei pescatori. La curiosità di saperne di più e lo stretto rapporto di amicizia e di collaborazione che si instaura tra gente che ama il mare hanno avuto il loro peso in questa vicenda. Infatti, quelle contorte strutture ci furono mostrate. Capimmo subito che potevamo trovarci di fronte ai resti smembrati di un relitto della seconda guerra mondiale. Di li a poco, il più attivo di noi, Enzo, decide di effettuare le prime ricognizioni preliminari. E giungono i primi risultati.

 Enzo individuò una prima zona in cui erano presenti in gran numero lamiere contorte e proiettili cal. 12,7. Era questo il segno che aspettavamo: in quei fondali giacevano i resti di un relitto della seconda guerra mondiale. Tuttavia, in questa prima fase, i risultati furono piuttosto deludenti a causa delle condizioni poco propizie per effettuare delle immersioni soddisfacenti: acqua percorsa da forti correnti e soprattutto scarsa visibilità a causa del fondale fangoso-detritico. Queste già difficili condizioni ambientali sono ulteriormente complicate dal fatto che il fondale su cui giacciono quei resti è situato molto al largo: per effettuare immersioni in una simile località la situazione meteorologica deve essere perfetta!  Dopo qualche anno decidemmo di accelerare la ricerca. Stavolta si aggiungono al gruppo Stefano, Tonino, Modesto, Mario, il nostro parroco Don Eduardo (…caso quasi unico: un sacerdote “sub” ) ed Amedeo, che sembra proprio il più determinato a intraprendere una campagna sistematica di ricerca sul sito.

 La campagna di ricerca ottiene i suoi primi successi: troviamo una grande ala adagiata sul fondale fangoso. Si tratta indubbiamente del relitto di un grosso aereo, un bombardiere, quindi. Si, ma di quale aereo si tratta? Il ritrovamento poco lontano di un grosso spezzone rettangolare ci fa pensare che questa struttura possa essere il piano di coda posteriore che alcuni bombardieri alleati possedevano. Questi dispositivi, tuttavia, hanno sempre ai lati dei timoni verticali. E proprio uno di questi viene ritrovato nei pressi di quella che ormai sembra proprio essere la coda dell’apparecchio.

 

Prima parte del video realizzato dall'Assopaguro

  Il carrello del B24

L'elica

 Una delle mitragliatrici

  Uno dei quattro motori Pratt-Withney da 1200 CV

  Un proiettile

Il timone

Il carrello del B24

L'elica Una delle mitragliatrici Uno dei quattro motori Pratt-Withney da 1200 CV Un proiettile Il timone

Enzo decide a questo punto di interessare alcuni esperti ai quali espone i ritrovamenti fin qui fatti. Loro ipotizzano che il relitto possa essere quello di un B 24, un grosso bombardiere strategico americano utilizzato massicciamente in Italia soprattutto nel 1944, durante la campagna di liberazione. Il rinvenimento qualche giorno dopo dell’altra ala conferma la suggestiva ipotesi: questa è disposta in modo tale che il carrello d’atterraggio sia ben visibile. Il meccanismo d’apertura di questo inequivocabilmente ci ha fatto capire che ci trovavamo di fronte ad un Liberator, il nome col quale era chiamato il B 24. Sull’onda dell’eccitazione prodotta dalla scoperta, le immersioni si succedono a ritmo forsennato.  Vengono ritrovati i  quattro potenti motori Pratt & Whitney da 1200 CV, tre enormi eliche ed anche alcune mitragliatrici Colt-Browning M2HB da 12,7 mm. Ma volevamo saperne di più. Cosa ci faceva questo grosso aereo nel fondale desolato a largo di Montalto? Quale vicenda aveva vissuto prima di affrontare il drammatico epilogo? Amedeo, a questo punto, decide che è giunto il momento di interpellare alcuni amici specialisti in questo tipo di ricerca. Questi, grazie a contatti privilegiati con le Ambasciate britanniche ed americane e ad una fitta rete di relazioni via Internet, ci aiutano a risolvere l’ultimo mistero.

E’ bastato infatti leggere la matricola di una di queste mitragliatrici per ritrovare l’aereo che le possedeva e richiedere quindi il rapporto di abbattimento. E la drammatica verità ci appare in tutta la sua burocratica freddezza: il B 24 H Liberator appartenente al 758 Squadron del 459 Group di stanza a Giulia, in Puglia, era stato abbattuto davanti alle coste montatesi il 3 Marzo del 1944. L’obiettivo era Viterbo, città che ha subito pesantemente il passaggio del fronte alleato. Il gelido commento che accompagna il nome dei 10 componenti dell’equipaggio (9 dei quali MIA -Missing in action, cioè dispersi durante l’azione), riporta che l’aereo è stato allontanato dalla formazione a causa del potente fuoco dalla contraerea tedesca (la famosa Flak) su Viterbo. Il bombardiere, in seguito, si è diretto verso il mare dove è stato intercettato dai micidiali caccia tedeschi e quindi abbattuto ( …it was then shot down by enemy aircraft). La storia, tragica, come tutti gli episodi che hanno riguardato quel terribile periodo, meritava di essere raccontata, accanto ai nomi di coloro che hanno perso la vita in quella circostanza. Ragazzi giovani, per la maggior parte volontari, che hanno sacrificato la loro vita per un ideale, lontano dalle loro case.

E’ una storia minore che non comparirà mai sui libri di storia: nelle pagine patinate dei preziosi volumi figurano solo i nomi dei generali, che certamente non conoscevano la composizione di questo e di tanti altri equipaggi, ragazzi immolati in nome di un’assurda e spietata guerra. Il desiderio di raccontare “visivamente” quanto detto ci ha spinto a realizzare un documentario dal titolo “L’ultima missione” che è stato presentato nel 2008 in pubblico alla presenza del Direttore Generale del Personale Militare, Gen. C.A. Rocco Panunzi, riscuotendo notevole successo ed apprezzamenti per il paziente lavoro di ricostruzione storica..

Il lavoro si è definitivamente concluso pochi giorni fa, con la scoperta dell’autore dell’abbattimento. Si tratta dell’Uffz. Josef Ostrowitski appartenente al secondo Staffel del quarto Jagdgeschwader (2./JG4), un famoso gruppo da caccia tedesco la cui base, in quel momento, era situata nel nostro territorio, a Fabrica di Roma. L’aereo pilotato dal sottufficiale era il famoso Messerschmitt Bf 109 G6, un aereo che, assieme ad altri, ha scritto la storia dell’aviazione militare. Ma di questo tipo di aereo e di altre vicende che riguardano la Luftwaffe (l’aviazione militare tedesca) nel nostro territorio, avremo modo di occuparcene più estesamente in seguito.

 

Si ringraziano tutti i sub che hanno partecipato al lavoro di ricognizione subacquea e di ricerca storica, ed in particolare:  Enzo Quondam Vincenzo, Amedeo Pignatelli, Tonino Muoio, Stefano Raucci, Mario Bocci, Modesto Casagrande, Federico Zampaletta, Don Eduardo Juarez ed inoltre i pescatori Franco e Salvatore Muoio.          

 

 

 Vittorio Gradoli, Presidente dell’Associazione subacquea “Assopaguro” di Montalto di Castro.

 

 

 

Seconda parte del video realizzato dall'Assopaguro

  L'equipaggio del B24 abbattuto

  Disegno del B24 Liberator

  Il B24 Liberator

  Un B24 colpito dalla contraerea

Il Messerschmitt Bf 109 G6 della Luftwaffe

Disegno del Messerschmitt Bf 109 G6

L'equipaggio del B24 abbattuto Disegno del B24 Liberator Il B24 Liberator Un B24 colpito dalla contraerea Il Messerschmitt Bf 109 G6 della Luftwaffe Disegno del Messerschmitt Bf 109 G6

 

   

 

 

 

 

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