Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale ha inizio con la
Domenica di Settuagesima (la prima delle sette che precedono la
Settimana Santa secondo il calendario Gregoriano) e finisce il
martedì che precede il Mercoledì delle Ceneri che segna l'inizio
della Quaresima. La durata è perciò di due settimane e due
giorni. Il momento culminante si ha dal Giovedì grasso fino al
martedì, ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso). Questo
periodo, essendo collegato con la Pasqua, non ha ricorrenza
annuale fissa ma variabile. Per questo motivo i principali
eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.
Nel rito Ambrosiano, che riguarda la Diocesi di Milano, il
Carnevale dura 4 giorni di più e termina il sabato che precede
al prima domenica di Quaresima.
L'origine del carnevale non è certa. Alcuni sostengono che si tratti
di una festa popolare collettiva trasmessa attraverso i secoli come eredità
delle feste pagane dell'antica Grecia, che si svolgevano il 17 dicembre
(Saturnali, in onore del dio Saturno) e il 15 febbraio (Lupercali, in onore
del dio Luperco). Secondo altri le sue radici affondano in alcune feste
primitive (10.000 anni a.C.) di carattere orgiastico, che si tenevano per
festeggiare l'arrivo della primavera, durante le quali le persone si
lasciavano trasportare dalla danza e dall'ubriachezza. Altri ancora, infine,
ritengono il carnevale un retaggio delle allegre feste egiziane in onore
della dea Isis (2000 a.C. circa).
Carro
allegorico ad Acireale
La battaglia delle arance
durante il carnevale di Ivrea
Rio de Janeiro
Carri a Ronciglione
Oggetto di discussione è anche l'origine del nome "carnevale", che
deriverebbe da un'espressione latina: "carrum novalis" ("carro
navale"), cioè una specie di carro allegorico - a forma di barca - con cui i
romani inauguravano le commemorazioni. Sempre dal latino ha origine la
frase: "carnem levare" ("togliere la carne") che fu associata, nel
corso dell’XI e XII secolo, al primo giorno di Quaresima, quando comincia
appunto il digiuno della carne; in seguito il termine avrebbe preso ad
indicare l'intero periodo precede la Quaresima, il carnevale.
Quel che è certo è che all'inizio dell'era cristiana la Chiesa ha dato a tal
genere di feste un nuovo orientamento, punendo severamente gli abusi. Il
carnevale fu incorporato al calendario religioso, che lo colloca in un
periodo antecedente la Quaresima facendolo terminare nel dolore del
Mercoledì delle Ceneri. Già nel periodo dell'impero romano, in ogni modo,
durante il carnevale erano in uso i coriandoli e per le strade si vedevano
carri allegorici, corse di cavalli, lanci di uova ed altri divertimenti.
Le prime testimonianze documentarie del carnevale risalgono ad epoca
medievale (sin dall'VIII sec. ca.) e parlano di una festa caratterizzata da
uno sregolato godimento di cibi, bevande e piaceri sensuali. Per tutto il
periodo si sovvertiva l'ordine sociale vigente e si scambiavano i ruoli
soliti, nascondendo la vecchia identità dietro delle maschere.
I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la
condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di
un fantoccio, che rappresentava allo stesso tempo sia il sovrano
di un auspicato e mai pago mondo di "cuccagna", sia il capro
espiatorio dei mali dell'anno passato. La fine violenta del
fantoccio poneva termine al periodo degli sfrenati
festeggiamenti e costituiva un augurio per il nuovo anno in
corso.
Il
ballo in maschera, introdotto dal papa Paolo II, acquistò forza nei secoli
XV e XVI per influenza della Commedia dell'Arte. Questo tipo di
manifestazione artistica, dove prevaleva l'ordine e l'eleganza, comincerà a
sparire verso la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. La tradizione,
tuttavia, si mantiene ancora viva in alcune città europee come Nizza, Monaco
e Venezia. Il Carnevale più famoso e coinvolgente del mondo è sicuramente
quello di Rio de Janeiro. In Italia, oltre quello di Venezia, che viene
celebrato da migliaia di persone in maschera, citiamo quelli di Viareggio ed
Acireale, con sfilate di carri allegorici, ed il carnevale di Ivrea, con la
famosa battaglia delle arance.
Nella Tuscia sono tre i centri in cui le manifestazioni carnevalesche
sono più sentite: Ronciglione, in cui, oltre la sfilata di carri allegorici,
si tiene la corsa di cavalli a vuoto nella via principale del paese;
Acquapendente, con il corteo di carri e la sagra delle “fregnacce”, una
sorta di frittatine a base di acqua e farina che possono essere servite
dolci o salate; Civitacastellana, con una fastosa la sfilata di
mille bambini in maschera.