Le donne, il diavolo e l'acqua santa
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Il fatto delle sette ossesse di Onano e l'esorcismo di Valentano del 1890.
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di Romualdo Luzi |
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Ad Onano i più anziani utilizzano ancora, per
definire qualche persona stramba o particolarmente stravagante,
l'appellativo «Matto e' Voddone» che, nel vernacolo locale,
significa letteralmente «Matto del Voltone».
Se è spesso difficile, se non impossibile, stabilire la
meccanica di creazione dei termini linguistici della tradizione
orale popolare, nel nostro caso possiamo invece affermare che
l'epiteto ha una sua giusta datazione e nasce nel 1890 a seguito
di un avvenimento che al tempo suscitò tale interesse o, meglio,
una tale curiosità che l'evento, benché siano trascorsi cento
anni dal suo verificarsi, è tuttora vivo nella tradizione orale
dei centri maggiormente interessati al fatto come Onano e
Valentano, anche se non può escluder si che di ciò sia rimasto
il ricordo negli altri paesi limitrofi.
Del fatto si raccontano nei due paesi varie versioni tutte
comunque sostanzialmente identiche e il cui filo conduttore è
costituito dalla possessione demoniaca in cui caddero, nello
stesso momento, sette ragazze di Onano in quel tempo intente a
lavorare i campi della Tenuta del Voltone, nel territorio di
Farnese, sotto Monte Becco, nei pressi del Lago di Mezzano. Era
il 1890.
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Esterno della Chiesa e Convento della
Madonna
della Salute a Valentano
(1)
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Le sette «indemoniate» furono portate nel
Santuario della Madonna della Salute di Valentano e sottoposte ad
esorcismo da parte dei frati francescani del vicino convento.
La gente ricorda come queste povere disgraziate, fra urla disumane,
fiamme e puzza di zolfo, restarono nella Chiesa per alcuni giorni
mentre la gente di Valentano e dei paesi limitrofi bivaccava
all'esterno del tempio e come molti, aggrappati alle finestre della
parete posta sul lato del Cimitero, tentassero di vedere quanto
accadeva all'interno.
La ragazze, infine, «liberate dal demonio» tornarono al paese natio
dove si ricorda che per molto tempo furono letteralmente emarginate.
Nei racconti della gente non è facile distinguere la realtà
dell'avvenimento dalle fantasie sovrappostesi con il tempo e ognuno
ha una propria versione dell' accaduto mentre le storie locali nulla
scrivono sull'argomento (1).
Del fatto esiste invece una memoria manoscritta redatta verso il
1895 sotto la dettatura del francescano P. Clemente da Velletri che
prese parte all'esorcismo (2).
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Interno
della Chiesa della Madonna
della Salute a Valentano
(1)
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Il sacerdote narra della «grazia
operata da Maria Santissima della Salute ad alcune persone
ossesse che a lei fecero ricorso» in alcune pagine di una
cronaca essenziale ma sufficiente a darci le giuste informazioni
circa la reale consistenza del fatto.
La cronaca viene integralmente pubblicata in
appendice anche se
è necessario riassumere l'accaduto per linee essenziali. Tutto
nasce il 3 aprile 1890 nella ricordata tenuta del Voltone presso
cui sette giovanette di Onano sono addette al lavoro di monda
dei campi coltivati a grano. D'improvviso le ragazze sono prese
da «convulsi nervosi» «forti e violenti». I medici consultati
parlano di isterismo ma vista la inutilità dei rimedi
somministrati il tutto viene collegato ad «effetto di Maleficio»
per cui le ragazze sono cadute sotto la «possessione demoniaca»
e vanno sottoposte ad esorcismo. Il che avviene nella Chiesa di
S. Maria della Salute di Valentano da parte dei padri
francescani del vicino ritiro ove era guardiano il P.
Bonaventura Bacchi da Bagnoregio (3) essendo intervenuta
la prescritta autorizzazione del Vescovo di Acquapendente mons.
Gisleno Veneri, a seguito della richiesta di Don Domenico
Grottanelli, curato di Onano.
La cronaca del P. Clemente non precisa per quanti giorni si
protrasse l'esorcismo anche se i tempi possono essere così
scanditi:
Primo giorno: arrivo delle ossesse nella Chiesa e inizio
dell'esorcismo. Dopo «quattro o cinque ore» i maligni vengono
allontanati. Le ragazze ristorate e fatte confessare.
Secondo giorno: in mattinata le giovani ricevono la Comunione ma
al momento della partenza per Onano l'incontro con il loro
curato è causa di una nuova possessione diabolica per cui si
riprendono gli esorcismi fra la «affollata moltitudine» di
persone di Valentano e dei vicini paesi richiamati dallo
straordinario avvenimento.
L'ammissione che erano «migliaia» le persone accorse fa pensare
che gli esorcismi dovettero durate almeno qualche altro giorno.
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Il P. Clemente che conduce l'esorcismo
finale sino al ritorno delle giovani ad Onano scrive: «per noi
religiosi fu un insigne benefizio perchè così fummo liberati per
altra parte da immensa confusione di gente che da più giorni si
affollava senza limiti intorno al nostro Convento».
Lo «spettacolo» dell' esorcismo di cui parla in più occasioni il P.
Clemente, e le sue conseguenze erano venute a conoscenza del Vescovo
di Montefiascone, mons. Luciano Gentilucci, sotto la cui
giurisdizione ricadeva il Ritiro di Valentano. Il Vescovo aveva
addirittura pensato di sospendere la Chiesa e i religiosi per
«l'enorme profanazione che in Essa si faceva».
Sulle modalità seguite nell' esorcismo il P. Clemente è piuttosto
scarno e viene da credere che sia stato praticato il solo esorcismo
dell'acqua benedetta e della preghiera: «... io le andavo aspergendo
con l'acqua benedetta e spesso per forza gliela facevo bere: ed
anche per forza gli facevo recitare l'orazione domenicale, tanto
efficace a reprimere la superbia dei spiriti maligni».
Spettatore di questi avvenimenti fu il dodicenne Giovanni Donati, il
«Giovannino» falegname, socialista, (cl. 1878) il quale nel primo
dei suoi «Quaderni» (4) scrive: «Vi era un frate Valentino
che diceva il lavarsi è peccato. Il convento ci faceva denari e lo
chiamavano santo. Lò veduto in mezzo alla chiesa, con l'acqua santa,
circondato da tanto popolo impaurito, questo fra Valentino faceva
sortire dal corpo di 7 donne di Onano i diavoli e le streghe, e
chiedeva denari per dire la messa. Questo pellegrinaggio durò 4
giorni e venivano anche dai paesi vicini a vedere diavoli e fuoco ma
io non vedevo che piangere queste disgraziate e sostenevo che era
fame, malattia, ignoranza, ed ero accompagnato a casa con fischi e
urli che ero un ebbreo socialista maledetto, e dovetti telegrafare
all'avv. Volpi e venne il tenente dei carabinieri perché i monelli
mi aspettavano che sortisse di casa e la scena continuava» (5).
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Il «Frate Valentino» ricordato dal
Donati era il francescano Fra Valentino Sensini, nato nel paese
di Penna in Teverina nel 1815 e morto, in odore di santità, nel
Ritiro di Valentano nel 1894 (6). Il suo biografo così
narra la sua battaglia contro il demonio: «Non meno dura fu la
lotta che dovette combattere per mantenersi perseverante nella
religione; il demonio tutto tentò per indebolire la sua volontà
e farlo nuovamente tornare nel mondo; ma Fr. Valentino comprese
l'astuzia di Satana, e quando sembrava che volesse riportare
vittoria, nei tempi della soppressione, anziché cedere, volle
recarsi in luogo più sicuro, vicino a P. Clemente per ascoltare
i suoi consigli e ricevere forza. Non mancò anche la lotta... cruenta con Satana. La signora Pia Pacetti,
riferisce di aver sentito dire da sua nonna che Fr. Valentino
era spessissimo vessato dal diavolo ed era quasi sempre pesto
per battiture che riceveva. Egli stesso confidò alla medesima
tali assalti: «Sora Nanna quante me ne ha date il diavolo
questa notte...» (7).
Ancora nei fioretti si racconta degli esorcismi di Fra
Valentino: «Ma non diverso era il suo comportamento quando
veniva chiamato da coloro che dicevano di essere fatturati od
erano posseduti dal demonio. Fr. Valentino credeva facilmente a
quanto gli veniva raccontato e cominciava, in questi casi, col
servirsi dei soliti mezzi: segni di croce e preghiera. A volte
però accadeva che il paziente, anziché migliorare, prendeva
anche ad insolentire... Allora il Servo di Dio, con una
semplicità veramente tutta francescana prendeva in mano il suo
grosso e nodoso cordone e senza pietà né misura lo percuoteva
sulle spalle dello stesso, mentre diceva: Vattene via, brutto
demoniaccio, da questo poveretto! In questo corpo battezzato ci
deve abitare la SS.ma Trinità, e non tu bestiaccia maledetta!
L'effetto di questa forma di esorcismo era sempre assicurato» (8).
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Veduta aerea
del Convento della
Madonna
della Salute a Valentano |
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I ricordi del Donati non si fermano a
solo e quanto scritto nei «Quaderni». Nel 1958, all'indomani
della morte di Eugenio Pacelli, Pio XII, il fratello Oreste
dalla Francia, ove era rimasto anche dopo le persecuzioni dell'
epoca fascista, gli faceva avere dattiloscritto un «Ricordo di
Eugenio» (9) in cui narrava l'infanzia trascorsa ad Onano
insieme a lui e al giovane Pacelli.
Giovanni Donati rispose al fratello con una lettera in cui
scriveva: «Carissimo fratello Oreste. Questi nostri ricordi che
descrivi andrebbero pubblicati. Tanto hai dimenticato. Quando
riuscisti a parlare nella piazza di Onano, Eugenio si mise in
nostra difesa calmando le donne che ci tiravano i sassi
accusandoci che volevamo, i socialisti, dare fuoco a S. Trifone,
però dava ragione al conte Caterini che levava le terre ai
contadini. Pacelli sosteneva che frate Valentino, al convento di
Valentano con la sua benedizione cacciava i diavoli dal corpo
alle 7 donne onanesi. Tu vuoi incensarlo...» (10).
Ritorna in Donati lo spirito anticlericale di un tempo ma non è vissuto
abbastanza per leggere la «RELAZIONE DEL RAG. AMICO LAURENTI
NELLA MISSIONE COMPIUTA PRESSO LE OPERE PIE DEL COMUNE DI ONANO»
edita in un fascicolo ciclostilato dagli alunni della Scuola
Media di Onano nell' anno scolastico 1982/83 e che illustra in
termini sicuramente non di parte la situazione sociale,
sanitaria ed economica di Onano agli inizi del 1900 e «l'abbruttimento
fisico e psichico di quella popolazione» peraltro non dissimile
a quella di altri piccoli centri del Viterbese.
Se Donati avesse potuto leggere la «Relazione» del Laurenti
avrebbe potuto credere ancor di più che il diavolo esisteva ma,
per le sfortunate ragazze di Onano, questo era «fame, malattia,
ignoranza» come da lui puntualmente scritto.
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NOTE:
(1) Ci si riferisce, in particolare, alle opere: G.
ROSATI, Il Convento e il Santuario de la Madonna della Salute in
Valentano (Viterbo) dalle origini ai nostri giorni, Viterbo,
1947. D. SCALABRELLA, La Chiesina del Piano nella storia di
Onano, Grotte di c., 1969.
(2) Il ms. fa parte di una raccolta privata. P. Clemente
da Velletri è morto nel Ritiro di Valentano nel 1899 (Cfr.
Necrologio della Provincia Romana dei SS. Apostoli Pietro e
Paolo, Roma, 1969, p. 684).
(3) li P. Bacchi era originario di S. Michele di Bagnorea.
Muore a 54 anni, nel 1906, a Roma (Cfr. Necrologio, cito p.
889).
(4) I Quaderni di Giovanni Donati (Canino 1878, Valentano
1960), sono attualmente depositati presso la Biblioteca Comunale
di Valentano.
(5) Quaderno n. 1, f. 13.
(6) Necrologio, cito p. 772-773.
(7) G. DE DOMINICIS, Fra Valentino Sensini o.fm.
(1815-1894) Cenni storici e fioretti, Roma, 1959, p. 38, 39..c
(8) Ibidem, p. 70.
(9) O. DONATI, Ricordo di Eugenio, sta in: Scaffale
Aperto, Biblioteca Comunale di Valentano, n. 17 gen.feb. 1984,
p. 7-14.
(10) La minuta della lettera di G. Donati è allegata ai
Quaderni. |
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Articolo tratto dalla rivista Biblioteca e Società,
edita dal Consorzio per la gestione delle Biblioteche di Viterbo,
N. 3-4, Dicembre 1990, Anno IX -
Si ringrazia il Presidente del Consorzio per
l'autorizzazione alla pubblicazione.
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(1) Le foto sono state tratte dal sito:
www.valentano.org
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