La Festa della Donna e la Mimosa
 


 

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di Paola Panetti

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  Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al 1908, quando, pochi giorni prima di questa data a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le disagiate condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni; l'8 marzo il proprietario, Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Lo stabilimento, non si sa se accidentalmente o in maniera dolosa, prese fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme.
Dopo qualche anno questa data fu proposta da Rosa Luxemburg, come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.

  Il triste accaduto ha dato seguito, negli anni immediatamente successivi, ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile morte delle operaie nel rogo della fabbrica.
Successivamente, con il diffondersi delle iniziative che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale: diventò il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, e la mimosa ne diventò il fiore emblematico.
 


Operaie al lavoro in una foto di inizio '900

 


Disegno di Mimosa, simbolo in Italia della Festa della Donna
 


Acacia dealbata (Si tratta della specie di mimosa più diffusa dalle nostre parti)

 


Acacia farnesiana (deve il suo nome al fatto che fu coltivata per la prima volta in Italia nei giardini farnesiani nel 1611)
 

  L'usanza di regalare mimose per la festa della donna si è diffusa in Italia nel 1946.
Analizziamo ora dal punto di vista botanico questa pianta che è comunemente chiamata "Mimosa", e che puntualmente viene sfrondata in prossimità dell'otto marzo: c’è da dire innanzi tutto che non appartiene al genere "Mimosa", ma a quello "Acacia".
Entrambi i generi fanno parte della grande famiglia delle Leguminose e  della sottofamiglia delle Mimosacee (quest’ultima comprende circa 40 generi e diverse centinaia di specie, a distribuzione quasi interamente tropicale o subtropicale). Nessuna di queste specie è spontanea della flora italiana.
La caratteristica più evidente delle Mimosacee risiede nell’aspetto: a prima vista sembra che i fiocchetti sferici (o le spighette allungate) delle acacie siano fiori, ed invece sono delle infiorescenze costituite da numerosi e piccolissimi boccioli.

  I generi più conosciuti della sottofamiglia delle Mimosacee sono Acacia, Mimosa e Albizzia.
Il genere Acacia, in Italia, è rappresentato da specie legnose di origine prevalentemente australiana, introdotte per rimboschimento. Hanno esigenze ecologiche analoghe a quelle degli agrumi e richiedono un clima nel quale la temperatura non scenda mai sotto lo zero.
Tra le specie più comuni c’è l’Acacia farnesiana il cui nome deriva dal fatto che fu coltivata la prima volta nei giardini Farnese, a Roma nel 1611; proviene dall'America centrale.

 
  La specie più coltivata, soprattutto nel Lazio e nella Tuscia, è l’Acacia dealbata.  E’ questa la “nostra” Mimosa, con le sue foglie bipennate, lunghe e fornite di molte pinne ed i fiori raggruppati in glomeruli gialli subsferici. La sua terra d’origine è l’Australia.  

  Al genere Albizzia appartiene la specie Albizzia julibrissin che viene comunemente detta "Acacia di Costantinopoli", ed è abbastanza comune nei giardini e nelle passeggiate pubbliche.
E' un albero non spinoso, con foglie ampie e bipennate, e fiori in ciuffi roseo-aranciati gradevolmente profumati.  

  Al genere Mimosa appartiene la specie Mimosa pudica, un arbusto dell'America tropicale, importata in Europa nel 1638. I fiori sono raggruppati in glomeruli biancastri di scarsa apparenza, e quindi anche di modesto interesse ornamentale.
Ma la caratteristica straordinaria risiede nelle foglie: infatti le rachidi e le foglioline, se indisturbate, rimangono divaricate in piano; ma toccandole queste si ripiegano velocemente (nel giro di pochi secondi… un tempo straordinario, per una pianta!), per poi ritornare nella posizione originaria dopo un periodo di riposo.


Albizzia julibrissin
(appartiene al genere Albizzia delle Mimosacee)

 


Mimosa pudica (appartiene al genere Mimosa delle Mimosacee)


 

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