Da qualche tempo stanno prendendo piede sul web le
cosiddette "aste al ribasso" che presentano
caratteristiche diverse dalle tradizionali "aste al
rialzo" (ad esempio il sistema utilizzato su eBay), prima
tra tutte quella di consentire l'acquisto di beni anche di
pregio, come autovetture e moto, a prezzi molto bassi.
Il funzionamento generale di questi siti appare a prima
vista estremamente semplice.
Infatti, in via molto generale, chi vuole comprare un
oggetto "al ribasso" deve presentare un'offerta unica
e più bassa rispetto a quelle presentate dagli altri
offerenti. In altre parole, l'offerente deve, al tempo
stesso, riuscire a fare l'offerta più bassa ed essere
l'unico ad averla lanciata.
Al fine di poter partecipare, il titolare del sito web
richiede, per ciascuna offerta che il partecipante
intendesse fare, una somma di denaro di entità variabile
(generalmente non superiore ai 2 euro); tale somma viene
prelevata da un conto corrente precedentemente aperto - in
alcuni casi nel momento stesso dell'iscrizione al sito - e
contemporaneamente si viene informati sullo stato della
propria offerta (se dunque è l'unica nonché la più bassa).
Chiaramente, pur essendo il prezzo di aggiudicazione in
taluni casi tanto basso al punto che l'aggiudicazione
stessa di un oggetto di valore come un'automobile od una
moto può avvenire sulla base di pochi euro, la possibilità
di vincita è legata o alla "incredibile" fortuna di chi
indovina l'offerta unica e più bassa, ovvero al numero di
offerte presentate (ovvero ancora alla coesistenza di
entrambe le circostanze).
Orbene, il ruolo preponderante rivestito dalla "fortuna
del partecipante" nel meccanismo descritto, collocherebbe
immediatamente il meccanismo stesso nel mondo del gioco
d'azzardo, con tutte le rilevanti conseguenze in
ordine alla possibile contestazione dei reati
contravvenzionali di cui all'art. 718 del codice penale
(il quale punisce il reo con l'arresto da tre mesi ad un
anno), ovvero delle sanzioni previste dall'art 110 del
Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza il quale
provvede, fra l'altro, a definire il concetto di "gioco
d'azzardo effettuato in via elettronica". A tal fine, esso
precisa che "Si considerano apparecchi e congegni
automatici, semiautomatici ed elettronici per il gioco
d'azzardo quelli che hanno insita la scommessa o che
consentono vincite puramente aleatorie di un qualsiasi
premio in denaro o in natura" e che "L'installazione e
l'uso di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici
ed elettronici da gioco d'azzardo sono vietati nei luoghi
pubblici o aperti al pubblico e nei circoli ed
associazioni di qualunque specie".
Le aste al ribasso come gioco d'abilità
Prendendo per buona l'affermazione di alcune case
d'asta riportata da organi di stampa, secondo cui le aste
al ribasso non rientrerebbero nelle ipotesi dei "giochi
d'azzardo" bensì nel novero dei "giochi d'abilità" ovvero
dei cosiddetti "skill games", essenzialmente basati sulla
ricerca della strategia vincente al fine di lanciare la
migliore offerta e di aggiudicarsi l'asta . L'istituto più
vicino a quello delle aste al ribasso sembrerebbe essere
quello del c.d. gioco lecito il quale, tuttavia, nella
disciplina italiana presenta caratteristiche assolutamente
difformi dal meccanismo proprio delle aste al ribasso
medesime, sia avuto riguardo ai giochi tradizionali ed
alle modalità di gioco (in linea molto generale legate
all'inserimento di monete metalliche, a puntate non
superiori all'euro ovvero all'assenza della distribuzione
di premi), sia, infine, ai cosiddetti "giochi d'abilità a
distanza", recentemente introdotti dal Legislatore
italiano, i quali sono inoltre subordinati alla procedura
di concessione rilasciata dall'Amministrazione dei
monopoli di stato e non sono ancora tecnicamente possibili
in quanto la medesima Amministrazione non ha ancora
definitivamente abilitato le piattaforme di gioco e del
singolo gioco alle prescrizioni normative.
Si aggiunga che esistono giocatori "professionisti"
su questi siti che - matematicamente - escludono quasi
interamente i giocatori occasionali dalla possibilità di
vincere.
Teoria facilmente dimostrabile: prendiamo in esempio un iPod
Touch 16 GB del valore di 400,00 euro. Supponiamo che uno
di questi giocatori "professionisti" (li chiamerei
piuttosto "accaniti") ritenga che spendere 200,00 euro (la
metà) sia un prezzo accettabile per un iPod. Magari poi lo
può rivendere su eBay a prezzo pieno e otterrebbe un
ricavo di 200,00 euro.
Sappiamo che con 200,00 euro è possibile acquistare 100
offerte. Quindi lui solamente, è in grado di coprire
tutte le offerte che vanno da 0,01 centesimi a 1,00 euro.
Le aste al ribasso sono lotterie?
Secondo alcune Associazioni di consumatori che
avrebbero presentato denuncia per pubblicità ingannevole
contro talune case d'asta al ribasso, i relativi siti web
avrebbero la medesima funzione delle lotterie, e per
questo motivo potrebbero contrastare con l'attuale
legislazione italiana.
Non sembra, ad onor del vero, potersi riscontrare le
caratteristiche delle lotterie nel meccanismo delle aste
al ribasso, ed al riguardo appare utile segnalare come la
disciplina normativa in tema stabilisca che è proibita
ogni sorta di lotteria, salvo ipotesi specifiche
autorizzate da leggi speciali e con la supervisione ed il
controllo dell'Amministrazione dei Monopoli di Stato.
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Banner pubblicitari
presenti sui siti di aste al ribasso |
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