GLI AFFRESCHI DELLA TOMBA FRANÇOIS (E LA COLLEZIONE TORLONIA) PERCHE’ NON LI VEDREMO (FORSE) MAI PIU’

 


 

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di Servio Tullio (Mastarna)

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Negli ultimi tempi si è tornato a parlare con insistenza degli affreschi della Tomba François perché sembrava ormai certa la vendita da parte dei Torlonia a Comune di Montalto, Regione Lazio e Soprintendenza. Improvvisamente la famiglia romana ha detto no alla cessione e non si è nemmeno degnata di rispondere alla richiesta di esporre i preziosi dipinti alla Mostra sugli Etruschi in corso al Palazzo delle Esposizioni.

Eppure 7 milioni di euro, questa l'offerta ai Torlonia, sembrava una cifra più che congrua. Ma perché allora questo ennesimo rifiuto?

Noi abbiamo cercato di capirci qualcosa e siamo andati alle origini.

Guardate cosa scriveva Stendhal dei Torlonia: “ banquier fort avare ed un peu fripon (canaglia). Figure à argenti…incapable de jouir des belles choses qu’il a reunies autour de lui.."  il Belli ci andava giù pesante :  “figurete Turlonia, cosste ladre / combriccole futtute de bbanchieri”, Ignazio Silone in Fontamara del 1933:” In capo a tutto c'è Dio, padrone del cielo, poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe, poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi il nulla, poi ancora il nulla, poi vengono i cafoni." Infine una citazione emblematica dal film Romanzo Criminale del 2005: il Dandi,  un delinquente degli anni '70, prima di salire sulla sua costosissima macchina da corsa dice "Questa a Roma ce l'avemo solo io e il principe Torlonia".

I Torlonia sono saliti alla ribalta della cronaca romana nei primi anni del XIX secolo, dopo aver accumulato enormi ricchezze grazie alle loro attività commerciali e soprattutto finanziarie. Giovanni Torlonia ottenne da Pio VII, nel 1814, il titolo di Principe di Civitella Cesi (titolo di Princeps Romanus appositamente creato).

I prestiti insoluti alle nobili e decadute famiglie romane rendono ai Torlonia enormi ricchezze in termini di Palazzi e opere d’arte. La famiglia si trova nelle mani in poco tempo "La più importante collezione privata d'arte antica del mondo": così molti esperti definiscono la loro raccolta di sculture greche e romane.

Gli affreschi della Tomba François furono aggiunti alla collezione più tardi, legittimamente per le regole dell’epoca, visto che allora era permesso ai proprietari dei terreni di venire in possesso di ciò che si trovava nel sottosuolo; e la tenuta di Canino e Musignano era stata acquistata poco prima della scoperta del famoso ipogeo dalla vedova di Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone.

 

Così erano custoditi dai Torlonia gli affreschi della Tomba François prima del restauro

Così sono custoditi oggi, nello stesso luogo e coperti da un sottile strato di carta velina, gli affreschi della tomba François

Lo stemma della famiglia Torlonia

 

Il grosso della collezione Torlonia era ospitato (e forse ancora lo è) nel Palazzo Torlonia alla Lungara in Trastevere, gli affreschi della François sono stati ammucchiati alla rinfusa in un ambiente di Villa Albani fino a qualche anno fa, poi sono usciti per un restauro, per essere esposti qualche mese al pubblico a Vulci e rientrare in possesso dei Torlonia.

Abbiamo avuto notizia e documentazione fotografica che i dipinti sono tornati nello stesso luogo angusto di prima del restauro con l'unica accortezza (?) di essere ricoperti da un sottile strato di carta velina. Ricordiamo che nel periodo dell'esposizione al pubblico i dipinti si trovavano all'interno di un ambiente rigidamente controllato per temperatura e umidità.

Visitare la collezione dei Torlonia è sempre stata un'impresa titanica, per un certo periodo era ammessa, su richiesta, solo la nobiltà. Il grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli nel 1947, quand'era Direttore generale delle Antichità e delle Arti, per visitare il museo si è  travestito da spazzino. Da oltre mezzo secolo quella dei Torlonia è una collezione fantasma. Fin dal 1948 il palazzo della Lungara è stato sottoposto a vincolo (tutto doveva rimanere com'era fino a quel momento), ma circa quaranta anni fa il principe Alessandro ottiene l'autorizzazione a restaurare un tetto e, con l'occasione, "restaura" anche le sale interne, che diventano 93 miniappartamenti: le sculture vengono imballate e sistemate chissà dove. Da quel momento è cominciata una sorta di guerra legale tra lo Stato italiano e il principe Alessandro culminata con la  sentenza di Corte di Cassazione (Sezione III penale) del 27 aprile 1979 (clicca per leggere la sentenza), che ha stabilito che il trasferimento delle opere d'arte aveva comportato danni materiali e immateriali alla collezione, stabilendo poi che: «il privato che abbia disperso o distrutto una cosa artisticamente protetta, e che non sia quindi suscettibile di riduzione in pristino, è condannato al pagamento in favore dello Stato di una somma pari al valore della cosa perduta o della diminuzione di valore subìta per effetto del suo comportamento".

 

Il sacrificio dei prigionieri troiani, particolare di uno degli affreschi della tomba François

Foto di G, Primoli (1898) dell'interno del palazzo Torlonia a via della Lungara: visitatori e statue

Ci si sarebbe aspettato che a seguito di questa sentenza qualcosa sarebbe successo, ma si sa come vanno le cose in Italia...Nel 2002 ci fu in merito una interrogazione parlamentare (clicca per leggere l'interrogazione e la risposta del ministro Bondi) che non raggiunse alcun esito ma da cui si evince che i Torlonia avrebbero nel frattempo vincolato la cessione delle opere d'arte alla concessione per la costruzione di un mega-parcheggio all'interno del parco di Villa Albani.

Nel 2003 c'è la notizia, rimasta senza seguito, dell'acquisto dell'intera collezione da parte del premier Silvio Berlusconi che l'avrebbe donata ed esposta al pubblico nelle Scuderie del Quirinale.

Poi si sa, tutte le questioni insolute in Italia finiscono con la nomina di una Commissione, e ciò avviene puntualmente nel 2004.  Il Parlamento decide di nominare una commissione e di tenere una serie di audizioni informali per l'acquisizione di pareri degli "addetti ai lavori".

Naturalmente nel frattempo non si è raggiunto risultato alcuno.

Ci pare di aver capito che, se lo Stato risulta persino incapace di dare seguito a una sentenza della Cassazione che avrebbe consentito persino l'acquisizione gratuita della collezione Torlonia, c'è ben poco da sperare. Se i Torlonia non otterranno quello che vogliono, ovvero la concessione per il mega parcheggio e chissà quant'altro, ben difficilmente potremo ammirare quei capolavori del passato.

 

VISCONTI, Catalogo del Museo Torlonia di Sculture antiche (1880)

LA VILLA ALBANI ORA TORLONIA (1870)