LA CRISI ECONOMICA

L'odissea della Finanza, dai mutui subprime alle cartolarizzazioni

 


 

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di Giacomo Mazzuoli

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In questo terribile anno 2009 il mondo intero sta vivendo nel bel mezzo di una delle più catastrofiche crisi economiche e finanziarie che si ricordino a memoria d'uomo. Abbiamo cercato di capirci qualcosa esaminando i termini più frequentemente usati e cercando di interpretare i commenti dei cosiddetti esperti economici.

Tutto sembra essere cominciato dai famigerati mutui "subprime" concessi a iosa dalle banche Americane a partire dall'anno 2000. Ma cosa sono i mutui subprime e cosa è successo nel 2000?

I mutui subprime sono finanziamenti concessi dalle banche a soggetti che hanno redditi bassi o instabili. Si tratta quindi di operazioni rischiose per le banche, in quanto non è sicuro che le persone saranno in grado di restituire il denaro preso in prestito. A partire dal 2000, quando in America i tassi erano molto bassi, c'è stata una fortissima impennata nella concessione di mutui subprime da parte delle banche.

 

 Sorge spontanea la domanda:"Ma perchè le banche prestavano soldi a chi non dava garanzie di restituzione?". I prezzi delle case stavano lievitando in maniera enorme, perchè la congiuntura era molto favorevole, tassi bassi e ricerca del bene rifugio dopo la bolla finanziaria del 2001. Se chi chiedeva il mutuo non era più in grado di pagare le rate, la banca rivendeva la casa ad un prezzo che nel frattempo era fortemente aumentato. Si era creata una situazione per cui, paradossalmente, alla banca conveniva che il malcapitato mutuatario non riuscisse a pagare. Già questo primo passaggio ci rende consapevoli, se ce ne fosse stato il bisogno, della spregiudicatezza delle banche.

E siamo solo all'inizio! Per soddisfare tutte le richieste di mutui subprime, che ormai fioccano senza freno, le banche hanno bisogno di denaro liquido di cui si trovano sprovviste. Ecco allora entrare in campo un nuovo meccanismo che si rivelerà perverso, quello della cartolarizzazione dei mutui. In pratica, per acquisire soldi da trasformare in nuovi mutui subprime, le banche si vendono i mutui già contratti, nel loro valore complessivo anche se un prezzo un pò inferiore, ad una società cosiddetta veicolo. Le società veicolo naturalmente non hanno i soldi per pagare le banche e li vanno a prendere sul mercato, emettendo obbligazioni che le società di rating classificano come molto sicure. In questo modo il mercato mondiale viene letteralmente sommerso da questi titoli legati ai mutui subprime.

Fin qui tutto sembrava andare per il meglio: chi finora non aveva potuto permettersi una casa ora l'aveva, le banche guadagnavano anche se le rate non venivano pagate, le società veicolo lucravano sullo sconto che le banche avevano concesso cartolarizzando i mutui, i risparmiatori incassavano gli interessi delle obbligazioni delle società veicolo. Per avere un'idea della portata del fenomeno basti pensare che in California un raccoglitore di fragole messicano, con un reddito annuo di 14.000 $, che parlava poco e male l'inglese, ha ottenuto da una finanziaria un mutuo di 720.000 $ per comprarsi casa (Herald Tribune del 27/11/2008).

Naturalmente non poteva continuare così all'infinito, era da pazzi pensare che i prezzi delle case avessero continuato a mantenere quel trend pazzesco di incremento. Infatti, a partire dal 2004, i tassi americani cominciano a salire e, dal 2006 anche i prezzi delle case cominciano a flettere. Ora la banca che ha concesso un mutuo subprime nel 2006 quando andrà a pignorare la casa del mutuatario che non ce la fa più a pagare anche per l'aumento degli interessi, la rivenderà in perdita. Anche la società veicolo che non incasserà più le rate non sarà più in grado di onorare le obbligazioni che hanno invaso il mercato mondiale e che nessuno vuole più comperare. Quelli che le società di rating avevano classificato come investimenti molto sicuri diventano ora titoli tossici.

A questo punto, per limitare le perdite, le banche si vendono tutto quello che possono: azioni, case, obbligazioni e contribuiscono così anche al crollo dei mercati finanziari. Alcuni grandi istituti dovrebbero addirittura dichiarare fallimento se non intervenisse lo Stato Americano a nazionalizzarle. La situazione precipita e la crisi si trasforma da finanziaria ad economica, anche perchè l'economia reale è fortemente legata al destino delle banche. A tutta questa vicenda è seguita infatti una enorme crisi di fiducia che ha generato una pesante crisi di liquidità delle banche che in condizioni normali tendono a prestarsi denaro a vicenda e che in questa situazione non si fidano più l'una dell'altra perchè temono che i soldi prestati non possano più essere restituiti . Ora le banche, che prima concedevano mutui a chi non poteva onorarli, i soldi non li prestano neppure alle imprese che fanno da traino a un'economia reale ormai asfittica.

Le nostre conclusioni, per quanto possano contare, sono piuttosto malinconiche. Da più parti si vuole sdrammatizzare e cercare di infondere fiducia nei consumatori perchè tornino a spendere. Ma quale fiducia si può pretendere da chi vede simili aberrazioni causate dalla spregiudicatezza di chi, operando con i soldi altrui, non riesce a vedere oltre il proprio naso, pur percependo stipendi da favola e uscendo magari dalle migliori Università a indirizzo economico del mondo. E che dire delle società di rating che non ne hanno azzeccata una e dei controlli governativi sulle operazioni finanziarie che dovrebbe garantire la tutela del sistema?