In questo terribile anno 2009
il mondo intero sta vivendo nel bel mezzo di una delle più
catastrofiche crisi economiche e finanziarie che si ricordino a memoria
d'uomo. Abbiamo cercato di capirci qualcosa esaminando i termini più
frequentemente usati e cercando di interpretare i commenti dei
cosiddetti esperti economici.
Tutto sembra essere
cominciato dai famigerati mutui "subprime" concessi a iosa dalle banche
Americane a partire dall'anno 2000. Ma cosa sono i mutui subprime e
cosa è successo nel 2000?
I mutui subprime sono
finanziamenti concessi dalle banche a soggetti che hanno redditi bassi
o instabili. Si tratta quindi di operazioni rischiose per le banche, in
quanto non è sicuro che le persone saranno in grado di restituire il
denaro preso in prestito. A partire dal 2000, quando in America i tassi
erano molto bassi, c'è stata una fortissima impennata nella concessione
di mutui subprime da parte delle banche.
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Sorge spontanea
la domanda:"Ma perchè le banche prestavano soldi a chi non dava
garanzie di restituzione?". I prezzi delle case stavano lievitando in
maniera enorme, perchè la congiuntura era molto favorevole, tassi bassi
e ricerca del bene rifugio dopo la bolla finanziaria del 2001. Se chi
chiedeva il mutuo non era più in grado di pagare le rate, la banca
rivendeva la casa ad un prezzo che nel frattempo era fortemente
aumentato. Si era creata una situazione per cui, paradossalmente, alla
banca conveniva che il malcapitato mutuatario non riuscisse a pagare.
Già questo primo passaggio ci rende consapevoli, se ce ne fosse stato
il bisogno, della spregiudicatezza delle banche.
E siamo solo all'inizio! Per soddisfare tutte le richieste di mutui
subprime, che ormai fioccano senza freno, le banche hanno bisogno di
denaro liquido di cui si trovano sprovviste. Ecco allora entrare in
campo un nuovo meccanismo che si rivelerà perverso, quello della
cartolarizzazione dei mutui. In pratica, per acquisire soldi da
trasformare in nuovi mutui subprime, le banche si vendono i mutui già
contratti, nel loro valore complessivo anche se un prezzo un pò
inferiore, ad una società cosiddetta veicolo. Le società veicolo
naturalmente non hanno i soldi per pagare le banche e li vanno a
prendere sul mercato, emettendo obbligazioni che le società di rating
classificano come molto sicure. In questo modo il mercato mondiale
viene letteralmente sommerso da questi titoli legati ai mutui subprime.
Fin qui tutto sembrava andare per il meglio: chi finora non aveva
potuto permettersi una casa ora l'aveva, le banche guadagnavano anche
se le rate non venivano pagate, le società veicolo lucravano sullo
sconto che le banche avevano concesso cartolarizzando i mutui, i
risparmiatori incassavano gli interessi delle obbligazioni delle
società veicolo. Per avere un'idea della portata del fenomeno basti
pensare che in California un raccoglitore di fragole messicano, con un
reddito annuo di 14.000 $, che parlava poco e male l'inglese, ha
ottenuto da una finanziaria un mutuo di 720.000 $ per comprarsi casa (Herald
Tribune del 27/11/2008).
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Naturalmente non poteva
continuare così all'infinito, era da pazzi pensare che i prezzi delle
case avessero continuato a mantenere quel trend pazzesco di incremento.
Infatti, a partire dal 2004, i tassi americani cominciano a salire e,
dal 2006 anche i prezzi delle case cominciano a flettere. Ora la banca
che ha concesso un mutuo subprime nel 2006 quando andrà a pignorare la
casa del mutuatario che non ce la fa più a pagare anche per l'aumento
degli interessi, la rivenderà in perdita. Anche la società veicolo che
non incasserà più le rate non sarà più in grado di onorare le
obbligazioni che hanno invaso il mercato mondiale e che nessuno vuole
più comperare. Quelli che le società di rating avevano classificato
come investimenti molto sicuri diventano ora titoli tossici.
A questo punto, per limitare
le perdite, le banche si vendono tutto quello che possono: azioni,
case, obbligazioni e contribuiscono così anche al crollo dei mercati
finanziari. Alcuni grandi istituti dovrebbero addirittura dichiarare
fallimento se non intervenisse lo Stato Americano a nazionalizzarle. La
situazione precipita e la crisi si trasforma da finanziaria ad
economica, anche perchè l'economia reale è fortemente legata al destino
delle banche. A tutta questa vicenda è seguita infatti una enorme
crisi di fiducia che ha generato una pesante crisi di liquidità
delle banche che in condizioni normali tendono a prestarsi denaro a
vicenda e che in questa situazione non si fidano più l'una dell'altra
perchè temono che i soldi prestati non possano più essere restituiti .
Ora le banche, che prima concedevano mutui a chi non poteva onorarli, i
soldi non li prestano neppure alle imprese che fanno da traino a
un'economia reale ormai asfittica.
Le nostre conclusioni, per
quanto possano contare, sono piuttosto malinconiche. Da più parti si
vuole sdrammatizzare e cercare di infondere fiducia nei consumatori
perchè tornino a spendere. Ma quale fiducia si può pretendere da chi
vede simili aberrazioni causate dalla spregiudicatezza di chi, operando
con i soldi altrui, non riesce a vedere oltre il proprio naso, pur
percependo stipendi da favola e uscendo magari dalle migliori
Università a indirizzo economico del mondo. E che dire delle società di
rating che non ne hanno azzeccata una e dei controlli governativi sulle
operazioni finanziarie che dovrebbe garantire la tutela del sistema?
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