LA CRISI FINANZIARIA DELL'ITALIA
Il Fiscal Compact (La
mazzata finale per l'economia)
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di
Giacomo Mazzuoli |
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L'euro a Londra è visto come una
moneta zombie (La vignetta è tratta dall'Independent on
Sunday) |
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Per chi non l’avesse capito noi abbiamo sempre manifestato molto
scetticismo sull’operato di questo Governo e sulla terapia recessiva
che sta portando avanti. Naturalmente, come tutti, non abbiamo
certezze di quale sia la strada da percorrere in un momento come
questo in cui tutto sembra precipitare verso un baratro senza fondo.
Però, nella nostra ricerca di obbiettività, abbiamo sempre cercato
di capire quali sono le opinioni e le ragioni di chi la pensa in
modo diverso e condivide le scelte del Governo. Come diceva un detto
popolare è meglio sentire tutte le campane.
Quale miglior occasione allora è leggere, e interpretare, un
articolo di una delle più prestigiose firme del giornalismo
italiano, colui che abbiamo sempre letto quasi devotamente e
considerato un esempio irraggiungibile. Il titolo è “Le munizioni
di Draghi e il decalogo del Pd”, pubblicato il 12 agosto 2012 su
repubblica.it. L’autore è Eugenio Scalfari.
Il suo articolo inizia così: “A leggere
i giornali e ad ascoltare i telegiornali di questi ultimi giorni, si
ha la sensazione di catastrofi sempre più numerose e incombenti:
insolvenza delle imprese, rallentamento drammatico del Pil,
disoccupazione alle stelle (e non solo quella giovanile), motore
tedesco fermo, motore cinese in visibili difficoltà, Goldman Sachs
in fuga dai titoli italiani, deflazione in atto in tutti i Paesi
dell'Europa mediterranea, credit-crunch, sistema bancario bloccato”,
le fonti che dichiarano ciò sono tutte autorevoli e c’è da crederci,
però…c’è un però. Tutte queste problematiche andrebbero
“contestualizzate”, è un’impresa ardua e qualcuno deve pur provarci,
e Scalfari lo fa.
Primo punto la
recessione:
“è vero che l’ultimo trimestre segna un – 0,7% e che nell’anno
mobile siamo a – 2,5%, comunque la proiezione a fine anno darebbe un
– 1,9/2 % e poi era già previsto, così come è prevista la crescita
(a inizio o fine 2013)”, così afferma e osiamo dire minimizza
Scalfari, confondendo(si) tra le percentuali. Se oggi siamo a -2,5%
sarebbe già un successo mantenersi così fino a dicembre, scendere a
1,9% vuol dire preconizzare una robusta crescita già nel secondo
semestre del 2012. Purtroppo è molto probabile che, continuando
così, si possa raggiungere e superare anche il – 3%. Non è poi
nemmeno vero che questa recessione fosse già prevista e anche se lo
fosse stata non ci avrebbe rallegrato.
La
disoccupazione:
“è aumentata in modo esponenziale, però anche questo era previsto,
poi sono cambiati i metodi di rilevamento, i cassintegrati ora sono
considerati disoccupati mentre prima non lo erano. La disoccupazione
giovanile è allarmante, però sembra che i giovani non vogliano fare
lavori dequalificanti”. Per fortuna che c’è chi vede e prevede, ci
verrebbe da dire. Se però si prevede e non si fa nulla per
provvedere, anzi si fa l’esatto contrario, la previsione è un mero
esercizio statistico il cui risultato sembra però tranquillizzare
Scalfari. A noi non tranquillizza sapere che dall’Italia se ne
stanno andando anche gli extracomunitari perché non trovano più
nemmeno il lavoro nero e che negli uffici di collocamento tedeschi
si stanno iscrivendo tanti lavoratori italiani.
Le
banche italiane.
“Secondo la BCE sarebbero in difficoltà, ma la Banca d’Italia dice
che non è vero, però la BCE dice che l’Eurosistema non verrà mai
abbattuto, e questo ci tranquillizza”. Questo ragionamento di
Scalfari ci fa sorgere un dubbio: dobbiamo credere alla BCE o alla
Banca d’Italia? Se la BCE racconta balle vorrebbe dire che le banche
italiane non sono in difficoltà ma che l’Eurosistema rischia di
essere abbattuto. Se invece a raccontare balle è la Banca d’Italia
vuol dire che le banche italiane sono in difficoltà. Una cosa è
certa, qualcuno non ce la racconta giusta.
Goldman Sachs.
“E’ vero che ha venduto quasi tutte le obbligazioni di Stato
italiane, però nel frattempo Deutsche Bank ha moltiplicato i suoi
investimenti negli stessi titoli per un ammontare superiore, quindi
perché preoccuparsi?”. Se fosse vero ci preoccuperemmo di meno.
Goldman Sachs è passata da 2,5 mld di dollari di titoli di Stato
italiani a 191 milioni con un saldo negativo di 2,3 mld di dollari
(fonte la Repubblica). Deutsche Bank è passata da 1,9 a 2,5 mld di
euro con un saldo positivo di 600 mln di euro (ca. 720 mln di
dollari) (fonte il Sole 24 ore). Non è quindi vero che Deutsche Bank
ha moltiplicato i suoi investimenti (li ha solo aumentati
frazionalmente del 29%) e non per un ammontare superiore a quelli
venduti da Goldman Sachs. Alla fine della storia quello che Scalfari
ci fa passare per un guadagno è in realtà una
perdita di circa 1,6 miliardi di dollari…
Se sono queste le argomentazioni delle fonti più autorevoli,
figuriamoci le altre. Tutte continuano a mescolare le carte e a non
(farci) capire quale sia la situazione reale, cosa sia lo scudo
antispread o MES e soprattutto il
Fiscal Compact,
ovvero la mazzata finale che strozzerà definitivamente la nostra
economia e quelle dei paesi più deboli dell’euro.
Recentemente il Parlamento italiano ha ratificato questo incredibile
Trattato che stabilisce l’obbligo del pareggio di bilancio fin dal
2013 e impone che questa regola venga recepita dalle leggi nazionali
meglio ancora se dalle Costituzioni. Non solo, gli Stati hanno
l’obbligo, nel corso dei prossimi 20 anni, di portare al 60% il
valore del debito pubblico in relazione al PIL. L’Italia al momento
è al 123%, in crescita tendenziale, dovrebbe ridurre il suo deficit
di circa 50 miliardi di euro ogni anno, per venti anni,
Lo scenario del 2013 è questo: per raggiungere il pareggio di
bilancio ci vorrà una nuova manovra da circa 70 miliardi di euro
solo per coprire gli interessi sul debito, non sappiamo se nel
frattempo sarà stato portato in pareggio il conto spese entrate e
poi ci vorranno altri 50 miliardi per ridurre il deficit, come
impone il fiscal compact: totale 125 miliardi, nella migliore delle
ipotesi cui vanno aggiunti quelli del fondo europeo salva stati cui
l'Italia deve corrispondere nella misura del 17%. Qualcuno ci può
dire dove verranno presi? Nuove tasse? Nuovi tagli? Nel frattempo il
PIL sarà sceso, le aziende avranno continuato a chiudere, la
disoccupazione sarà aumentata.
E così via per gli anni a seguire. Ma di tutto questo non parla
nessuno, la formula magica fiscal compact viene nominata
sommessamente e raramente, nessuno spiega di cosa si tratta. E'
meglio dormire sonni tranquilli fino alla sua entrata in vigore, poi
si vedrà.
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