LAMPADE A BASSO CONSUMO, ALTO COSTO, SCARSA EFFICIENZA E RISCHI PER LA SALUTE

Da settembre 2012 saranno messe al bando le lampade a incandescenza


 

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di Giacomo Mazzuoli

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Lo prevede una normativa europea. Le tradizionali lampade a incandescenza e quelle alogene non potranno più essere vendute. L’alternativa che ci si propina da qualche anno sono le lampadine cosiddette a basso consumo che, a parità di emissione luminosa comporterebbero un risparmio sulla bolletta di circa l’80%.

Il loro costo iniziale è molto più elevato, però, oltre il minor consumo, si pubblicizza una durata incredibilmente superiore. Superiore se la lampada resta accesa ininterrottamente, perché se viene accesa e spenta con frequenza, e questo è mediamente il destino delle lampade domestiche, allora si danneggia il circuito elettronico di cui è dotata e non si accende più.

Un altro problema è la luminosità ridotta che impone lampade a maggior potenza e quindi a maggior consumo, il tremolio della luce e un intervallo di tempo non indifferente per raggiungere l’intensità luminosa ottimale.

 

A tutto questo bisogna aggiungere i potenziali problemi per la salute in quanto le lampade in questione sono fonte di radiazioni elettromagnetiche, mercurio e radiazioni UV.

Misurazioni eseguite dimostrano che le lampade a basso consumo generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro. Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.

Una lampada a basso consumo contiene da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che queste lampade hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiche' il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.

Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo.

Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell'utilizzo delle lampade a basso consumo porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.

Le lampade a basso consumo senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E' ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (tumore della pelle) e per gli occhi (cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle.

In conclusione, valutando il rapporto costo-benefici, non ci sembra che l’uso massiccio di queste lampade sia un buon affare se non per chi le vende.

Oggi si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l'illuminazione a led, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto

 

Lampade a basso consumo

Lampada a led