Lo prevede una normativa europea. Le tradizionali
lampade a incandescenza e quelle alogene non potranno più essere
vendute. L’alternativa che ci si propina da qualche anno sono le
lampadine cosiddette a basso consumo che, a parità di emissione
luminosa comporterebbero un risparmio sulla bolletta di circa l’80%.
Il loro costo iniziale è molto più elevato,
però, oltre il minor consumo, si pubblicizza una durata
incredibilmente superiore. Superiore se la lampada resta accesa
ininterrottamente, perché se viene accesa e spenta con frequenza, e
questo è mediamente il destino delle lampade domestiche, allora si
danneggia il circuito elettronico di cui è dotata e non si accende
più.
Un altro problema è la luminosità ridotta che
impone lampade a maggior potenza e quindi a maggior consumo, il
tremolio della luce e un intervallo di tempo non indifferente per
raggiungere l’intensità luminosa ottimale.
A tutto questo bisogna aggiungere i potenziali
problemi per la salute in quanto le lampade in questione sono fonte
di radiazioni elettromagnetiche, mercurio e radiazioni UV.
Misurazioni eseguite dimostrano che le lampade
a basso consumo generano potenti campi elettromagnetici a
poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro. Il centro
indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et
d´information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia
pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi
distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da
letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad
incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte
ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Una lampada a basso consumo contiene
da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente
tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato.
Sebbene si dica che queste lampade hanno un basso contenuto di
mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri
danni alla salute. In modo
particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i
bambini piccoli, poiche' il mercurio influisce sullo sviluppo del
cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso
consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni
superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane
dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente
potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i
vapori di mercurio sulla città o finire nelle discariche dove il
mercurio può contaminare aria, acqua e suolo.
Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza
ed il conseguente aumento dell'utilizzo delle lampade a basso
consumo porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente
nelle nostre case e nelle nostre strade.
Le lampade a basso consumo senza il doppio
guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono
radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E' ben noto che questo tipo
di radiazioni sono dannose per la pelle (tumore della pelle) e per
gli occhi (cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le
lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della
pelle.
In conclusione, valutando il rapporto
costo-benefici, non ci sembra che l’uso massiccio di queste lampade
sia un buon affare se non per chi le vende.
Oggi si stanno diffondendo altre tecnologie,
sicuramente più efficienti, come l'illuminazione a led, che
risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare
che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare
al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto
potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore
coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto
Lampade a basso
consumo |
Lampada a led |
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