LA CRISI FINANZIARIA DELL'ITALIA

Il MES (Meccanismo europeo di stabilità), chi è costui?

 


 

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di Giacomo Mazzuoli

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Eravamo rimasti con l’immagine di Mario Draghi, ribattezzato come supereroe dalla stampa italiana e foto ritoccato con il cappello del Supermario di Nintendo.

“Settimana decisiva per l’euro”. E’ la sintesi dei titoli dei giornali italiani alla vigilia dell’ultima riunione della BCE che rende l’idea delle grandi aspettative sui risultati dell’azione di Draghi che avrebbe proposto l’acquisto di bond italiani e spagnoli da parte della BCE per ridurre lo spread. “Faremo di tutto per difendere l’euro”, “L’euro è un progetto irreversibile”, “Quello che faremo sarà abbastanza”. Queste frasi hanno elettrizzato i mercati creando grandi aspettative. La riunione che è seguita e il nuovo discorso di Draghi hanno gettato nuovamente tutti nella depressione. Tutti meno la stampa italiana che ha cantato mezza vittoria perché tutti avrebbero votato a favore di Draghi meno il rappresentante della Banca tedesca e quindi, la strada del salvataggio ormai sarebbe tracciata, titolava un editoriale del Sole 24 ore. Non parliamo poi dell’euforia seguita al grande rimbalzo (speculativo) del giorno seguente: “Il mercato ha fatto una giusta rilettura del discorso di Draghi”

Ma che cosa avrebbe proposto di tanto rivoluzionario Draghi non è dato di sapere con certezza.

I giornalisti hanno fatto salti di equilibrismo, c’è chi ha scritto che il governatore della BCE avrebbe pensato a interventi con acquisti illimitati di Bond dei paesi in difficoltà non appena si presentasse la necessità e senza condizioni (il famoso bazooka della BCE), ma viste le resistenze dei paesi del rigore avrebbe dichiarato che gli acquisti si faranno solo dopo che i paesi in difficoltà li richiedano e dopo che si siano impegnati a prendere misure adeguate sul debito altrimenti si dovrà sottostare a condizioni pesantissime, in pratica la perdita di sovranità in campo economico.

Sono mesi che si parla della stessa cosa e la si spaccia come la grande novità che salverà l’euro. Le frasi di Draghi sono infatti già scritte da tempo nel famoso MES, il meccanismo europeo di stabilità, alias scudo antispread, che, come abbiamo riportato nel nostro precedente servizio, fu già spacciato come una grande vittoria di Monti a fine giugno.

Ricordiamo solo che il MES è stato sottoscritto dai capi di Governo europei a febbraio del 2012 e si è in attesa della decisione dell’Alta Corte della Germania per la sua definitiva ratifica.

Sarebbe questa l’arma che dovrebbe combattere la speculazione internazionale. La sua dotazione è però limitata, sembra trattarsi di 700 miliardi di euro che devono essere finanziati dagli Stati in rapporto al loro PIL. L’Italia, che conta il 17% del PIL europeo deve contribuire con 125 miliardi aggiungendo debito al debito. Come dire, gli italiani fanno sacrifici impensabili per recuperare  a malapena 50 miliardi e il governo si impegna a indebitarsi di una cifra più che doppia per salvare altri Stati e forse noi stessi.

L’efficacia di questo strumento è  peraltro dubbia e comunque la si conoscerà solo dopo che sarà sperimentata, sempre che l’Alta Corte tedesca dia il suo benestare (a settembre), sul primo Stato che ne chiederà l’applicazione (la Spagna?).

Può una moneta (e un sistema economico complesso) reggersi su tale incertezza?