NOTIZIE DEGLI SCAVI DI ANTICHITA'
Rapporto di Goffredo Bendinelli sui lavori di costruzione del canale idroelettrico di Vulci (1919-1921)
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a cura di Anzio Risi

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Figura 2

Figura 3

Figura 5

Figura 6

Figura 7

 

2.  Torso di quadrupede, al quale si ricongiunge perfettamente il pezzo descritto, costituendo insieme una caratteristica figura di centauro. Gli arti anteriori sono di uomo, quelli posteriori di fiera; tutti troncati all'altezza delle cosce. Sui fianchi anteriori si veggono ancora le mani aderenti al corpo, in una curiosa posizione di attenti. Lunghezza del tronco, m. 0,78; altezza 0,39.

3.  Gruppo frammentario, rappresentante una figura giovanile di aspetto virile, nuda, con lunga chioma spiovente sugli omeri, a cavallo di un mostro dal corpo ampiamente serpeggiante e finiente a coda di pesce; privo della testa e del collo (fig. 3). Il cavaliere, di cui mancano le mani che certamente reggevano le briglie, si appoggia colle spalle alla coda serpentina del mostro.

Il gruppo riposa su basso plinto di forma rettangolare e misura un'altezza di m. 0,85.

I frammenti rinvenuti, che sono fra i cimeli più arcaici della scultura etrusca, nonché di quelli sinora rinvenuti nella necropoli di Vulci, appartenevano a monumenti posti ad ornamento di tumuli all'aria aperta4, e furono per caso precipitati da saccheggiatori della necropoli, nella tomba in cui si rinvennero.

Oltre i pezzi di scultura, furono trovati residui della suppellettile funebre, consistenti in frammenti di un vaso d'argilla rossastra, grezza, a fondo piano ed anse a ciambella, e di una ciotola di bucchero, ad orlo svasato. Nello stesso banco di roccia tufacea, contiguo alla detta tomba, potei rile­vare le tracce di altre camerette sepolcrali, a diversi livelli, devastate e franate. Una di queste camerette, ultimamente scoperta e semidistrutta, giaceva alla profondità di m. 2,50 dal piano di campagna. Potei misurarne la porta d'ingresso, alta m. 1, larga 0,57, con stipite o listello (spessore m. 1,05) rilevato sulla parete a destra dell'entrata. A m. 0,50 fuori della porta, si allargava il cassone. Insieme ad avanzi dello scheletro furono rinvenuti nella tomba i seguenti oggetti:

1)       anfora di argilla grezza, a fondo piatto, anse verticali a ciambella ed orlo a cercine ; alt.0,31,diam. della bocca 0,115 (Gsell,op. cit.,tav. suppl. 41).

2)       Stamnos di argilla grezza, a corpo sferoidale, fondo piatto, orlo sva­sato; anse a ciambella oblique. Alt. 0,31, diam. della bocca 0,115 (Gsell, op. cit., tav. cit., forma 41).

3)       Tazza di bucchero, su piede conico, con lievi strigilature parallele intorno alla coppa. Alt. 0,10, diam. 0,14 (Gsell, op. cit., tav. cit., forma 119).

4-5)   Due basse ciotolette di argilla rossastra, a fondo tondo. Alt. 0,025 e 0,02; diametro 0,075 (Gsell, op. cit., tav. cit., forma 41).

Frugando la terra rimasta nella piccola cella, mi fu dato di rinvenire inoltre un pezzo di utensile di ferro piatto, con chiodo a testa convessa, ribadito. Altro rinvenimento fortuito fatto posteriormente nelle necropoli di Vulci, è quello di un grosso vaso fittile, un'olla panciuta, di color rosso-scuro, ad orlo rovesciato e fondo piano, senz'anse, alta m. 0,41, con la bocca del diametro di m. 0,20. Una doppia serie di cordoni a rilievo, disposti verticali e orizzontali, formano tutta una rete continua intorno alla superficie esterna del vaso. I cordoni verticali sembrano riunirsi a coppie obliquamente al primo dei cordoni orizzontali a cominciare dall'alto.

In una ultima ricognizione da me effettuata ai lavori della « Volsinia » presso Vulci nel marzo 1921, mi fu dato di rinvenire a poche centinaia di metri dalla presa del canale, un altro ricco gruppo di tombe a camera, scoperte e senza riguardi manomesse dagli operai per la estrazione di pozzolana occorrente ai lavori del canale. Di ciascuna tomba, circa una ventina, procurai di prendere le misure e segnare le caratteristiche principali tutte le volte che mi fu possibile.

 

Cameretta sepolcrale, con soffitto leggermente arcuato. Altezza m. 0,80, larghezza m. 1,25 ; porticina di accesso rastremata in alto e ostruita da pietrame. Sul piano della cameretta giacevano frammen­ti fittili di vario genere, e cioè pezzi di ceramiche grandi a spesse pareti, di tipo grossolano (anfore, olle, staimnoi), di ceramiche di piccole dimensioni a pareti sottili, lisce, fra cui alcune di bucchero (ciotole, tazze, kylikes), frammenti di un braciere tondo a spesse pareti, con orlo rilevato e bordo cordonato, e due pezzi di un coltello o pugnale di ferro.

Cameretta sepolcrale di dimensioni maggiori della precedente, con soffitto arcuato, alta m. 1,40, larga 1,83, lunga 1,90, con porta di accesso rettangolare (m. 1,40 x 0,78), tuttora chiusa da blocchi di tufo squadrati, disposti su più file. Sul piano della cameretta abbondanti frammenti fittili, tra cui in prevalenza buccheri. Degni di nota un frammento di aryballos corinzio d'imitazione, con una sfilata di palmipedi, una paletta o rhallum di forma trapezoidale, in ferro, e frammenti di una spada, pure di ferro.

Cameretta sepolcrale, con soffitto pianeggiante, alta m. 1,80, larga 2, lunga 2,40 ; con porta rettangolare larga m. 0,70 ; rinvenuta vuota.

Altra simile, sezionata e mancante del pavimento ; larga m. 1,80, lunga 2,10, con porticina di accesso (m. 1,03 x 0,65) tuttora chiusa da blocchi di tufo rozzamente squadrati e sovrapposti orizzontal-mente, in numero di 4 (grossezza m. 0,25, minima 0,17), rincalzati da scaglie di pietrame.

Cameretta sepolcrale sezionata in larghezza, larga m. 1,15, alta 0,80.

Cameretta sepolcrale, con soffitto leggermente arcuato, rientrante oltre la parete verticale, in maniera che questa sembri sporgere in fuori con una specie di risega. Altezza m. 1,60, larghezza 1,80, lunghezza 2,10. Grande porta di accesso semidistrutta, larga metri 1,30, con stipite dello spessore di m. 0,37. Il vano oltre la porta è interrato. L'impressione da me ricevuta è che fosse questa la cameretta di fondo di un complesso monumento sepolcrale a più camere. Cameretta sepolcrale sezionata e semidistrutta, larga m. 1,50, con soffitto arcuato. Porta di accesso alta m. 1, larga m. 0,70. Altra simile adiacente, larga m. 1,90, con porticina aperta dal medesimo lato, ad oriente, larga m. 0,60. Spessore degli stipiti, m. 0,34.

In un secondo aggruppamento di camere sepolcrali, distinto e poco distan­te dal primo, mi fu dato di riconoscere i seguenti ipogei.

Cameretta sepolcrale sezionata e tuttora per buona parte interrata, con pareti lisce e pilastrini angolari, con spigoli rifiniti perfettamente. Larghezza della camera metri 3,25. Lunghezza degli spigoli sporgenti all'estremità della parete nord, m. 0,70 ; larghezza m. 0,40.

Camera sepolcrale rettangolare, scavata nel tufo ad una profondità maggiore di tutte le precedenti, con soffitto sfondato e piano, tutto­ra interrato. Dimensioni della camera m. 2,52 x 2 ; larghezza della porta di accesso m. 0,55. Nell'interno della camera giaceva un'anfora grezza frammentaria, con l'orlo del diametro di m. 0,245. Cameretta simile, con il piano ad un livello superiore al soffitto della camera precedente ; con soffitto arcuato, internato nei lati oltre la verticale delle pareti, sporgenti rispetto al soffitto. Lunghezza della camera m. 2,20, larghezza 2,25. Larghezza della porta, chiusa da blocchi di tufo rettangolari, m. 0,62. Cameretta simile, con soffitto arcuato, diviso longitudinalmente in due parti uguali da un canaletto incavato, poco profondo, largo m. 0,05 ; alt. m. 2 ; lungh. 2,25, larghezza 2.

Porta d'ingresso ad occidente, alta m. 1,50, larga 0,74, chiusa da blocchi di tufo parallelepipedi, disposti in sei file orizzontali, con un blocco messo verticalmente di rincalzo (fig. 4). Sulla parete a destra dell'ingresso vede vasi l'apertura praticata in antico dai primi violatori del sepolcro, i quali erano entrati da una cameretta sepolcrale contigua. Lo spessore della parete divisoria non è che di m. 0,24. Segue un gruppo di tre camerette rettangolari parallele e contigue ad un'altra, tutte con ingresso e soffitto sfondato ad oriente. Larghezza costante, m. 2,30 ; larghezza di due delle camerette m. 1,70; dell'altra, 1,25. Larghezza delle porte, m. 0,70 e 0,63.

Grande ipogeo sepolcrale a più camere, con drómos tuttora interrato, largo m. 1,10, e porta alta m. 1,15. L'ipogeo, alla profondità di m. 3 circa dal piano di campagna, era semidistrutto. Sembrava però aver avuto in origine una camera centrale, dalla quale si diramavano altre camere, di cui non mi fu dato di riconoscere che quelle di fondo con soffitto arcuato, larga m. 2,25, lunga m. 2,33. Sulla parete destra del corridoio, entrando, era ricavata un'altra cameretta sepolcrale a soffitto pianeggiante, con banchina (m. 1,35 x 0,50) per il cadavere: lunghezza della camera m. 1,65; larghezza 1,20 ; larghezza della porta, 0,65.

Le camere sepolcrali distrutte completamente o di cui non rimanevano che troppe misere tracce, furono da me calcolate, entro un piccolo spazio, per un numero superiore a quelle identificate e sopra menzionate.

Durante i lavori di sterro in occasione dei quali vennero demolite le camerette sepolcrali, come non poteva essere a meno, scavando il terreno dall'alto verticalmente, pochi gli oggetti rinvenuti interi, residui di antiche suppellettili funebri già depredate, raccolti dalla Direzione dei lavori, pres­so il Ponte della Badia. Di codesti oggetti fu da me redatto il seguente elenco :

Olla sferoidale di argilla grezza, a fondo piano, con orlo svasato e due anse a ciambella orizzontali. Alt. m. 0,35 ; diam. dell'orlo m. 0,18. Altre due olle simili, con anse a ciambella oblique. Alt. m. 0,35 e 0,30 ; diam. della bocca 0,18 e 0,16. Altra simile, ad anse verticali. Alt. m. 0,37, diam. 0,14. Altra simi­le, alt. m. 0,45 ; diam. della bocca, 0,10. Anfora di argilla grezza, a fondo piano. Alt. m. 0,45 ; diametro della bocca m. 0,13. Anfora tarda di argilla chiara, con piede terminante in punta. Alt. m. 0,515; diam. dell'orlo 0,14. Kyathos di bucchero, con alta ansa. Alt. mass. m. 0,14 ; diam. 0,075. Vasetto di bucchero, a bulla lenticolare. Alt. m. 0,04 ; diam. della bocca 0, 05. Fondo di coppa aretina, con bollo rettangolare : Bacinella di lamina di bronzo (phiale), con orlo arrotondato intorno a un'anima di ferro. Diam. m. 0,22. 11-12. Altre due bacinelle di bronzo simili, ad orlo piano. Diam. m. 0,23 e 0,31.

 

TORNA SU

B. Rinvenimenti nell'area della città. — II tronco di trincea più prossimo alla città antica e quello traversante in direzione obliqua (da nord-ovest a sud-est) l'area della città stessa, attraverso il primo tratto della quale il canale corre in galleria, risultarono ancora poveri di rinvenimenti. Sul pendio dell'altipiano è un breve tratto di canale di scolo, con piano di tegole e spallette di piccoli blocchi di peperino; più oltre sparsi alcuni grossi blocchi di tufo parallelepipedi, avanzi forse di mura della città. In prosecuzione il terreno risultò disseminato di cisterne e di pozzi, di cui uno solo fu esplorato, con esito relativo. Sui fianchi della trincea apparve­ro quindi numerose sezioni di pavimenti a tasselli irregolari di mosaico, sezioni di piani battuti e di dritti di muri, questi ultimi fatti a pietrame e a laterizi, blocchi quadrati, cubici, di peperino locale, taluni in situ, di m. 0,50 di lato; frammenti numerosi e vari di tegole e di stoviglie grezze e a vernice nera. Di peperino trovai anche un frammento a sezione ricurva, lungo m. 0,50, decorato nel senso della curva, da toro sporgente fra doppio cordone : forse una vera da pozzo. Più oltre un tratto di strada romana attraversa la trincea obliquamente, alla profondità di un metro soltanto dal piano di campagna. Ivi presso si apre un passaggio sotterraneo con volta in declivio, forse un canale di scolo, largo m. 0,80, con muratura di mattoni a grossi blocchi di peperino; con pilastrino centrale di sostegno, pure fatto di mattoni. Quanto a oggetti, non fu rinvenuto di relativamente importante altro che una vaschetta di terracotta, lesionata, di forma ricu­va alle due testate e rastremata nel mezzo: lunga 1 ,15, larga 0,47-0,43, alta esternamente 0,30, internamente 0,26.

Verso la parte più meridionale del canale, in prossimità del Castellacelo di Vulci, frammenti insignificanti di lucernette varie di argilla pallida e di qualche boccetta a pareti sottili di vetro.

C. Rinvenimenti al Fontanile di Vulci. — Una delle maggiori depressio­ni di terreno intorno all'area della città, è quella del « Fontanile » di Vulci, dove si trova una sorgente, con un fosso il quale scarica le sue acque nel fiume vicino. Presso la riva destra del fosso, da tempo si scorgeva la faccia di una grossa pietra lavorata, addentrantesi nel terreno. Bastò rimuovere un po' di terra intorno, perché venissero in luce col primo altri blocchi variamente lavorati, provenienti da località diverse ed ivi rimessi in opera l'uno di seguito all'altro, per servire come copertura di un canale di scolo, che dall'alto della città veniva a riversarsi nel fosso.

I pezzi rinvenuti si descrivono come segue, nell'ordine di successione in cui si rinvennero.

1.        Blocco parallelepipedo rettangolare di peperino, munito di cornice sporgente su tre lati, alquanto scheggiata sul lato lungo anteriore (fig. 5). Sulla faccia sottostante è scolpito a bassorilievo un ippo­campo volto a destra, del quale non rimane che la parte superiore del corpo, la parte inferiore essendo stata probabilmente scolpita in un blocco simile, combaciante. Oltre la testa e il collo del cavallo, di buon lavoro , sono rilevate nella pietra, la spira centrale del corpo serpentino e l'estremità della corda appuntita come una coda di serpe5.

2.       Blocco simile di peperino; terminante sopra una delle facce minori a spiovente ricurvo, terminato da cordone orizzontale. Su due guan-ce del blocco sono accennati due listelli che seguono in curva la linea dello spiovente. Lunghezza m. 1, 14, altezza 0,35, spessore 0,31.

3.       Parte di semplice cunetta di canale, in peperino, lunga m. 0,84, larga 0,47 (alt. mass. 0,29, minima 0,20).

La fila dei blocchi coricati si prolunga ancora sotto il terrapieno.

D. Rinvenimenti sporadici. — Murato sopra l'architrave di una porta nel cortile del vecchio Castello al Ponte della Badia, trovasi un fregio scolpito figurato, che sebbene collocato da tempo là dove oggi si vede, non sem­bra aver mai attirato finora l'attenzione di alcuno dei visitatori. Si tratta della parte centrale di un frontone di pietra (fig. 6), mozzato agli angoli, annerito e corroso dal tempo6. Vedesi a destra scolpito un guerriero vestito di chitonisco e di lorica, nell'atto in cui, caduto sul fianco e sulla gamba destra, si sorregge puntando a terra la mano, mentre col braccio sinistro regge ancora lo scudo concavo, di forma rotonda. Alle sue spalle a sinistra è una figura di aspetto soprannaturale e fantastico, avendo forme umane fino alle anche, sostituendosi poi, al posto degli arti inferiori, delle pinne e una lunga coda attortigliata e rastremata, come una coda di pesce. Larghe ali aperte dietro le spalle. Nella destra vibra una specie di remo, col quale sembra di voler fendere il corpo del 'eroe, che è in atto di sorreggere colla mano sinistra dietro il dorso. I tratti dei volti ed altri particolari del gene­re sono del tutto scomparsi. Pure è facile intendere il contenuto funebre della rappresentazione, dove è un genio infernale del tipo di Scilla7, in atto di prender possesso del corpo di un guerriero, colpito a morte. Il frammento di fregio, alto m. 0,43, lungo 0,93, con figure eseguite ad altorilievo, proviene indubbiamente da una tomba monumentale della necropoli vulcente.

E. Nello stesso castello al Ponte della Badia trovavasi fino a poco tempo fa un blocco parallelepipedo di travertino locale, quadrato, di m. 0,37 di lato è m. 0,12 d : di spessore, portante scolpita sopra una faccia la seguen­te iscrizione in parte consunta.

L - COCCHIO

L - L- PRIMO

COCCEIAE -L - L

L'epigrafe sepolcrale, una delle pochissime superstiti della necropoli romana di Vulci, è da poco entrata a far parte della raccolta antiquaria Torlonia nella villa di Musignano, presso Canino.

F. Antefissa rotonda di terracotta, rinvenuta tra il Ponte della Badia e la città di Vulci (fig. 7); diam. m.0,25, alt. 0,22. Dall'incavo centrale sporge ad altorilievo una testa muliebre giovanile, con capelli divisi nel mezzo della fronte e riportati dietro le orecchie, donde scendono in ampi riccioli sulle spalle. Larga tenia sul capo ; al collo una specie di torques, al di sotto del quale si scorge l'orlo superiore del chitone. Pendenti globulari alle orecchie. La faccia, originariamente dipinta in color bianco, serba ancora una delle pupille dipinte in rosso, mentre i capelli erano dipinti in marrone scuro. La bella testa è chiusa entro una fascia limitata da doppio cordone, con tracce di color celeste. Tutt'intorno al fascione, poi, ricorre un giro di foglie larghe lanceolate, ripiegate in basso, portanti tracce di color giallo. Fascia e cornice fogliata sono tagliate in basso orizzontalmente, onde permettere ali'antefissa di poggiare sulla superficie piana di una grondaia o di un architrave.

L'esecuzione fine e accurata di questa terracotta di tipo ellenistico, insieme con le residue tracce di policromia, e inoltre l'assoluta originalità della forma nella pur ricca serie di antefisse pervenute sino a noi8, rendono l'oggetto particolarmente interessante e degno di figurare, come oggi figura, tra le decorazioni fittili di edifici etruschi al Musco di Villa Giulia9.

G. BENDINELL1

 

 

 

4 - Alcuni monumenti affatto simili rinvenuti or sono molti anni nella necropoli di Vulci, sono pubblicati in Monumenti del VI sec., voi. I, tav. XLI.

5 - Cfr, sarcofago dipinto di Bomarzo, in Mon. dell'Ist., I, tav. XLll

6 - In un recente libro di A. Serafini, Musignano e la rocca al Ponte della Badia (Roma, MCMXX), è riprodotta a fig. 11. pag. 53, una fotografia del detto cortile, con veduta della porta e relativo timpano etrusco, in proporzioni però eccessivamente ridotte. La monografia storico-artistica del Serafini è priva di qualsiasi importanza per la storia archeologica del territorio, limitandosi alla trattazione delle vicende storiche e medioevali di questo.

7 - Cfr. Tomba dei Rilievi a Cere, con il Tritone munito di remo (Martha, Lart étrusque, tav. II) e la medesima rappresentazione sopra un'urna etrusca, dove è rappresentato il ratto di Persephone (Overbeck, Kunstmythol., voi. II, tav. XVIII, 9). Il rilievo di Vulci non può essere anteriore al III secolo avanti Cristo.

8  - La forma dell'antefissa rotonda, con maschera centrale, richiama alla memoria lonta­namente soltanto esemplari di antefisse arcaiche note, che non hanno però con questa tarda vulcente alcun rapporto di parentela artistica. Un'antefissa fittile al Museo Vaticano (Museo Etrusco Vaticano, voi. I, tav. XLIV, 13, pure da Vulci, rivela tali caratteri di affi­nità con l'antefissa sopra pubblicata, da parere un esemplare del medesimo tipo.

9 - Sarebbe da augurare che da parte delle case patrizie romane, uniche proprietarie del­l'immenso territorio vulcente, principi Torlonia e marchesi Guglielmi, si agevolasse una buona volta, con i mezzi larghissimi di cui dispongono, l'opera dello Stato nel recuperare e mettere in valore tutto ciò che si riferisce alle ricchezze archeologiche di quel celebre territorio, accaparrate finora quasi esclusivamente da musei stranieri e da collezioni private di cui è vietato a tutti l'accesso.