L'HERMES DI VEIO
Faceva
parte del ciclo decorativo del Tempio del Portonaccio, dedicato
ai miti Greci, anche una statua di
Turms/Hermes/Mercurius/Mercurio,
di cui è rimasta una splendida testa.
Questo reperto fu
proposto dalle Poste di San Marino nel 1971, con un francobollo
da Lire 80 (colori verde, giallo e nero) facente parte della
serie”Arte Etrusca” di quattro valor disegnati da T. Mele che
comprendeva anche: un Askos Etrusco da Lire 50 (arancio e nero);
il Sarcofago degli Sposi da Lire 90 (verde smeraldo e nero) e la
Chimera di Arezzo da Lire 180 (arancio e nero).
Fu anche proposto
dalle Poste Magistrali (Sovrano Militare Ordine di Malta) nel
2013, come valore da 1 Euro di una serie di sei francobolli
dedicati agli Etruschi della serie “La scultura nell’arte”.
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L'Hermes di Veio nella serie
di San Marino del 1971 |

La serie "arte etrusca" di San
Marino |
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L'Hermes
di Veio |
Serie
"La scultura nell'arte", Poste Magistrali 2013 |
Busta
affrancata con Hermes e Sarcofago degli Sposi, San Marino
1971 |
IL SARCOFAGO DEGLI SPOSI
Nelle due serie
filateliche di cui abbiamo appena fatto cenno fu proposto anche
un particolare del Sarcofago degli Sposi di Cerveteri,
conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia in Roma:
le Poste Magistrali con un valore da Euro 0,70 e una fotografia,
mentre le Poste di San Marino emisero nel 1971 un valore di Lire
90 disegnato da T. Mele.

Falso sarcofago etrusco esposto al British Museum
fino al 1930
Cominciamo con il dire
che il sarcofago (così chiamato per le grandi dimensioni – quasi
due metri - e la forma, in realtà era un cinerario) fu ritrovato
nel 1881 in una tomba della
Necropoli della Banditaccia in Cerveteri. Era in pessime
condizioni e frammentato in più di quattrocento pezzi. Fu
acquistato e restaurato nel 1893, come vediamo nella vecchia
fotografia proposta per la prima emissione del Francobollo di
San Marino.
Si tratta di una creazione locale, che
richiama i modelli greci dell’Asia Minore e che viene datato al
530 a.C.
Diciamo subito che i volti non sono
realistici, non sono dei “ritratti”, infatti se ci fate caso, il
volto della donna è quasi identico a quello di suo marito,
questo perché furono usati gli stessi stampi, aggiungendo la
barba. Gli Etruschi non avevano un viso così particolare, tale
da farli sembrare degli extraterresti. I volti lisci ed ovali,
il mento appuntito, le labbra sempre sorridenti, gli occhi
grandi e a mandorla, le orecchie sporgenti, erano delle
convenzioni che richiamavano espressamente le maschere votive
greco-orientali. Quindi la donna etrusca non aveva questo viso,
ma portava, invece, quel tipico cappello di lana che in latino
era detto “tutulus”
(in etrusco non sappiamo) e i calzari (tipo polacchine) a punta
che i latini chiamavano “calcei
repandi”.
A questa famosa coppia di sposi sono stati dedicati altri
francobolli, ad esempio: nel 1980 uno da Antigua e Barbuda per
la serie “Opere d’Arte”; e un altro nel 1994 dalla Repubblica di
Madagascar per la serie” Crocevia di Civiltà”. Nel
2006 le Poste Italiane rappresentarono il Lazio - per la serie
“Regioni d’Italia” - con un valore da 0,45 Euro (policromo)
disegnato da A.M. Maresca con questo reperto in primo piano e
sullo sfondo un tumulo della Banditaccia di Cerveteri.
Questa opera d’arte è molto affascinante, se
vi capita andate a vederla a Villa Giulia (dove tra l’altro è
molto ben esposta). Ne vale proprio la pena.
Lasciate stare il
“clone” realizzato (con la consulenza di Giorgietto Giugiaro)
per la mostra in corso a Bologna “Il
viaggio oltre la vita”, infatti, sarà pure una replica in
perfetta scala, ma manca di qualsiasi fascino, avendo una
superficie a buccia d’arancia che mal diffonde la luce, mentre
l’originale è liscio, poiché accuratamente spatolato prima della
cottura.
A Cerveteri sono state ritrovate altre urne
di terracotta molto simili, ma di piccole dimensioni, e un altro
“sarcofago” con le stesse misure e quasi identico - nel 1863,
sempre alla Banditaccia - che ora è esposto al Museo del Louvre
di Parigi, e che - come potete vedere - conserva ancora tracce
di colore. Si ritiene che il manufatto (con i visi più
tondeggianti del precedente) sia stato prodotto negli stessi
anni e dalla stessa bottega.
Le poste francesi nel 2007 hanno emesso un carnet di dieci
francobolli (tutti dello stesso valore) dedicati a reperti
antichi. Come “antiquité étrusque” una fotografia del sarcofago
del Louvre, presentato su uno sfondo con il particolare del viso
barbuto dell’uomo.
Esiste anche un terzo
Sarcofago degli Sposi, che fu acquistato dal British Museum nel
1873 dall’antiquario (si fa per dire) Castellani. L’opera rimase
esposta sino al 1930, quando si capì che era un clamoroso falso
realizzato dagli artigiani Enrico e Pietro Pennelli, che si
“ispirarono” a quello del Louvre, appena scoperto. Da quel
momento il sarcofago fu “nascosto” nelle cantine del museo, da
cui è uscito solo nel 2012 per una esposizione
a Montréal.
Il
manufatto è una contraffazione talmente grossolana che stupisce
come i responsabili di questo importante museo possano essere
caduti nella trappola. Se ci fate caso, lei indossa della
biancheria intima dell’Ottocento e lui, nudo, ha il tipico
pizzetto di quegli anni, anzi (nella cartolina che il museo
metteva in vendita) sembra addirittura che se la rida.
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Il sarcofago degli sposi nel
francobollo di San Marino |
Il sarcofago degli sposi |
Il sarcofago degli sposi in
un francobollo di Antigua |
... in un francobollo del
Madagascar |
...e nella serie regioni
d'Italia, il Lazio del 2006 |
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