ARCHEOLOGIA AEREA
Interessanti studi di aerotopografia sul centro abitato di Vulci

 

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di Giacomo Mazzuoli

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Vulci è famosa per le sue necropoli e per i preziosi corredi funerari che vi sono stati rivenuti e che oggi sono esposti nei musei di tutto il mondo. L’attenzione degli archeologi si è dedicata solo marginalmente al centro abitato con la conseguenza che solo recentemente sono stati praticati scavi sistematici che ne hanno messo in luce alcuni importanti settori della città etrusco-romana. Negli ultimi anni, con l’istituzione del Parco Archeologico, si sono nuovamente intraprese indagini archeologiche nell’area della città e soprattutto nei pressi della zona di Ponte Rotto in cui doveva sorgere l’importante porto fluviale di Vulci. Un grande contributo alla determinazione della topografia della città, con il suo grande e complesso intreccio di strade, lo ha fornito uno studio recente di G. F. Pocobelli (1) che ha analizzato e comparato fotografie aeree della zona partendo addirittura dalle strisciate dei piloti della RAF nel 1944, che fotografarono il terreno per scopi militari.

 

Stralcio della “cartografi a finalizzata” con restituzione delle tracce archeologiche (in rosso) rilevate nel volo del 1997 e delle strutture (in nero) riportate alla luce dagli scavi (aerofotorestituzione G.F. Pocobelli).

In questo studio si è proceduto con una ricerca dei voli effettuati su Vulci e con la consultazione di circa 50 strisciate, per un totale di oltre 300 fotografie aeree. L’analisi stereoscopica delle immagini ha permesso di individuare i voli che per incidenza della luce, tipo di coltivazione e grado di sviluppo della vegetazione, risultavano più utili alla ricerca; sono state selezionate 24 strisciate, differenti per scala e periodo di ripresa (levate del 1944, 1954, 1960, 1963, 1968, 1973, 1975, 1978, 1984, 1986, 1989 e 1997). La possibilità di poter disporre di una documentazione fotografica che coprisse un arco cronologico di cinquant’anni ha aiutato notevolmente nell'interpretazione delle immagini. E' capitato spesso di tracce che, ad un’analisi approfondita, sono risultate “false tracce archeologiche” perchè erano determinate dalla dismissione di strade campestri o suddivisioni agrarie ancora visibili nelle riprese aeree antecedenti.

Particolarmente interessanti si sono dimostrate le foto dei piloti della RAF, effettuate durante il secondo conflitto mondiale, e quelle del “volo base” del 1954 che documentano una situazione del   terreno immediatamente prima e subito dopo i grandi sconvolgimenti del terreno provocati dai lavori agricoli che seguirono la riforma agraria dell'Ente Maremma.    

Cominciamo con le foto del 1944. Naturalmente le tecniche utilizzate non erano quelle attuali, nè sono stati usati strumenti fotografici stereoscopici; è stato però sperimentato dall'autore un metodo per “cartografare” le tracce: con l’ausilio di programmi specifici per il trattamento delle immagini in campo fotogrammetrico, è stato realizzato un mosaico aerofotografico georeferenziato che, sovrapposto alla cartografia, ha permesso di “vettorializzare” le anomalie archeologiche visibili. Il risultato è un modello tridimensionale raffigurato nella fig.  .

Un fotogramma prospettico del 1975 permette di ricostruire molto dettagliatamente l’organizzazione urbana del settore centrale della città: molto evidente risulta la traccia della strada rettilinea che, con andamento N-S, conduceva all’area forense compresa tra il Tempio Grande, l’Edificio absidato e l’Edicio in laterizio. Lunga complessivamente 750 m ca. e visibile in tutti i rilevamenti aerei zenitali, quindi restituita con estrema precisione con fotogrammetria analitica, l’ampiezza della traccia risulta essere di oltre 8 m.

Da questa si dipartivano altre strade di minore larghezza (tracce di ampiezza tra i 2,60 e 3,10 m), con andamento E-O, che suddividevano l’area in isolati trapezoidali, di ampiezza variabile, densamente edificati, come indicano chiaramente le numerosissime tracce di strutture che permettono di ricostruire, in alcuni casi, la planimetria delle singole unità abitative con le ripartizioni interne degli ambienti . In altre foto dello stesso volo, risulta chiaramente visibile anche l’andamento curvilineo della strada che, parzialmente riportata alla luce dal Bartoccini e nota come “cardine massimo”, da Porta Sud-Est arrivava fino ai margini settentrionali della città.

Numerose e nitide le tracce visibili nella zona del Foro, posto tra il Tempio Grande, l’Edificio absidato e l’Edificio in laterizio e facilmente riconoscibile in stereoscopia per una accentuata depressione di ca. m 100 x 60. Tra queste spiccano un edificio rettangolare con lato settentrionale bipartito che, inserito all’interno della piazza, può essere interpretato come edificio con funzione pubblica ed una struttura quadrangolare con tre absidi (diametro ca. m. 3) sul lato occidentale, intorno all’Edificio in laterizio forse la porticus e le scholae fatte erigere da L. Caelius e da Caelia nella seconda metà del I sec. a.C. ricordate in un’epigrafe proveniente da Vulci.

Molto nitide risultano anche due grandi strutture di forma ellittica visibili a O dell’Edificio in Laterizio (m 24 x 9,50 e 28 x 11 ca.) ed una di forma circolare poco più a S (m 14,50 x 11 ca.), con all’interno una doppia fila di tracce scure circolari, forse da interpretare come buche di palo per capanne post-antiche. La possibilità di esasperare l’ingrandimento dei fotogrammi attraverso l’uso di programmi per il trattamento delle immagini, ha permesso di evidenziare un edificio posto nell’angolo SO della piazza, caratterizzato da un recinto quadrangolare che circoscrive una netta traccia scura semicircolare con una serie di muri ad andamento radiale. Lo sviluppo di questo complesso sembra corrispondere, anche se con forti dubbi, a quello riportato alla luce dal Campanari nella prima metà dell’800, di cui si era persa l’esatta ubicazione, ed interpretato come impianto termale (le c.d. “Terme Campanari”). Importanti acquisizioni si sono ottenute anche per il settore nordorientale della città. Le numerose anomalie da umidità e da vegetazione rilevabili nell’immagine presentata in fig  , in primo piano l’area dell’acropoli, si riferiscono ad ambienti quadrangolari scavati nel banco roccioso affiorante (aree chiare), tra i quali spiccano tre ambienti adiacenti di forma rettangolare posti nel punto più alto dell’acropoli. Ben visibili alcune tracce scure di forma circolare, probabili cisterne scavate nel banco ed il largo fossato difensivo evidenziato dalla vegetazione più rigogliosa, rilevabile anche in tutti i fotogrammi zenitali, che risulta ampio circa 23 m. In secondo piano, sono invece riconoscibili molte tracce pertinenti al tessuto abitativo del settore NE di Vulci.

Di particolare interesse risulta la grande traccia scura da vegetazione posta immediatamente ad O del fossato difensivo: si tratta di un’ampia piazza di forma grossomodo rettangolare delimitata sul lato O da una serie di ambienti allineati di forma quadrangolare e sul lato E da alcuni edifici, di cui uno rettangolare molto allungato. Al centro del lato orientale è ben visibile una struttura in opera quadrata, probabilmente un tempio, la cui pianta è evidenziata dalla vegetazione cresciuta tra i blocchi.


 



 

 

 

(1) G.F. Pocobelli Vulci: il contributo della fotografia aerea alla conoscenza dell'area urbana, Libreria dello Stato, I.P.Z.S. 2004

Particolare della “Pianta topografica dell’antica città di Vulci e sue adiacenze” di Luigi Canina (1851)

Particolare della “Pianta topografica dell’antica città di Vulci e sue adiacenze” di Luigi Canina (1851).

Fotografia aerea scattata dalla RAF il 31 maggio 1944
Fotografia aerea scattata dalla RAF il 31 maggio 1944     
Schema tridimensionale della città di Vulci con restituzione delle tracce dedotte dalla fotografia aerea della RAF del 31 maggio 1944

Schema tridimensionale della città di Vulci con restituzione delle tracce dedotte dalla fotografia aerea della RAF del 31 maggio 1944

Fotografia aerea del 1954

Fotografia aerea del 1954

Fotografia aerea scattata nel luglio del 1997

Fotografia aerea scattata nel luglio del 1997

Veduta prospettica della città da NE con, in primo piano, l’acropoli di Vulci (volo 1975)

Veduta prospettica della città da NE con, in primo piano, l’acropoli di Vulci (volo 1975)

Fotografia prospettica del 1975: veduta della porzione centrale da Ovest

Fotografia prospettica del 1975: veduta della porzione centrale da Ovest

 
 

 

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