Si sa che Cerveteri è
stata una delle più importanti città etrusche e che è arrivata ad
espandersi, nella sua influenza politica e culturale, anche nelle zone
interne del Lazio, fino a poca distanza da Tarquinia.
Sono innumerevoli i
segni della presenza ceretana a San Giovenale, Blera, Valle Cappellana,
ma nessuno è così sorprendentemente carico di riferimenti tecnici e
artistici ai grandi tumuli scavati nel tufo di Cerveteri, come il
Tumulo Cima di San Giuliano a Barbarano Romano, soprattutto se
confrontato con il Tumulo Campana nella necropoli di Monte Abatone
di Cerveteri.
Innanzi tutto il dromos
d’ingresso alle tombe principali. In entrambe i casi profondamente
scavato nel tufo e con tre ingressi, uno frontale e due laterali e
porte con arco a tutto sesto.
Poi c’è la stanza di
sinistra del tumulo Cima che è praticamente una copia di quella
centrale del Campana, pur con una grande unicità di quest’ultimo: una
sedia, o forse un trono, finemente lavorato e risparmiato nel tufo
nell’angolo destro subito dopo l’ingresso.
Per il resto la
struttura è la stessa: pianta rettangolare con una trave trasversale
molto sporgente sorretta virtualmente da due colonne solo disegnate nel
tufo e scanalate verticalmente. La prima parte del soffitto è a vela
poi diventa piano con travi scolpite e interstizi lavorati, sempre
disegnati nel tufo a voler rappresentare la tecnica costruttiva delle
abitazioni etrusche dell’epoca. Una grande trave trasversale fortemente
sporgente è comune alla due stanze dopodichè il soffitto diventa a
doppio spiovente con columen centrale per terminare con una sorta di
timpano nei pressi della parete di fondo.
La camera di sinistra
del tumulo ceretano presenta anch’essa all’inizio un soffitto piano con
travi a rilievo e interstizi lavorati. Poi c’è una grande trave
trasversale fortemente sporgente sorretta da due colonne o pilastri
solo disegnati nella parete tufacea con scanalature verticali. Come
nella camera di mezzo anche qui troviamo una rara testimonianza, comune
solo alla tomba dei Leoni Dipinti della Banditaccia: tre grandi
cesti risparmiati nel tufo posti sopra il letto funebre a significare
forse la scorta alimentare per l’aldilà. La camera centrale del tumulo
Cima presenta una caratteristica, non unica ma comunque non presente in
nessuna delle stanze del tumulo Campana, ovvero una serie di veri
pilastri squadrati risparmiati nel tufo posti al centro e nei pressi
della parete di fondo dell’ambiente.
In conclusione si può
dire che nella seconda metà del VII secolo la città di Cerveteri
estendeva sicuramente la sua influenza politica e culturale anche nelle
località della valle del Biedano, che probabilmente gli ideatori dei
grandi tumuli ceretani vennero qui in trasferta, fors’anche con le
stesse maestranze, per realizzare copie dei primi grandi monumenti
funerari che caratterizzarono il periodo d’oro della civiltà etrusca.

L'altare
scolpito nell'angolo di destra della camera centrale del tumulo Campana |

Il dromos d'ingresso del tumulo Campana |

....e quello del tumulo Cima |