Il ritrovamento fortuito a Gonfienti nella periferia di Prato di un centro abitato
etrusco di notevoli dimensioni è la scoperta più sconvolgente, in campo
archeologico, di questi ultimi decenni. Perché ho definito sconvolgente questo
importante ritrovamento? Primo: perché la storia “acquisita” degli etruschi asseriva
in modo sicuro che Fiesole era la città etrusca più a Nord della Toscana; secondo:
perché, da sempre,la storia “ufficiale”, quella che si studia nei testi scolastici e
anche su quelli specialistici (che traboccano di romanicità fino alla nausea),
asseriva che Firenze, essendo colonia fondata dai Romani era più antica di Prato;
terzo: perché si credeva che tutta quella zona del pratese, nei secoli VI-IV a.C.
fosse una immensa palude, non abitabile, ecc. ecc..
Ma i fatti ci insegnano che in etruscologia, ma in generale nell’archeologia, niente
è definitivo, niente è assoluto e nessuno studioso, pur grande che sia, può
affermare qualcosa senza la paura di essere poi smentito. E così il caso, come il
ritrovamento fortuito di Gonfienti, si prende gioco della storia e ci dice che a
ridosso degli Appennini, nella Toscana del nord esitevano almeno due importanti
città: Gonfienti (Prato) e Fiesole (Firenze) e non una come si era sempre creduto, a
torto.
Mi viene subito da chiedermi quale fosse il ruolo di Gonfienti che dista da Fiesole
una ventina di chilometri in linea d’aria. Già, perché due città importanti così
vicine fra loro? Quale ruolo aveva Gonfienti e quale ruolo aveva Fiesole nella
Confederazione Rasenna? Quale erano le strade che collegavano le due città fra di
loro? Su quali tracciati di strade importanti si trovavano? Qual’era il il loro
ruolo economico, politico, militare e difensivo?
Queste domande sono legittime poiché non basta ritrovare le fondamenta delle case,
ritrovare certi frammenti fittili, bronzetti, vasi o altro, per essere soddisfatti
della ricerca. Certe illazioni poi apparse sulla stampa possono risultare
fuorvianti. Ad esempio a Gonfienti sono stati ritrovati dei comuni rocchetti sui
quali le donne etrusche arrotolavano i fili per la tessitura dei vestiti e della
biancheria in genere. Rocchetti come questi ritrovati a Gonfienti sono comunissimi e
sono stati trovati un po’ in tutti i siti d’Etruria. Per il fatto che essi siano
stati ritrovati a Gonfienti ha sviluppato la fantasia di certuni, i quali hanno
accostato questi a una antica realtà industriale e laniera praticata dagli abitanti
di Gonfienti. Se tanto mi da tanto cosa dovremmo pensare di Marsiliana dove è stato
ritrovato un pettine con l’alfabeto etrusco completo? Che a Marsiliana esisteva una
primitiva università etrusca? Ma lasciamo questo argomento.
Basandoci su delle ipotesi, che hanno però un certo fondamento, ma sono pur tuttavia
delle ipotesi, quale era il ruolo di Gonfienti di Prato? Intanto bisogna dire che la
città sorgeva, come abbiamo visto ai margini di una vasta pianura, a ridosso delle
colline della Calvana. Dobbiamo poi dire che, al contrario di tante altre città
etrusche, caratterizzate da un sistema urbanistico casuale, quella di Gonfienti pare
una città costruita con un disegno ben preciso, con le strade parallele intersecate
da altrettante strade che le incrociano e su queste si affacciano edifici, che hanno
la caratteristica di case costruite intorno a un atrio, nel quale si trova al centro
un pozzo, costruito a cerchi concentrici con ciottoli di fiume.
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