L'IPOGEO DEI VOLUMNI

 

 

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di Giacomo Mazzuoli

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L'ipogeo dei Volumni, al centro il tablinum con le urne funerarie

L’ipogeo dei Volumni è una tomba monumentale etrusca di età ellenistica (III – I secolo a.C.)  scoperta inviolata nel 1840 nei pressi di Perugia durante i lavori di costruzione di una strada. L’ipogeo faceva parte di una necropoli molto vasta denominata del Palazzone che ha restituito circa 200 tombe dello stesso periodo ma in parte riferibili anche all’età arcaica. La struttura della tomba è molto complessa e consta di 10 ambienti scavati molto in profondità a cui si accede mediante un profondo dromos a scale. L’atrio è rettangolare e presenta un soffitto a doppio spiovente con columen centrale e travi ortogonali, su di esso si affacciano due stanze (cubicola) per ogni lato, due alae terminanti in due ambienti e il tablinum centrale. Nel tablinum si trovano sette grandi urne cinerarie iscritte, sei etrusche, in travertino stuccato, e una romana in marmo. In quella che si trova addossata sulla parete di fondo è rappresentato semisdraiato sulla kline Arnth Velimnas Aules, che doveva essere il personaggio di spicco della famiglia. Al centro dell'urna è dipinta la porta dell’Ade, fiancheggiata da due due demoni alati, dall'aspetto giovanile, che la vigilano. A destra sono quattro urne in travertino con defunto semigiacente e testa di Medusa nel prospetto. Appartengono agli altri componenti della famiglia, il nonno, il padre ed i fratelli; a sinistra è la figlia Veilia raffigurata a banchetto, seduta.
L’urna in marmo appartenente all’ultimo personaggio sepolto nella tomba, rappresenta un edificio romano, ornato con festoni a rilievo, databile al I sec. d.C. e reca inciso il nome sia in etrusco che in latino. I soffitti del tablinum e di alcune stanze sono ornati da lacunari geometrici con protomi gorgoniche e umane. Sui timpani sono dipinte scene riferibili all’oltretomba.

Poco dopo la scoperta venne costruito un edificio a difesa dell'ingresso dell’ ipogeo e avente funzioni di piccolo museo. Nell’edificio sono esposte decine di urne cinerarie in travertino provenienti dalla necropoli del Palazzone.

La scoperta fu certamente sensazionale per quei tempi. Documenti d’archivio la definirono “cosa sorprendente non più veduta”. Man mano che si scavava, la terra restituiva oggetti inaspettati, ambienti appartenenti a epoche lontanissime. Sono ormai passati 170 anni da quel lontano 1840, quando durante i lavori per la realizzazione della strada verso Roma.  Al momento della scoperta  entrarono nella tomba il conte Baglioni, proprietario del terreno, e il Vermiglioli. L’accesso fu consentito solo con un pass, e solo per chi se ne intendeva. La popolazione della zona, infatti, accorsa numerosa, fu esclusa. Ma non desistette, tanto che di notte oltre cento coloni, muniti di lanterne, tornarono a visitarla

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Le urne cinerarie con iscrizioni etrusche L'urna di Arnth Velimnas Aules con demoni alati L'urna di marmo di età romana

Le urne cinerarie con iscrizioni etrusche

L'urna di Arnth Velimnas Aules con demoni alati

L'urna di marmo di età romana

Pianta della tomba

Pianta della tomba

Il profondo dromos d'ingresso, tutt'intorno sono allineate le urne cinerarie provenienti dalla necropoli del Palazzone
Il profondo dromos d'ingresso, tutt'intorno sono allineate le urne cinerarie provenienti dalla necropoli del Palazzone
Particolari di due urne cinerarie
Particolari di due urne cinerarie
Il tablinum e  una delle alae
Il tablinum e  una delle alae
Soffitto a lacunari
Soffitto a lacunari
Soffitto con protome gorgonica
Soffitto con protome gorgonica

 

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