Le Lamine auree di Pyrgi


 

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di Giacomo Mazzuoli

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  Nel 1964, durante dei lavori di scavo presso l’area archeologica di Pyrgi, porto dell’antica città etrusca di Cere (Cerveteri), fu fatta una scoperta che scatenò l’entusiasmo del mondo scientifico: tra il materiale di scarico proveniente da un recinto posto tra i due templi dell’area archeologica furono rinvenute, accuratamente arrotolate, tre lamine d’oro, due delle quali incise con scritte in lingua etrusca e l’altra in lingua fenicia arcaica. Tutt’intorno alle lamine sono una serie di buchetti, che permettevano di affiggerle alle porte di uno dei templi, con dei chiodini, in parte ritrovati, in bronzo con le capocchie d’oro.

  La scoperta fece subito pensare ad una sorta di “stele di rosetta” etrusca grazie alla quale si potesse decifrare la scrittura etrusca, in quanto della lingua fenicio–punica si possiedono discrete conoscenze. Purtroppo, per tutta una serie di circostanze sfavorevoli, i risultati non furono all’altezza delle aspettative: i due testi corrispondono tra di loro ma non sono l’esatta traduzione l’uno dell’altro e i contenuti della lamina in lingua punica presentano alcuni punti oscuri che ne limitano la conoscenza.

  In conclusione, gli esperti che hanno approfondito lo studio sulle tre lamine auree di Pyrgi, hanno stabilito che in esse è riportata la versione di un identico evento: la consacrazione, da parte di Thefario Velianio, lucumone o principe-tiranno di Cere, di un piccolo edificio religioso in onore della dea Giunone-Astarte.

 

Le tre lamine auree di Pyrgi
(Roma, Museo Archeologico di Villa Giulia)


Di seguito riportiamo una ricostruzione del testo originale,
la trascrizione in caratteri latini e la traduzione del Prof. Pittau.

«Questo thesaurus e queste statuette sono divenuti di Giunone-Astarte. Avendo la protettrice della Città concesso a Thefario Velianio due [figli] da Cluvenia, (egli) ha donato a ciascun tempio ed al tesoriere offerte in terreni per i tre anni completi di questo Reggente, offerte in sale (?) per la presidenza del tempio di questa (Giunone) Dispensatrice di discendenti; ed a queste statue (siano) anni quanti (sono) gli astri!».

 

«Così Thefario Velianio ha concesso l'offerta del corrente mese di dicembre (ed) ha fatto elargizioni a Giunone. La cerimonia degli anni del thesaurus è stata la undicesima (rispetto a)gli astri».

 

«Alla signora Astarte questo sacello ha fatto e donato Tiberio Velianio re di Cere, nel mese di Zebah, come dono nel tempio e nella cella, perché Astarte ha favorito il suo fedele, nel terzo anno del suo regno, nel mese di KRR, nel giorno della sepoltura della divinità. E gli anni della statua della divinità siano tanti quanti (sono) gli astri».

 

 

 

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