Nel 1964, durante dei lavori di scavo
presso l’area archeologica di Pyrgi, porto dell’antica città
etrusca di Cere (Cerveteri), fu fatta una scoperta che scatenò
l’entusiasmo del mondo scientifico: tra il materiale di scarico
proveniente da un recinto posto tra i due templi dell’area
archeologica furono rinvenute, accuratamente arrotolate, tre lamine
d’oro, due delle quali incise con scritte in lingua etrusca e
l’altra in lingua fenicia arcaica. Tutt’intorno alle lamine sono
una serie di buchetti, che permettevano di affiggerle alle porte di
uno dei templi, con dei chiodini, in parte ritrovati, in bronzo con
le capocchie d’oro.
La scoperta fece subito pensare ad
una sorta di “stele di rosetta” etrusca grazie alla quale si
potesse decifrare la scrittura etrusca, in quanto della lingua
fenicio–punica si possiedono discrete conoscenze. Purtroppo, per
tutta una serie di circostanze sfavorevoli, i risultati non furono
all’altezza delle aspettative: i due testi corrispondono tra di
loro ma non sono l’esatta traduzione l’uno dell’altro e i contenuti
della lamina in lingua punica presentano alcuni punti oscuri che ne
limitano la conoscenza.
In conclusione, gli esperti che hanno
approfondito lo studio sulle tre lamine auree di Pyrgi, hanno
stabilito che in esse è riportata la versione di un identico
evento: la consacrazione, da parte di Thefario Velianio, lucumone
o principe-tiranno di Cere, di un piccolo edificio religioso in
onore della dea Giunone-Astarte.
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«Questo thesaurus e queste
statuette sono divenuti di Giunone-Astarte. Avendo la protettrice
della Città concesso a Thefario Velianio due [figli] da Cluvenia,
(egli) ha donato a ciascun tempio ed al tesoriere offerte in
terreni per i tre anni completi di questo Reggente, offerte in sale
(?) per la presidenza del tempio di questa (Giunone) Dispensatrice
di discendenti; ed a queste statue (siano) anni quanti (sono) gli
astri!».
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«Così Thefario
Velianio ha concesso l'offerta del corrente mese di dicembre (ed)
ha fatto elargizioni a Giunone. La cerimonia degli anni del
thesaurus è stata la undicesima (rispetto a)gli astri».
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«Alla signora Astarte questo
sacello ha fatto e donato Tiberio Velianio re di Cere, nel mese di
Zebah, come dono nel tempio e nella cella, perché Astarte ha
favorito il suo fedele, nel terzo anno del suo regno, nel mese di
KRR, nel giorno della sepoltura della divinità. E gli anni della
statua della divinità siano tanti quanti (sono) gli astri».
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