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La Tomba dei Tetnie |
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Nel Dicembre del 1845 la Principessa
di tuscia ,
Alexandrine De Bleschamp iniziava la sedicesima campagna di scavi in una zona della necropoli di
Ponte Rotto in cui nella precedente campagna di scavi era stata rinvenuta una biga in bronzo.
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Questa campagna si protrasse tra lunghe pause lavorative e senza ritrovamenti di alcun rilievo fino al 13 Febbraio 1846,giorno in cui avvenne la sensazionale scoperta della Tomba dei Tetnie contenente due stupendi sarcofagi del IV° secolo a.C. in
"…una grotta molto profonda vicino a Ponte Rotto sulla
Fiora…" come scrisse Padre Maurizio da Brescia nella relazione settimanale degli scavi inviata alle Autorità Pontificie.
La scoperta ebbe una vasta eco e lo stesso membro della Commissione del Ministero del Commercio e dei Lavori Pubblici, Luigi Grifi,si recò personalmente nel Luglio del 1846 a Musignano data oltre la rarità e bellezza della scoperta anche dalla difficoltà di trasporto dei due sarcofagi.
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"Gli
sposi si guardano intensamente".
Coperchio del
sarcofago più recente
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Il coperchio
del sarcofago più antico con gli sposi teneramente
abbracciati. |
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Nella minuziosa relazione che depositò presso il
Ministero, il Grifi descrive i sarcofagi e anche il rinvenimento all'interno
di uno dei due sarcofagi di
"…un vaso di argilla con figure di colore arancio in campo nero
di bellissimo disegno rappresentante satiri e baccanti che danzano. Il vaso
però e' rotto ma mostra anch'esso la ricchezza colla quale il defunto venne
seppellito…"
Ma della tomba contenente i due sarcofagi non venne fornita
nessuna notizia o descrizione,in quanto la Principessa di tuscia aveva già
dato ordine di chiudere lo scavo in quanto la tomba o era già parzialmente
crollata o venne distrutta per poter rimuovere agevolmente e in fretta i due
sarcofagi.
Per questo, la Commissione Consultiva del Ministero inoltrò un richiamo scritto alla Principessa nel quale si vietava la copertura degli scavi se non dopo che fossero stati visti da una apposita Sezione della Commissione stessa.
Il sarcofago più antico, appartenente al capofamiglia dei Tetnie è scolpito in nenfro e porta sul coperchio entrambi gli sposi distesi e teneramente abbracciati sul talamo nuziale.
Nei lati lunghi del sarcofago è scolpita la cerimonia del matrimonio, con gli sposi al centro seguiti dai servitori che portano le insegne del rango politico dell'uomo ( sella curule, tromba e aste ) e gli oggetti personali della donna ( vasellame, cista e cetra ).
Sui lati corti sono raffigurati gli stessi sposi, nel primo l'uomo alla guida di una biga, nel secondo la donna su un carro da trasporto.
Il secondo sarcofago appartenente al figlio della coppia raffigurata nel sarcofago già descritto è scolpito in alabastro e porta sul coperchio distesi i due sposi che si guardano nel volto intensamente, coperti con un leggero velo, mentre in tutti e quattro i lati sono scolpite scene di amazzonomachia sui lati lunghi e animali in lotta sui lati corti.
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Anche George Dennis, viaggiatore e scrittore inglese, nel suo "Città e necropoli d'Etruria" descriveva i sarcofagi che aveva avuto modo di vedere in una sua visita al castello di Musignano e che lo avevano profondamente impressionato per la loro fine fattura e bellezza.
Chiusa definitivamente la campagna di scavo nel Marzo del 1846, la Commissione del Ministero si recò nel Maggio dello stesso anno a Musignano, per portare a termine l'acquisto dei sarcofagi, ma la Commissione offrì alla Principessa molto meno di quanto da Lei richiesto, con la clausola che se non fosse stata accettata l'offerta, i sarcofagi sarebbero stati vincolati come di legge.
Nel Marzo del 1847, la Principessa fece sapere che non accettava l'offerta, ma si dichiarava disponibile ad accettare altre eventuali offerte di acquisto che però non ebbe fino al giorno della sua morte avvenuta a Senigaglia il 13 Luglio 1855.
Nel 1859, la Contessa Maria Bonaparte Valentini, in qualità di tutrice della figlia Luciana ( erede universale della Principessa di tuscia) chiese al governo di riprendere le trattative di vendita, ma la richiesta non ebbe esito positivo e la legge che vincolava i sarcofagi alla vendita esclusivamente allo stato
fu dimenticata, in quanto i sarcofagi furono acquistati da J.J.Jarvis e G. Maquay di Firenze che li concessero in prestito a Boston in occasione della Mostra Internazionale nel
Mechanics
Building nel 1883.
Al termine della mostra i sarcofagi vennero portati nel Museum of Fine Arts di
Boston, che nel 1886 ne acquistò uno, mentre l'altro fu acquistato dal Boston Athenaeum che lo donò allo stesso Museo. |

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Animali
in lotta
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Scene di
amazzonomachia |
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