NEL SEGNO DEL GIGLIO
Breve profilo storico della Famiglia Farnese

Parte Settima

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di Romualdo Luzi

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OTTAVIO E L' "AUREA" PARMA

     Se Parma era stata "fatale" per Pier Luigi occorre dire che l'ostinazione di Ottavio e del nonno Paolo III aveva portato ben presto ad una rinascita delle "fortune" farnesiane in questo ducato tanto che nel 1551 Ottavio, sposo di Margherita d'Austria, figlia di Carlo V, era già in grado di difendere la città dall'invasione delle truppe imperiali e papali e riaffermarne così il suo dominio.

   Fu Ottavio a pervenire ad un accordo politico con Filippo II, Re di Spagna, che portò -come prima conseguenza- alla definitiva affermazione del potere farnesiano sulle terre parmensi nonché su tanti altri possessi sparsi per l'Italia fino a poter mantenere, sulla propria arme, il "palo di Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa" (1566), come riaffermazione non tanto dell'onorificenza paterna, quanto di un preciso riconoscimento da parte pontificia della sua persona e del "suo" Ducato a cui, oramai, dedicava ogni attenzione con un costante e continuo arricchimento monumentale e un miglioramento urbanistico realizzato specialmente nelle due città simbolo: Parma e Piacenza.

   Malgrado i tanti interventi in campo economico, giuridico e religioso che gli meritarono singolari meriti, anche Ottavio rischiò di cadere vittima di una congiura perpetrata dal Conte Claudio Landi nel 1579-80.

    

ALESSANDRO DUCA "SOLDATO"

   Nel 1586, alla morte di Ottavio, alla guida del Ducato era succeduto il figlio Alessandro (1545-1592), sposo di Maria Braganza del Portogallo. Questo duca "soldato" aveva avuto modo di mettersi in grande evidenza combattendo la battaglia di Lepanto del 1571, a fianco di Marcantonio Colonna, alla testa di un folto drappello di nobili del ducato parmense, e partecipando ad altre battaglie nei Balcani.

   Questi suoi trascorsi militari gli spianarono la strada per la sua nomina a generale comandante nella guerra di Fiandra ove troverà la morte, per i postumi di una ferita e per la sua salute cagionevole, nel 1592.

   Nel periodo della sua reggenza, proprio per questa lontananza da Parma, Alessandro aveva avuto poche occasioni per dedicare la propria attenzione al Ducato benché, proprio in quegli anni, si compì il primo passo per l'annessione dello Stato Pallavicino.
  

RANUCCIO II FRA ALCHIMIA E MAGIA

   Ad Alessandro, morto nel 1592, successe il Duca Ranuccio, la cui personalità "sospettosa e autoritaria", non contribuì certo a farlo amare dai suoi sudditi. L'alchimia fu la sua grande passione e fu affascinato dalle pratiche magiche. Governò il Ducato per un trentennio e, comunque, seppe guadagnarsi vari meriti per aver saputo riformare le strutture dello stato anche perché circondato da persone valide e capaci. Nel 1599 sposò Margherita Aldobrandini, nipote del pontefice Clemente VIII.

   Ranuccio ha legato il suo nome alla repressione di una presunta congiura che sarebbe stata perpetrata ai suoi danni e scoperta nel 1611. Furono arrestati molti nobili tra cui Barbara Sanseverino e il marito Orazio Simonetta, il marchesino Gian Francesco Sanvitale, il conte Teodoro Scotti con il coinvolgimento di una infinità di altre famiglie nobili come il Duca di Modena, i Gonzaga, il Granduca di Toscana. Il processo-farsa portò alla condanna dei congiurati, alla loro decapitazione e alla confisca delle loro proprietà tra cui ricorderemo soprattutto Colorno ove i Farnese vollero -come loro "Versailles"- una splendida villa.
   

ODOÀRDO, LA GUERRA DI SPAGNA E QUELLA DI CASTRO

   Ranuccio moriva nel 1622, all'età di cinquantadue anni, lasciando erede il figlio Odoardo, di appena dieci anni per cui la reggenza del Ducato venne garantita dalla madre Margherita Aldobrandini e dall'omonimo zio il Cardinale Odoardo. Nel 1628 Odoardo sposò Margherita dei Medici nel corso di una cerimonia sontuosa, ricca di spettacoli e di una festa degna del fasto del Barocco che si andava affermando. Fu anche l'occasione per inaugurare il Teatro Farnese segno della raggiunta potenza e della gloria della famiglia.

   Coinvolto in una guerra filo-francese contro la Spagna nel 1636 subì una atroce sconfitta e solo l'intervento del Papa e del Granduca di Toscana salvò Odoardo e il suo ducato parmense mentre, indebitato a Roma con l'erezione dei cosiddetti Monti Farnesiani, dovette subire la prima guerra di Castro contro Urbano VIII Barberini (1641). Quando ormai era perduta ogni speranza di mantenere il possesso di Castro, l'intervento della Francia, riuscì a mettere pace fra Papa e Duca (1644).

   Odoardo morirà nel 1646, dopo che a Roma, al Barberini, era succeduto un Pamphili, Innocenzo X che avrebbe segnato la ricordata definitiva fine di Castro.
 
 
Ritratto di Ottavio Farnese. Museo civico di Piacenza
 
Pianta della Parma Farnesiana
 
 Ritratto del duca Alessandro Farnese
(dal sito www.corbis.com)
 
Pianta della città di Piacenza
 
Ranuccio II, G.L. Bernini
Parma Galleria Nazionale
 
Odoardo Farnese, ignoto parmense. Parma, Ordine Costantiniano di San Giorgio
 

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