RANUCCIO II E LA FINE DI CASTRO |
Molte delle colpe del giovane Ranuccio, specialmente
nella vicenda della guerra di Castro, furono addebitate al suo
ministro -il francese Jacopo Gaufrido- che con la decapitazione pagò
colpe anche non sue.
Il Duca Ranuccio dovette quindi subire il passaggio di
Castro e Ronciglione alla Chiesa di Roma, sancito definitivamente
nel 1667 dal pontefice Clemente IX. Due matrimoni segnarono la vita
di questo Duca, il primo con Margherita Violante di Savoia (1659)
morta dopo tre anni, e l'altro (1664) con Isabella d'Este. Non fu un
"gran principe" benché non mancarono alcune benemerenze legate
specialmente al suo mecenatismo e alla cultura: costituì gli Archivi
(ducale, notarile), arricchì la Pinacoteca e la Biblioteca, favorì
la stampa, l'Università e le locali Accademie.
La sua morte, avvenuta nel 1694, veniva a suggello di un
periodo particolarmente sofferto della storia farnesiana, ma anche
di un secolo in cui la Corte di Parma era assurta ad una delle più
fastose d'Europa.
FRANCESCO E ANTONIO,
UN CREPUSCOLO DUCALE SETTECENTESCO
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In un momento di
forte trasformazione della società europea, Francesco (nato nel
1678). successore di Ranuccio II nel ducato parmense, seppe porsi in
evidenza nel grande intreccio della politica internazionale del
Settecento per un suo naturale trasporto e una singolare
predisposizione, anche se non va dimenticato il matrimonio che lo
aveva legato alla cognata Dorotea Sofia di Neuburg -vedova del
principe Odoardo, morto nel 1693- e, soprattutto, per il matrimonio
"regale" che aveva legato la sua figliastra Elisabetta a Filippo V,
Re di Spagna. Un matrimonio dietro cui si era intessuta la trama
diplomatica dell'Abate Giulio Alberoni che del Duca Francesco era
amico e grande consigliere.
Alla sua morte, avvenuta improvvisamente nel 1727, il
Ducato era passato sotto la reggenza del fratello Antonio (nato nel
1679), un "principe viaggiatore" che passò "come una meteora".
Nel 1728 Antonio aveva sposato, a Parma, Enrichetta d'Este. La
cerimonia, particolarmente sfarzosa, aveva dato inizio a feste e
spettacoli che si sarebbero conclusi a Piacenza solo nel 1730 con un
pesante aggravio delle già disastrate finanze della famiglia e dello
stesso Ducato.
La sua morte, avvenuta nel 1731, doveva segnare la fine
della dinastia Farnese su Parma e Piacenza e l'arrivo a Parma,
nell'ottobre 1732, del Duca Carlo di Borbone - figlio di Elisabetta
Farnese - ne ufficializzerà il definitivo trapasso.
ELISABETTA, ULTIMA FARNESE, REGINA DI SPAGNA
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Allorché Elisabetta, nel 1714, con il matrimonio celebrato a Parma
con Filippo V, era divenuta Regina di Spagna, i sudditi del nuovo
regno l'avevano subito definita "una poverina impastata di burro e
formaggio e parmigiano" e quindi non degna della carica regale
proprio per questa sua origine provinciale. Dalla necessità di far
conoscere agli Spagnoli che Elisabetta discendeva invece da una
nobile e antica famiglia e che poteva annoverare un pontefice come
Paolo III tra i propri ascendenti, era nata la pubblicazione di un
libro affidato alla penna dello storico Luis de Salazar y Castro. Il
libro, dal titolo
Indice de las glorias de la Casa Farnese, o resumen de los
heroicas acciones de sus principes a la augusta Reyna
de las Espanas dona Isahel Farnese (Madrid, F. Del Hierro,
1716), racconta, nelle sue 790 pagine, quella Storia farnesiana che
qui si è appena tentato di narrare. Certamente troppo poco per una
Storia così importante, forse abbastanza per invogliare -chi non la
conoscesse- ad interessarsi dei tanti personaggi di questa Famiglia.
Personaggi che le ceramiche presentate in questo volume,
nell'immediatezza di un linguaggio emblematico, semplice, policromo,
spesso sfavillante e ammaliante, già possono far rivivere e
apprezzare.
FINE
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Ranuccio II, G.L. Bernini, Parma Galleria
Nazionale
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Francesco Farnese |
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Antonio Farnese |
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Elisabetta Farnese |
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