Un ricordo di Andrea Donati

Per un ricordo di Andrea Donati

di Marilena Cupidi Pacchiacucchi

  Giovanni Andrea Donati si deve annoverare tra i cittadini di Canino di maggior spicco del secolo scorso, sia per la sua vasta cultura, pervasa di umanità, sia per la sua ampia opera di divulgazione storica riferita alla Tuscia (con particolare riguardo per Canino) da lui svolta attraverso importanti documentazioni, frutto di costante e serio lavoro di ricerca e di studio.
Nato a Canino l’11 giugno 1883, era uno degli otto figli della famiglia di Davide Donati e di Francesca Frigola.
Compì gli studi elementari a Canino. Ebbe come insegnante il Maestro Gismondo Galli che va ricordato come autore di due importanti studi storici: “Memorie storiche di Canino” (1892) e “Canino nel Secolo XIX” (1904).
II Galli, constatate le particolari doli intellettive e, soprattutto, l'interesse per la ricerca dimostrate dal suo allievo, riuscì ben presto a coinvolgerlo nelle proprie attività di indagine storica, ambientale e geologica del nostro territorio. Questo valido docente era solito stimolare i propri allievi con una metodologia avanzata per quei tempi che, fin da allora, superati i banchi della scuola, preludeva alla didattica moderna.
Molti caninesi ricorderanno la collezione geologica realizzata dal Galli nella Scuola e ivi lungamente esposta, poi purtroppo andata perduta nell'ultimo conflitto mondiale. Fu proprio a fianco del Galli, con il quale per tanti anni collaborò, che emerse nel Donati la passione per la ricerca e per la documentazione storica: attività che maturatesi sempre di più, coinvolsero quest'ultimo per tutta la vita, che si conc1use a Roma il 2 luglio del 1956.
Iniziati gli studi superiori nel liceo-ginnasio del Seminario di Montefiascone, si stabilì quindi a Roma dove conseguì la laurea in giurisprudenza che, però, non utilizzò mai per l'esercizio della sua professione. Fu, invece, Rettore Amministrativo presso le Università di Pisa, Roma, Torino, Napoli e del Politecnico di Milano dando prova di saggia competenza. Inoltre contribuì largamente al risanamento finanziario dell'ateneo partenopeo.
Nel corso della carriera professionale la sua presenza a Canino fu sempre costante. Il suo aspetto signorile, di persona affabile e colta, era nota a tutti. In ogni avvenimento non mancavano le sue conferenze, i suoi discorsi.
Con il Galli fu propugnatore per il recupero delle "Doti dei Farnese" che consistevano in un antico lascito dei card. Alessandro e Odoardo da destinare, ogni anno, come dote di circa 80 scudi, alle due ragazze più povere estratte a sorte nelle cittadine già facenti dell'ex Ducato di Castro e Ronciglione. Le ultime estrazioni in Canino avvennero nel 1843 e nel 1855. La sorte favorì rispettivamente Maria Domenica Specchietti e Ravagioli Assunta.
Al suo Maestro, in segno di amore e di riconoscenza, pubblicherà nel 1925, primo anniversario della di lui scomparsa, la breve monografia “In memoria di un educatore del popolo”.
Con ampiezza di particolari e precisi riferimenti divulgò notizie sulla Tuscia, su Canino, sulla famiglia Farnese, sui Bonaparte, inserendo gli avvenimenti nel giusto contesto della storia d'Italia e d'Europa.
Con linguaggio ricco e forbito, proprio dell'epoca, descrisse le figure dei protagonisti che considerò uomini con virtù e difetti. Tuttavia, cristiano convinto come era, preferì dare a questi ultimi marginale importanza.
Pubblicò diversi articoli sulla rivista illustrata “Latina Gens” tanto apprezzata nella Tuscia verso gli anni trenta del '900. Tra gli interventi piace ricordare, in particolare, la sua avversione contro il progetto della demolizione della Chiesa di S.Vito in Canino, poi realizzato, per la costruzione dell'attuale ingresso alla pineta pubblica.
Le sue opere bibliografiche, custodite in molte biblioteche della nostra Provincia, sono oggetto di studio e di attenta consultazione storica.
A lui, nel 1996, venne intitolata l'Associazione Musicale Culturale di Canino.
 

 



Andrea Donati