Cattivismi
Rubrica contro il "buonismo" che ha rincitrullito l'Italia ma ancora non del tutto gli italiani

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A cura di Vautrin e Up

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Introduzione

 

Cattivi, si.

C’è bisogno di un po’ di sana cattiveria. Venti anni di buonismo hanno rincitrullito l’Italia, ma non ancora del tutto gli italiani. Se c’è qualcuno che ancora conserva autonomia di giudizio e indipendenza di pensiero è a lui che ci rivolgiamo. Perché non si possono confondere i buoni con i buonisti e si può – si deve – essere buoni senza per questo essere buonisti.

Da queste righe, ogni settimana, una sana iniezione di cattivismo rivitalizzerà le sinapsi di chi non si è ancora rassegnato ad affondare il cervello in una salamoia di marzapane o a chiuderlo a chiave in una gabbia di glassa sgocciolante.

Certo i nostri “cattivismi” potranno non piacere e perfino disturbare (quando vi hanno appiccicato due fette di roseo prosciutto cotto agli occhi, alle orecchie e anche alla bocca riacquistare l’uso pieno dei sensi e rivedere il mondo in chiaroscuro potrebbe essere dura) ma noi garantiremo a chiunque vorrà il diritto di replica perché le opinioni non ci spaventano e rifuggiremo la deriva buonista di sancire con legge quale opinione abbia diritto di agibilità e quale no. 

Insomma faremo come il bambino della favola: grideremo a gran voce “Il re è nudo, è nudo!”  in faccia  a chi è ormai abituato ad abbassare lo sguardo per non vedere le vergogne.

 

 

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