Deve piacere molto il termine
“paradossale” alla nostra
attuale classe dirigente.
Nell’arco di due giorni lo hanno
usato a sproposito sia il primo
ministro Letta che il ministro
per gli Affari Regionali Del
Rio.
Il primo ha prospettato che la
caduta del Governo da lui stesso
presieduto proprio in questo
momento sarebbe paradossale,
il secondo ha detto che sarebbe
paradossale non far
pagare la Service Tax (che
dovrebbe sostituire l’IMU sulla
prima casa) a chi se lo può
permettere.
Vediamo cosa dice in proposito
il vocabolario alla voce
“paradosso”:
Affermazione, proposizione,
tesi, opinione che, per il suo
contenuto o per la forma in cui
è espressa, appare contraria
all’opinione comune o alla
verosimiglianza e riesce perciò
sorprendente o incredibile.
Per Letta dunque la caduta del
Governo in questo momento
avrebbe dell’incredibile perché
andrebbe contro l’evidente
opinione comune.
Su cosa sia basata questa
certezza solo lui lo sa. L’unico
dato certo e disponibile, ovvero
l’indice di gradimento del
Governo, è sempre stato sotto i
50 punti percentuali. Questo
dovrebbe voler dire che se il
Governo cadesse, la maggioranza
degli italiani (che non lo
gradisce) non riterrebbe
paradossale questa evenienza.
Forse Letta confonde l’opinione
comune con la propria e in cuor
suo ha pensato: “E’ paradossale
che proprio ora che sono
diventato premier, Dio solo sa
come, debba lasciare questa
amata poltrona!”.
Il ministro Del Rio ha
dimostrato, con il suo recente
intervento sull’IMU, di ignorare
completamente il significato del
termine. Eliminare una tassa per
sostituirla con un’altra da
applicare solo a chi sarebbe in
grado di pagarla è veramente
paradossale, in un paese che ha
il livello di tassazione tra i
più alti del mondo. Invece per
il ministro sarebbe paradossale
non farla pagare (quella nuova)
ai più abbienti.
Seguendo questa logica la parte
più ricca della popolazione
(verrebbe da dire meno povera
considerato il periodo),
potrebbe anche versare in tasse
tutto quello che ha in eccedenza
rispetto ai bisogni primari.
Raggiungeremmo così
l’equità sociale, e anche quella
fiscale, quasi come un paese a
regime comunista.
Paradossi del capitalismo!
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