Sempre più
spesso si sente parlare in TV e
si legge sui media di scuole
d’avanguardia i cui illuminati
dirigenti hanno deciso, in
ossequio alla più demenziale
delle mode buoniste, di
eliminare dall’anagrafica
scolastica i concetti di “padre”
e “madre” per sostituirli con
quelli, a loro avviso più
politicamente corretti, di
genitore-uno e genitore-due.
Se la cosa non
fosse tragica per il buon senso,
il diritto e la salute mentale
ci verrebbe anche da riderci su:
perché è evidente che una volta
accettato il nuovo sistema della
numerazione genitoriale non si
può certo, per coerenza,
fermarsi lì. E i fratelli e
sorelle? E i nonni? E gli zii?
Non meritano anch’essi una
numerazione che possa
allontanare qualsiasi sospetto
di apparentamento
discriminatorio? Proviamo allora
a immaginare una conversazione
telefonica nella civiltà
numerata a venire:
“Pronto
fratello-tre? Sono il
fratello-due e ti chiamo per
conto del nonno-quattro!”
“Salve
fratello-tre! Stavo proprio
parlando di te con lo zio-sette
venuto insieme ai
cugini-dodici-e-tredici per il
compleanno del genitore-due!..
Cosa vuole da me il nonno
quattro?”.
“Dice che la
nonna-tre non sta troppo bene e
vorrebbe che tu portassi con te
quella medicina di cui gli ha
parlato il nipote-sei e che
tanto bene ha fatto alla
zia-otto...”. E via di questo
passo enumerando.
Non ci riesce
neanche bene a capire – e non
certo per un nostro limite – in
che senso e in che modo i numeri
cardinali siano più democratici
dei legami parentali. Qualcuno
sembra dica: ma le coppie di
fatto? Le famiglie allargate? Le
coppie omosesuali? Embè?
vorremmo dire... forse che un
bambino che vive con una coppia
variamente assortita non ha un
padre e una madre? Anche se
separati o divorziati sempre
padre e madre restano. E sono
loro, e non altri i genitori.
Facciamo
pure l’esempio estremo di una
coppia con due “mamme” e due
“papà”... come entusiasticamente
scrivono i giornali. A parte il
fatto che in Italia una simile
ipotesi non è giuridicamente
ammissibile, ma vogliamo negare
l’evidenza del fatto che una
coppia dello stesso sesso – per
quanto impegno e buona volontà
ci metta – non riuscirà mai a
concepire un figlio?
Se qualcuno vuole negarlo
si accomodi e prenda pure il
pallottoliere per il tenere il
conto. Noi (figli di coppie
sposate-separate-divorziate-risposate-accompagnate-con
partner omo o eterosessuale e
quanto altro) abbiamo tutti un
padre e una madre e non sarà
certo qualche preside o altro
burocrate a farci cambiare idea.
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