E’ bello apprendere da un’agenzia di
informazione indipendente
no-profit (a riprova, se ce ne
fosse bisogno, che i grandi
giornali europei certe inchieste
non se le sognano neppure) che
negli ultimi tempi oltre 340
multinazionali hanno fatto
risultare molti dei loro
sontuosi profitti su società
residenti nel Granducato di
Lussemburgo. Prima di compiere
queste brillanti operazioni
hanno contrattato in gran
segreto, con le autorità fiscali
del posto, un bassissimo tasso
di imposizione fiscale.
Facciamo un esempio che riguarda una
delle più grandi banche
italiane, Intesa S. Paolo:
Grazie alla cessione delle
attività di
banca depositaria al
colosso americano State Street,
Intesa SanPaolo ha
incassato 1,75 miliardi di
euro realizzando una
plusvalenza lorda di 740
milioni: “E’ una
super-operazione – dichiarò
l’allora amministratore delegato
Corrado Passera –
l’effetto sui conti e sulla
nostra patrimonializzazione è
importante, qualcuno pensava che
in questo caso non avremmo
rispettato gli impegni, ma come
sempre li abbiamo rispettati”.
A fronte di una plusvalenza lorda di 740
milioni anche il fisco
italiano era pronto a
incassarne almeno la metà e
invece è rimasto a bocca
asciutta: una parte rilevante
delle attività di banca
depositaria erano infatti in
capo a
SanPaolo Bank, con sede a
Lussemburgo, e sono state cedute
a
State Street Bank Luxembourg
seguendo le regole fiscali del
Granducato (0,50%
di tassazione, dicansi
zerovirgolacinquantapercento).
Il lettore rassegnato dirà: “Vabbè, ma il
mondo, e anche l’Europa, sono
pieni di paradisi fiscali;
l’Irlanda, per esempio, si è
rimessa dalla profonda crisi
proprio abbattendo la pressione
fiscale a favore dei colossi
internazionali!”
Tutto vero, e tutto lecito, se non ci
fosse la moneta unica, che
esiste in virtù di un trattato
internazionale e imporrebbe un
rispetto reciproco di tutti gli
Stati e dei relativi popoli. Se
il paese che fa il furbetto è
tra i fondatori dell’UE la
questione è ancora più grave. Se
poi il Primo Ministro di questo
paese dal 1995 al 2013 è stato
un certo
Jean Claud Juncker, attuale
Presidente della Commissione
Europea, la massima carica
esecutiva dell’Unione, colui che
si trova nelle mani il destino
di milioni di cittadini, quello
che chiede sacrifici lacrime e
sangue e tasse su tasse agli
stati che non rispettano le
regole dei trattati, allora la
situazione è veramente tragica.
Noi comuni mortali siamo qui a pagare
TARI, TASI, IMU, IRPEF, IRAP,
IVA, contributi e balzelli vari
di cui si perde persino la
memoria anno dopo anno, siamo
vessati da un fisco sempre più
vorace, veniamo colpevolizzati
se non ritiriamo o non emettiamo
un misero scontrino, se non
compiliamo il quadro giusto ci
notificano le sanzioni con i
relativi interessi, ci fanno
credere che il paese va male
perché l’idraulico evade le
tasse e poi scopriamo che, per
chi se lo può permettere, basta
costituire una società di comodo
in Lussemburgo per non versare
al fisco italiano, in un colpo
solo, la presunta evasione di
almeno 74000 idraulici (che
forse in Italia nemmeno
esistono) .
Infine, paradosso nel paradosso, si
scopre che persino
Finmeccanica, il cui azionista
di maggioranza è lo Stato
italiano, è andata a
Lussemburgo a dichiarare le sue
plusvalenze per sfuggire al
fisco italiano, una situazione
psicopatica ed emblematica, uno
Stato che sfugge da se stesso.
Concludiamo con una considerazione che
riguarda l’informazione, quello
che una volta veniva chiamato il
quinto potere e dovrebbe essere
al servizio della collettività,
raccontare le verità al di sopra
di ogni interesse. Ebbene questa
notizia, che è una delle più
importanti degli ultimi anni, è
uscita grazie all’ International
Consortium of Investigative
Journalism, un’associazione
indipendente no-profit. I grandi
giornali sono stati costretti a
riportarla così com’è e solo in
rari casi l’hanno commentata o
le hanno dato al rilevanza che
meriterebbe. Di questi tempi
preferiscono mandare
interminabili servizi sul tempo
meteorologico, sugli episodi di
cronaca nera o sull’estenuante
teatrino della politica
italiana.
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