E’ solo il titolo di un libro,
uscito in tempi non sospetti. I
media italiani sembrano
raccoglierne la sfida.
Non passa giorno, e non c’è
prima pagina o home page delle
principali fonti d’informazione,
che non ci ricordi
incessantemente che la crisi è
ormai alle spalle. Di seguito
alcuni titoli significativi che
non richiedono commento, solo
due piccole note da parte
nostra.
Istat, l’Italia torna a crescere
Verso +0,1% primo trimestre
La «forchetta» del Pil compresa
tra meno 0, 1% fino a un massimo
di più 0,3%
N.D.R.
Questo dato è puramente
virtuale, sembra un exit poll
elettorale; eppure a sentire i
TG e a leggere i giornali la
crescita è ormai data per
acquisita. Il primo trimestre
termina il 31 marzo, il dato
definitivo si conoscerà a metà
aprile, eppure a fine febbraio,
pur nella estrema volatilità dei
parametri in gioco (basti
pensare all’inflazione che a
gennaio viene data al – 0,6% e a
febbraio viene proiettata al
+0,2%) si è scelto di farci
credere che ormai la depressione
è alle spalle.
Spread sotto i 90 punti, prima volta dal 2010.
Paolo Griseri (Repubblica.it del
6 marzo 2015)
Nei giorni scorsi Francesco
Pugliese, ceo di Conad, ha
raccontato la storia che si
nasconde dietro la seconda
parola del nostro alfabeto:
biscotti. "Pensavamo che il calo
delle vendite di biscotti per la
prima colazione fosse dovuto
alla crisi - ha detto Pugliese -
ma abbiamo dovuto ricrederci".
Il calo dei dolciumi da prima
colazione era segnalato in
un'indagine commissionata da
Conad alla Nielsen. "In realtà -
dicono in Conad - abbiamo visto
che almeno una parte dei clienti
diminuisce il consumo di
prodotti per la prima colazione
perché è tornata, anche
saltuariamente, a prendere
cornetto e cappuccino al bar".
N.D.R. Una volta si affermava
che la crisi non c’era perché i
ristoranti erano pieni, ora la
crisi è finita perché si
riempiono i bar.
Dalla Fiat alle piccole
imprese: la prima ondata di
assunzioni del Jobs act
L'effetto delle nuove norme sul
mercato del lavoro approvate dal
governo. Ma molto dipende dalla
ripartenza. Quanto può pesare
sull'occupazione questo effetto
combinato (della
defiscalizzazione per i nuovi
assunti e del nuovo contratto a
tutele crescenti ndr)? Una
simulazione è stata fatta da
Bruno Anastasia,
presidente di Ires Veneto che
l'ha pubblicata su La
Voce.info del 4 novembre
scorso:
"Possiamo stimare un ammontare
di assunzioni incentivabili
vicino a
un milione, al netto di possibili assunzioni aggiuntive dovute
all'impatto della congiuntura
economica".
Pronto a volare il primo F35
italiano: darà lavoro a 6.300
persone
Nei campi non c’è
disoccupazione. In agricoltura +
7,1%di occupati
Boom di addetti al Nord con una
crescita del 17,5% contro il
2,8% del Centro e l’1,1% del
Sud. Aumento record anche delle
iscrizioni agli istituti agrari
(+39%)
Disoccupazione scende ancora.
Renzi, bene ma non basta
Dopo 2014 record si attenua
dramma giovani.
La disoccupazione scende ancora
a gennaio, per il secondo mese
consecutivo
Istat: sale fiducia imprese e
consumatori a gennaio
Cresce la fiducia a gennaio.
L'indice di quella dei
consumatori, fa sapere l'Istat,
è salito a 104,0 da 99,9, top da
6 mesi. L'indice di quella delle
imprese italiane è cresciuto
invece a 91,6 da 87,6 di
dicembre 2014, livello che non
toccava da settembre 2011.
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