Cena svedese con ingredienti made in Tuscia |
A Capodimonte un inedito
esperimento di contaminazione cultural-gastronomica.
Grande successo per l’evento organizzato dalla nuova condotta
SLOWFOOD. |
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di
Rosalba De Francesco |
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Örjan e Siv Britt Schonberg, hanno approntato
il menù della serata
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Nei locali di un noto agriturismo sul
lungolago di Capodimonte, si è recentemente tenuto un evento
cultural-gastromico di grande interesse e successo: un inedito
esempio di contaminazione tra cucina svedese e ingredienti made
in Tuscia. Sono stati infatti realizzati e offerti ai numerosi
ospiti, venuti per l’occasione da varie parti d’Italia, piatti
tipici svedesi preparati con materie prime del nostro
territorio.
L’appuntamento, promosso e organizzato dalla nuova condotta "SLOWFOOD" di
Capodimonte di cui è fiduciaria la sig.ra Patrizia Eliso, ha
visto la partecipazione di oltre cento persone, malgrado la
tramontana quel giorno tirasse in modo particolarmente violento.
Il menu è stato preparato da un chef svedese di fama
internazionale: Örjan Schonberg, venuto appositamente da Malmö,
città portuale del sud della Svezia, coadiuvato da vari
collaboratori tra cui la sorella Siv Britt, affermata pittrice,
che da qualche anno ha scelto di vivere in terra di Tuscia a
Capodimonte, sul fronte del lago, motivo ispiratore della sua
più recente produzione artistica. |
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Tra gli ospiti - arrivati anche dal Friuli e da Milano – un
gruppo in rappresentanza della comunità svedese di Roma, e
ovviamente una folta schiera proveniente dalla Tuscia: tra
questi il sindaco di Capodimonte Giuseppe Micarelli e il
presidente della pro loco Evaldo Cavallari, accompagnati dalle
rispettive consorti.
Ma veniamo al menu, una autentica sequenza di raffinate
prelibatezze ed esclusive delizie per il palato. Si comincia con
tre diversi tipi di pesce marinato, secondo ricette originali
svedesi applicate al pesce del nostro lago:
- coregone marinato in bianco,
- coregone marinato con il vino rosso,
- filetto di persico marinato allo senape;
si prosegue con:
- salmone marinato all’ aceto,
- salmone marinato al ginepro.
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La pittrice Siv Britt Schonberg con l’
abito tradizionale del villaggio svedese di Lit
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Siv Britt illustra il menu agli ospiti
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E’ poi la volta di un piatto caldo:
- sformato di patate con aringa profumata al sandalo;
E’ il momento delle carni:
- prosciutto svedese alternato con prosciutto nostrano (di
Cellere),
- patè di fegato,
- patè di campagna con spugnole,
- coppa (o soppressata) svedese,
- salamella,
- spuntature glassate,
- polpette svedesi.
Si passa alle verdure:
- insalata di bietole rosse,
- verza bianca, marrone e rossa.
Non potevano mancare i formaggi:
- caciotta e ricotta di produzione locale,
- formaggio di capra, specialità tipica dalla Svezia del nord . |
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Apprezzatissimi i dolci:
- Pepparkakor,
- biscotti svedesi allo zenzero,
- ciambella alle mandorle con crema al limone.
La frutta:
- kiwi di Capodimonte,
- castagne di Valentano,
- arance della Sicilia (gentile omaggio dello Slowfood siculo).
Il tutto annaffiato con vini bianchi e rossi di produzione
locale, in primis la Cannaiola di Marta, e tanta ottima birra
svedese.
Si è trattato di un menù impegnativo, per stessa ammissione
degli addetti ai lavori: ma il successo ottenuto ha ripagato
ampiamente la fatica di quattro intere giornate di lavoro.
L'idea di realizzare ricette tipiche svedesi con le materie
prime della zona - il pesce fresco del lago, la carne dei locali
allevamenti, il vino, il pane, la frutta, i dolci veraci,
insomma i sapori veri della Tuscia – si è rivelata decisamente
vincente.
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Un momento della apprezzata cena svedese
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Ha incuriosito ed è molto piaciuto l’abito tradizionale
sfoggiato da Siv Britt: proviene da un villaggio svedese che si
chiama Lit ed è quello che lei portava il giorno del suo matrimonio.
Una particolarità: l’abito, piuttosto antico, può essere indossato
solo da chi è nato lì ed è il frutto del lavoro di tre generazioni.
E’stato infatti cucito interamente a mano da sua nonna, arricchito
da sua madre e rifinito da lei stessa. Realizzato con stoffe di lana
tinta con prodotti naturali, è stato tessuto a mano con il telaio
antico. I colori dell’abito erano sempre piuttosto severi: sia la
gonna, che doveva arrivare a 12 cm da terra; che il grembiule, che
doveva avere il fiocco con una sola asola: due sarebbero state
considerate troppo frivole!
E’ dotato di cuffia e di scialle. La cuffia serviva a coprire interamente
i capelli che le donne portavano rigorosamente intrecciati: solo il
marito aveva il privilegio di vedere la chioma sciolta! Lo scialle
costituiva sempre un dono del marito o del fidanzato. Succedeva
infatti che questi si recasse in città per svolgere i piccoli
commerci tipici dell’economia agricola e artigianale della famiglia;
in città le tentazioni erano sempre tante... per cui, per farsi
perdonare, portava in regalo alla moglie o fidanzata lo scialle.
Quando si dice che quello svedese è un popolo tollerante...
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