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AMAZZONIA

L'uomo dela Selva

 di Steven Busignani 

La notte senza luna, dalla piccola casa tra gli alberi, appare ancora più scura. Mi alzo nel tentativo di fare quattro passi in giardino: quello che chiamo giardino è in realtà una radura tra la casa e il bosco dove crescono cespugli bassi di Tagetes e Coleus.

Alzo gli occhi al cielo, le stelle e il loro antico splendore, stelle a consolare il buio della notte.  Che meraviglia!

E’ l’emisfero sud. Giro su me stesso per orientarmi e riconoscere qualche costellazione, ma assonnato non riesco ad identificarne nemmeno una. Dagli alberi il forte suono elettrico delle cicale, penetrante come il suono delle segherie, mi scuote i sensi. I nativi credono che gli uomini provengano da quel suono. Come quello fosse il verbo. La matrice. La voce di Dio. 

Torno a letto. Dormire dentro al mosquiteros (una zanzariera, fatta apposta per appendere sopra al letto) è piacevole dà un senso di protezione, ma un urto violento contro la tela bianca all’improvviso, mi spaventa. Una cicala rimane a terra immobile.
Dalla tenda illumino con la torcia elettrica, la osservo: e’ grande, il corpo tozzo rotondeggiante verde metallico e’ corto rispetto alle ali che sono lunghe e trasparenti, salvo per delle venature blu sfumate di rosso. 
Rimane ferma. La cicala quando cresce cambia la vecchia pelle ormai stretta come fosse un vestito, forse e per questo si crede che cresca all’infinito e se non fosse per la morte dovuta a qualche predatore, diverrebbe grandissima, per questo si crede immortale. Giorni prima vidi l’involucro duro e trasparente lasciato da una cicala in un albero vicino.

I pensieri corrono alle donne indigene, simbolo della terra fertile, meno decorate rispetto agli uomini. Si muovono nude come Eva poco prima di provare il frutto proibito. Le adolescenti vivono come prigioniere in apposite capanne, ognuna rinchiusa nella propria solitudine, ognuna con la propria anziana, l’unica che avra' contatti con la giovane durante tutto il periodo dell’addestramento. 
Nell’isolamento cambieranno persino il proprio nome. Lo cambieranno altre volte nel corso della vita. Cosi come con l’eta' cresce e cambia il corpo, cambiano i pensieri, cosi cambia anche il loro nome adeguandosi alla persona che cresce alla maniera del corpo involucro della cicala.

Nella capanna, la giovane impara varie arti: quella delle erbe medicinali, quella del canto, della trasformazione dei cibi, del fabbricare oggetti con le mani. 
Nella solitudine diventa donna, evitando in questo modo anche il sesso precoce. 
Una volta pronta, come fosse una farfalla, esce da quel “bozzolo” allegramente, salutando il mondo con una danza rituale. Danzano a volte anche durante l’isolamento ma sempre bendate, mentre nella danza di ritorno vedono, vedono di nuovo dopo molto tempo il sole sul villaggio e spesso anche il futuro sposo.
Intanto fuori nella foresta ancora il forte suono delle cicale. La notte e’ ancora buia riprovo a dormire.                                                                     

 

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Immaginate di vivere qui in mezzo E' l'ora della pappa per Jade e Ester Il cacao è ormai maturo, è tempo di raccolto Una lumaca gigante fa compagnia a Steven nella sua capannae Un piccolo ospite fa visita a Steven Un simpatico ospite si presenta nella capanna di Steven per la colazione
  Steven nella sua capanna nella foresta amazzonica peruviana Tramonto sul fiume Amazonas Steven insegna ai suoi piccoli allievi come si allevano le 'api gentili' ovvero le 'tetragonisca angustula' Questa formica dall'apparenza innocua - si chiama Paraponera clavata - provoca la puntura più dolorosa tra gli invertebrati esistenti sul pianeta. Attenzione! Nido di 'tetragonisca angustula', insetto appartenente al genere trigonini, piccole api senza pungiglione dal carattere timido e gentile In posa tra i fiori di una radura  

                                                                                                               

 

Associazione Canino Info Onlus 2010