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L'EGITTO COM'ERA Prima della Rivoluzione
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Foto e testi di Giuseppe Moscatelli |
L’Egitto prima della rivoluzione: ovvero un paese in cui il tempo si è fermato. Tutti noi abbiamo un’idea dell’Egitto appresa sui libri di scuola: il Nilo, le inondazioni che rendono fertile il deserto e incrementano il raccolto, i contadini curvi sui campi e le loro abitazioni di rami e mattoni d’argilla, i grandi monumenti che tramandano la gloria dei faraoni... ecco L’Egitto è rimasto così. Almeno nelle campagne, per meglio dire, perché nelle grandi città è un’altra cosa. Ma è l’Egitto delle campagne quello che abbiamo conosciuto a scuola, e quello non è cambiato. Il visitatore che si trovi a passare per questi luoghi rimane inevitabilmente colpito dall’estrema apparente povertà degli abitanti, dalle condizioni quasi primitive di vita. Abitazioni che sono tuguri, piccole sporche e malsane, circondate dal fango, con cataste di rami di palma al posto dei tetti. Animali, da cortile e non, che convivono in piena armonia con gli uomini, le donne e i bambini: galline, capre, asinelli e – per chi può permetterselo – un cammello. Donne ricoperte dai veli dalla testa ai piedi, bambini scalzi sporchi e festosi, uomini rivestiti dall’abito tradizionale – praticamente una tonaca – con tanto di copricapo: tutti felici e sereni con i piedi affondati nella terra dei campi; fieri del poco, pochissimo, che hanno. I più sembrano limitarsi a coltivare un fazzoletto di terra, poco più di un orto, fuori la porta di casa. Evidentemente gli basta. Nessuno ha fretta: il principale mezzo di trasporto sono gli asinelli su cui giovani e vecchi si fanno scarrozzare nei pur brevi percorsi. Buffi a vedersi, con le gambe tese che quasi toccano terra. “Qui la depressione non esiste” racconta invariabilmente la guida locale ai turisti in autobus in transito verso Luxor. In effetti l’impressione è che qui nessuno abbia niente da fare: ci si alza la mattina, ci si siede fuori casa, e si aspetta che faccia sera. In città è diverso. Il Cairo, per dire, è una delle città più caotiche e inquinate del mondo. Pensate cosa può essere quando venti milioni di persone si ammassano a vivere tutte insieme, senza alcuna regola o limitazione. Palazzoni mostruosi crescono fitti fitti come funghi senza alcun piano regolatore, l’uno a ridosso dell’altro, l’uno ad occupare lo spazio lasciato libero dell’altro, erodendo il deserto. Chi ne ha voglia recinta lo spazio tra due costruzioni, tira su la sua baracca con materiali di risulta e ci va a vivere con tutta la famigliola. Automobili e mezzi di ogni tipo occupano costantemente le strade, al di fuori di qualsiasi regola di circolazione stradale. Incessante frastuono, nuvole di gas di scarico, velocità e manovre azzardate. Ma nessuno sembra avvedersene, domina in tutti incontrastata la calma. Immagini e sensazioni dall’Egitto, prima della rivoluzione.
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