![]() |
Petra La città più bella del mondo
|
![]() |
Foto e testi di Giuseppe Moscatelli |
Petra è, semplicemente, il più bel luogo del mondo ed è un vero peccato che le guide turistiche sponsorizzino questa autentica meraviglia come il set di qualche filmaccio americano degli anni ottanta. Arrivare a Petra vuol dire immergersi nell’incanto delle sue straordinarie rocce color arcobaleno, il che giustifica il suo nome semitico quando era conosciuta semplicemente come Raqmu, ovvero La Variopinta. Ancor oggi per raggiungere questo luogo affascinante e misterioso è necessario, come lo era per i suoi originari abitanti, percorrere il Siq, spettacolare tagliata naturale lunga oltre un chilometro che sprofonda fin quasi duecento metri nelle viscere delle montagne di arenaria policroma della regione di Edom, in Giordania, a metà strada tra il Mar Morto e il Golfo di Aqaba. In antico quella gola stretta e profonda costituiva il letto di un fiume che poi fu deviato proprio per consentire l’accesso al sito. L’impressione, per chi oggi come allora la percorre, è che le montagne - come il Mar Rosso al passaggio degli Ebrei in fuga dall’Egitto - si siano di poco discostate per accogliere i visitatori che ancor oggi a migliaia ogni giorno la percorrono. Il baluginare, allo sbocco del Siq, della magnifica facciata di “el Khasneh al Faroun”, il più bel monumento di Petra, le cui sobrie e riposanti architetture elleniche baciate dal sole si intravedono all’improvviso tra i profili scuri ed ispidi della montagna, è un’esperienza per i più indimenticabile. Ma cos’era Petra: una città, una immensa necropoli, che altro? Quando e da chi furono scavati, scolpiti, intagliati sui fronti rocciosi delle montagne i suoi favolosi monumenti? Tutte domande che rimangono ancor oggi senza una precisa risposta. Prendiamo ad es. il “Tesoro del Faraone”, nome fantasioso con il quale viene indicata quella sorta di autentica “cattedrale nel deserto” che, come un miraggio, si apre alla vista di chi esce dal Siq. Dicono, taluni, che sia la tomba del re nabateo Areta IV, vissuto nel 1° secolo a.C. Altri che risalga al 1° o secondo secolo d.C. Oggi a Petra esistono circa ottocento monumenti censiti, per oltre la metà individuati come tombe. Oltre al “Tesoro” si offrono allo sguardo ammirato del visitatore l’imponente “Tomba dell’Urna”, con la sua grande terrazza e il suo maestoso porticato; la “Tomba di seta”, così chiamata per le venature color arcobaleno della sua facciata; la “Tomba Palazzo” il cui nome ben descrive la sua forma. Ma la gemma più rara e preziosa è il “Monastero”, ancor più grandioso del “Tesoro”, con i suoi cinquanta metri di larghezza per quarantacinque di altezza. E’ incastonato nelle rocce di una collina che domina la valle di Petra. Se volete ammirarlo dovete però mettere in conto gli ottocento scalini scavati nella roccia necessari per raggiungerlo.
|
|
CLICCA SULLE IMMAGINI PER INGRANDIRE
![]() |
|
![]() |