SAN PIETROBURGO

L'Ovest dell'Est

   

 di Giuseppe Moscatelli 

San Pietroburgo gode, nell’immaginario collettivo, di un fascino straordinario, se non propriamente unico. Suggestioni storiche, artistiche, letterarie, musicali avvolgono il viaggiatore in un labirinto estetico dal quale è difficile districarsi: le notti bianche e Dostoevskij, il Palazzo d’Inverno e la rivoluzione, Stravinskij e i balletti russi, i Romanov e la leggenda di Anastasia, il meraviglioso Hermitage e mettiamoci pure Battiato e la prospettiva Nevskij...

Città dai molti nomi (secondo il volgere delle vicende politiche) la città si è vista chiamare a partire dalla sua fondazione, avvenuta nel 1703 ad opera dello zar Pietro il Grande, dapprima San Pietroburgo, poi Pietrogrado, quindi Leningrado e poi ancora San Pietroburgo (dal 1991, con tento di referendum popolare).

Chi arriva a San Pietroburgo via mare - la città si affaccia sull’intenso azzurro delle acque del Baltico ed è il più importante porto della Russia - è accolto da un orribile e scuro serpentone edilizio di casermoni popolari, corposo lascito architettonico degli stili costruttivi del socialismo reale: una sorta di gigantesca e spigolosa muraglia  che ispira al visitatore la voglia di risalire subito in nave e far rotta per altri lidi.

Il paesaggio urbano non cambia di molto allontanandosi in autobus dal porto... poi però, repentinamente, le fredde architetture funzionali allo stato sociale del regime sovietico lasciano il posto a qualcosa di bello, elegante, misurato, ben proporzionato...  qualcosa che ci è familiare, che abbiamo già visto: a Parigi, Vienna, Budapest che dico... Torino.

E’ la San Pietroburgo che abbiamo sempre sognato: quella vista, amata, ammirata su libri, cartoline, riviste, in TV o al cinema. Le grandi residenze degli zar e i fastosi palazzi nobiliari; le chiese che innalzano in cielo le loro ardite guglie dorate; il placido scorrere del Neva; il viale infinito della prospettiva Nevskij e l’immensa agorafobica Piazza del Palazzo... tutto ci riporta al mito di una città tra le più belle del mondo.

       Qui ci si sente in casa, perché San Pietroburgo è l’ovest dell’est, la più occidentale tra le città dell’ex impero sovietico: a parte qualche doveroso omaggio all’architettura nordica con i suoi tanti pinnacoli e le sue curiose cupolette a tortiglioni colorati, l’impressione che si prova passeggiando per le vie del centro è quella di trovarsi in una città mitteleuropea. Ed è ben naturale considerato che tutti europei, anzi italiani, sono i suoi urbanisti e architetti. Domenico Trezzini la disegnò, architetti italiani la edificarono. Francesco Bartolomeo Rastrelli, venuto qui al seguito del padre scultore Carlo Bartolomeo; Giacomo Quarenghi e soprattutto quel Carlo Rossi che si dedicò con tale appassionata partecipazione alla costruzione dei più bei palazzi della città da cambiare il suo nome in Karl Ivanovic e che, naturalizzato russo, qui volle essere sepolto.

        Noi (turisti occidentali) siamo abituati a visitare San Pietroburgo d’estate, quando il clima più mite ci consente di sfruttare appieno le sue lunghissime giornate. Ma pare che la città riveli il suo più intimo fascino d’inverno, quando per lunghi mesi è ricoperta dalla candida coltre e il ghiaccio impreziosisce di infiniti lucenti monili  le strade, i parchi, i palazzi. Se non siete mai andati a San Pietroburgo... prenotate ora, che l’inverno sta per arrivare.

                

 

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Cattedrale dei SS Pietro e Paolo, tombe della dinastia Romanov Grande lampadario nella Cattedrale dei SS Pietro e Paolo Il fiume Neva a San Pietroburgo 'Il suonatore di liuto', capolavoro di Caravaggio all'Hermitage Ingresso all'Hermitage, uno tra i più importanti musei del mondo
La 'Chiesa del Salvatore sul Sangue versato', a San Pietroburgo La 'Sala del Trono' all'Hermitage L'immensa Piazza del Palazzo, vi si affacciano gli edifici dell'Hermitage Particolare delle cupole della Chiesa del Salvatore sul sangue versato Particolare della monumentale cancellata in ferro battuto del parco Mikhailovsky  

                                            Sala degli eroi del 1812 all'Hermitage, vi sono esposti 332 ritratti  eseguiti dal pittore inglese George Dawe ed artisti russi                          San Pietroburgo, Cattedrale dei SS Pietro e Paolo                                         

 

Associazione Canino Info Onlus 2012